Il convegno della stampa alpina: momento di dibattito e di crescita

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    Una Associazione ben viva e vitale, proiettata verso il futuro, consapevole della sua forza e delle sue possibilità. Consapevole della propria forza e tenace nel perseguire i propositi. E’ il quadro emerso dal 10º Convegno itinerante della stampa alpina (CISA) tenuto a Diano Marina, competente la sezione di Imperia.

    Sono stati messi a fuoco i problemi che si riflettono sulla nostra Associazione dai fenomeni conseguenti il cambiamento non solo delle nostre Forze Armate e dalle Truppe alpine in particolare, ma dalla stessa società nella quale l’Associazione è così ben inserita. La stessa modalità del CISA è stata messa in discussione: il desiderio la necessità di adeguarsi alle novità impone anche di rivedere l’organizzazione dei lavori e gli stessi tempi della discussione. Il tutto per fare del CISA il momento più efficace di confronto fra coloro che scrivono sui giornali associativi: palestre di idee e discussioni, strumenti di collegamento di tutti gli alpini.

    Il convegno si è svolto nella sala del Consiglio di Diano Marina, gentilmente concessa dal commissario straordinario del Comune, ed è stato presieduto dal consigliere nazionale Adriano Rocci, nella sua qualità di presidente del Comitato di Redazione. Al posto d’onore del tavolo della tavolo della presidenza del convegno, il nostro presidente nazionale Corrado Perona, giunto il giorno prima dal suo viaggio in Sudamerica con il vicario Vittorio Brunello. A fianco di Perona, il colonnello Prisco Enzo Ferrigno, capo dell’Ufficio Pubblica Informazione del Comando truppe alpine, il direttore de L’Alpino gen. Cesare Di Dato e il presidente della sezione ospitante Gianfranco Marini. Ai lavori ha partecipato anche il vice presidente Gian Paolo Nichele.

    In apertura dei lavori i congressisti hanno rivolto il saluto alla Bandiera, cui è seguita la cerimonia di premiazione del direttore responsabile del periodico della Sezione di Verona Il Montebaldo, cui la speciale Commissione del CDN ha assegnato il Premio della stampa alpina . Un doveroso ringraziamento va al presidente Marini, al capogruppo e agli alpini di Diano Marina e agli alpini di Pontedassio, cittadina nella quale, sabato sera, i congressisti hanno assistito alla celebrazione d’una S. Messa.

    La cronaca dei lavori sabato pomeriggio e domenica mattina non potrà, necessariamente, esaurirsi con questo resoconto: ci piace pensare che il convegno continuerà attraverso il dibattito con e fra i giornali sezionali e di gruppo, oltre che con su L’Alpino. Gli stessi interventi degli oratori troveranno singolarmente spazio nelle singole testate: sarà un dibattito a distanza ravvicinata su temi comuni che porteranno proposte, idee, novità. Parimenti, proprio per la grande partecipazione al dibattito dei tanti rappresentanti della stampa alpina la cui successione è stata regolata con grande professionalità dal consigliere Rocci preferiamo scrivere degli argomenti più che degli autori delle relazioni, qualcuno dei quali potrebbe involontariamente venire escluso.

    Andiamo, dunque, per temi chiave. Si è scoperto che abbiamo bisogno di stare più a lungo insieme, a parlarci. Un tempo, il convegno si svolgeva a Milano nel breve volgere d’una domenica mattina. Poi, divenuto giustamente itinerante anche per dare ad esso una più larga visibilità, è stato anticipato al pomeriggio del sabato precedente. A Diano Marina è stata avanzata la proposta di avviare incontri sin dal venerdì sera: ciò consentirebbe di mettere a fuoco uno o più temi sui quali focalizzare l’attenzione e per i quali formulare proposte da sottoporre al convegno il giorno successivo.

    Un salto di qualità dei nostri giornali, l’incremento dei rapporti con i reparti alpini, la trattazione di argomenti che riguardino i fenomeni sociali e i grandi fatti di attualità, il ruolo dei giovani e il rapporto con le scuole, le Sezioni del Centro Sud, le Sezioni all’estero che sono un commovente esempio di alpinità e di attaccamento all’Italia, la valorizzazione dei cori e delle fanfare che costituiscono un grande patrimonio associativo: di tutto questo si è parlato ed è stata tracciata una linea comune.
    Certo, le soluzioni non sono dietro l’angolo, ma sulle linee generali tracciate dallo stesso presidente Perona a conclusione del convegno, c’è stata unanimità. Sta in questo la riuscita del CISA, non ultimo per il record di partecipazione: ben 144 fra direttori e redattori della stampa alpina in rappresentanza di 57 testate di Sezione e 5 testate di Gruppo.

    Qualità della stampa alpina, s’è detto. Ci sono giornali, anche di gruppo, che per grafica, argomenti e scrittura sono all’avanguardia; ma il mestiere di giornalista non si finisce mai di impararlo e nessuno può dirsi bravo, perché anche le grandi firme possono apprendere qualcosa dal più umile cronista. Del resto, l’impegno con il quale vengono realizzati i nostri giornali associativi spesso con grande sacrificio personale dei redattori (o di un solo redattore!) fa o­nore a questi alpini che rendono un grande servizio a tutti gli altri.

    Particolarmente gradite sono risultate le conferenze di tecnica giornalistica svolte presso alcune sezioni e gruppi a cura della redazione de L’Alpino. Il suggerimento scaturito dal convegno è che queste esperienze possano avvenire a livello di raggruppamento, e ripetute a distanza di tempo: sono un momento di scambio di reciproche esperienze, di apprendimento, di incontro ravvicinato fra addetti ai lavori e a detta di coloro che vi hanno partecipato risultano molto utili.

    L’attualità è stata particolarmente a cuore ad alcuni delegati. In effetti, oltre agli argomenti puramente alpini come la nostra storia e le nostre manifestazioni che mantengono vivo un patrimonio di valori unico il pericolo di estraniarsi e allontanarsi progressivamente da quanto avviene attorno a noi e di parlare di noi in modo esclusivo, è reale. Il desiderio di trattare anche di questi argomenti sui nostri giornali e di capire meglio l’attualità può essere uno sprone a tenersi al passo con un’informazione sempre più massificata, diversificata e multimediale. Purché tutto avvenga in sintonia con lo spirito associativo e tenendo conto che la nostra Associazione ha un preciso Statuto ed è un’Associazione d’Arma. Fra l’altro, potrebbe essere utile il confronto delle due realtà antitetiche: la caduta dei valori d’una società sempre più affannata e il rigore morale che sta alla base del nostro essere alpini.

    Per quanto riguarda la cronaca delle attività c’è chi teme la ripetitività, e quindi la banalizzazione, delle nostre cerimonie. Timori infondati, perché le nostre ricorrenze sono momenti della memoria, che è alla base della nostra Associazione. A proposito di memoria, è stato suggerito di celebrare, insieme con tutte le sezioni e i gruppi, una Giornata nazionale dell’Associazione, che avrebbe un indubbio impatto sulla stampa e sulla gente.

    I giovani. Coloro che hanno parlato hanno dimostrato ancora una volta un grande spirito alpino, un desiderio di imparare dai veci , che sono la cerniera fra passato e futuro. L’attenzione nei riguardi dei giovani alpini sia in congedo che in armi sta molto a cuore al nostro presidente nazionale Perona, che ha avviato una serie di incontri con i bocia dei quattro raggruppamenti e intende rivolgere particolare attenzione ai giovani del Centro Sud, tenendo conto della realtà degli alpini in armi.

    Numerosi delegati hanno esposto le loro iniziative anche nei riguardi dei giovani che frequentano ancora le scuole: gli alpini sono sempre molto ben accetti, in particolare i reduci, con i loro racconti al punto che ci sono scuole che vorrebbero essere iscritte in toto fra gli amici degli alpini! Ci sono Sezioni che hanno predisposto dei libretti informativi, altre che hanno organizzato un gruppetto di specialisti in genere alpini ex insegnanti con corsi adeguati alle elementari e alle medie. Va detto infine che gli alpini hanno trovato e trovano sempre una grande disponibilità da parte delle autorità scolastiche. È questa un’attività estremamente importante, perché consente di trasmettere valori in giovani in età evolutiva e altamente ricettiva.

    Una parte della stampa alpina è quella, importantissima, delle sezioni all’estero. Oltre a L’Alpino che riporta notizie che giungono dalle varie sezioni all’estero, il giornale sezionale è l’unico organo di contatto degli alpini che vivono all’estero. Si tratta di giornali realizzati spesso con grandi sacrifici, anche economici, sacrifici che hanno fatto pensare nel corso di incontri dei presidenti delle sezioni all’estero a concentrarli in un notiziario comune alle varie sezioni: ipotesi scartata con grande orgoglio da parte dei rappresentanti di alcune testate presenti al convegno. Del resto, questi giornali, che sono l’espressione delle nostre Sezioni lontane dall’Italia il cui retaggio storico e morale degli Alpini è di grandissimo valore come ha rilevato il vice presidente nazionale vicario Vittorio Brunello perché all’estero essere alpino vuol dire essere italiano due volte . Di qui la necessità di essere vicini, attraverso le nostre testate, a questi alpini lontani che hanno un forte attaccamento alla Patria lontana e al Tricolore.

    Da parte della redazione de L’Alpino è stata rilevata la necessità di far confluire tempestivamente le notizie dalle varie sezioni e raccomandata la qualità del materiale fotografico, con immagini adeguate. E, a proposito di immagini, dovrebbero essere evitate quelle che non sono più folcloristiche, come quelle dei trabiccoli che all’Adunata nazionale sono fuori luogo, oltre a mettere a repentaglio l’incolumità della gente. Questa dei trabiccoli non è una battaglia persa: c’è un desiderio comune di prenderne le distanze e di distinguere fra manifestazione di allegria e qualcosa che non ha a che fare con il mondo alpino.

    Certamente una buona immagine è stata quella degli alpini nostri volontari giunti da numerose sezioni e alpini in armi che hanno svolto compiti importanti durante le recenti olimpiadi invernali. Ne ha parlato anche il colonnello Enzo Ferrigno, capo dell’Ufficio di pubblica informazione del Comando Truppe alpine, che ha portato il saluto del generale Resce e che cogliamo l’occasione di ringraziare per la disponibilità, sua e dei suoi collaboratori, per la collaborazione e l’aiuto che danno durante l’anno non soltanto alla redazione de L’Alpino ma anche alle altre testate alpine. Il col. Ferrigno ha affermato che la collaborazione fra i nostri volontari e i 1300 alpini messi a disposizione dal Comando è stata vincente: basti pensare alle cerimonie dell’alzabandiera e dell’ammainabandiera, viste in tutto il mondo.

    Il convegno ha avuto una parentesi informatica, con la presentazione in anteprima del nuovo portale https://www.ana.it 2006, che sarà o­n line a fine aprile. La cadenza biennale con la quale il portale era stato rinnovato negli anni precedenti, 2002 e 2004 è stata rispettata anche questo anno, consentendo alla nostra Associazione di disporre di uno strumento di comunicazione sempre all’avanguardia e soprattutto sempre più ricco di nuovi strumenti. Oltre ad una veste grafica completamente rinnovata, le novità principali che i visitatori troveranno visitando il portale sono le seguenti: nuovo calendario delle manifestazioni, il Labaro dell’Associazione, la biblioteca o­n line a cura del Centro Studi, il nuovo modulo multimedia ed una sezione dedicata ai forum totalmente rinnovata. Durante la presentazione è stata sottolineata la continua crescita del nostro portale sia in termini di pagine visitate che di numero di visite, oltre 650.000.

    Note estremamente positive provengono degli utenti registrati al portale; questi ultimi infatti, oltre ad essere in continua crescita, hanno in questi giorni superato il numero di 3.800, nel corso dell’ultimo anno hanno dato grande impulso alla community di https://www.ana.it partecipando attivamente alle stanze di discussione dei forum e rendendo il nostro portale uno strumento di comunicazione sempre più vivo e partecipato. Il prossimo passo della Commissione informatica nazionale sarà quello di incontrare tutte le componenti della nostra Associazione a livello di raggruppamento, affinché vengano sfruttate al massimo le potenzialità del portale quale strumento di comunicazione associativa.

    Ultimo, ma non certo ultimo, argomento del dibattito il tema ricorrente degli amici degli alpini . Sarebbe un errore avere fretta di risolverlo , ha detto Perona prendendo la parola in chiusura dei lavori. Sarà necessario adeguare questa figura alla nuova realtà, ma attraverso una discussione che dovrà partire dai gruppi e dalle sezioni prima di giungere al Consiglio Direttivo Nazionale. Sarà solo allora possibile trovare la giusta collocazione di questa importante figura, ma dovrà essere una decisione condivisa perché si tratta di un passo importante nella vita associativa.

    Per intanto, ha spiegato il presidente, l’argomento di primo piano riguarda i giovani e la necessità di valorizzare la loro presenza. Non possiamo aspettare che diventino vecchi, dobbiamo inserirli nei quadri prima ! . Non c’è dubbio che la mancanza della leva ha fatto calare il numero di coloro che si iscrivono dopo il congedo. Ma ci sono ugualmente tante possibilità date dalle Sezioni al Centro Sud, che possono crescere e sulle quali occorre investire, ha detto il presidente. C’è un piccolo paese in provincia di Lucca che ha avuto 80 Caduti nell’ultima guerra, quasi tutti alpini della Cuneense.

    E’ un paese a tradizione alpina e noi dobbiamo andare a cercare non solo i reduci ma soprattutto quanti hanno fatto l’alpino e nessuno li ha contattati. Con i giovani del Sud che sono stati congedati negli ultimi cinque anni potremmo farne un intero reggimento! , ha detto ancora Perona. Che ha parlato della montagna da tenere sempre in primo piano, e della necessità di rivitalizzare il settore dei cori e delle fanfare, che sono un importante patrimonio associativo. Abbiamo avviato un dibattito su questo argomento, invito a parteciparvi attraverso i nostri giornali associativi .

    Quanto alla comunicazione, uno dei temi del dibattito, Perona ha parlato di formazione, di comunicazione, di qualità dei giornali. Ma ha anche parlato di disciplina associativa cui devono attenersi i giornali, che pur dando spazio ai grandi argomenti di attualità, non devono tuttavia penalizzare la nostra storia, che non va certo trascurata .

    Parole di grande considerazione il presidente ha avuto nei riguardi dei nostri alpini all’estero. Rientrato appena il giorno prima dal viaggio in Venezuela, Perù e Brasile, aveva ancora davanti agli occhi gli alpini d’Oltremare, ed in sala quelli della sezione Francia e Svizzera. E’ facile parlar bene di loro , ha detto il presidente. Quanto si va all’estero ha aggiunto anche il presidente di una grande Associazione come la nostra si sente piccolo. Perché quello che trasmettono in fatto di alpinità, di attaccamento alla Bandiera e all’Italia è commovente. Ho incontrato un ragazzo del ’99, alpini di 35 40 anni che continuano a vivere a distanza la vita dell’Associazione. Hanno trovato un lavoro, si sono fatti una famiglia, sono stimati, fanno o­nore all’Italia. Abbiamo esportato galantuomini .

    Da ultimo, Perona ha parlato delle sue visite alle sezioni e ai gruppi di tutta Italia. Il presidente deve muoversi ha detto parlare con i presidenti di sezione, con i capigruppo che sono quelli che tengono in piedi la baracca’ .

    Perona ha ringraziato tutti i congressisti per la vivacità del dibattito e per l’importanza dei temi trattati. L’Associazione Nazionale Alpini dev’essere un’associazione guida. E la nostra stampa può contribuire in modo determinante a proporsi quale serio movimento di opinione, capace di trasmettere valori, ma non solo: deve indicare alla gente l’onestà di pensiero e di comportamenti . Ed ha concluso: Vi ringrazio, vi abbraccio, mi congratulo con voi. Viva l’Italia, viva gli alpini! .