Il capitano della compagnia

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    La figura che forse rimane più impressa nella memoria e nel ricordo di ogni alpino che abbia svolto il servizio militare credo sia il proprio comandante di compagnia o batteria. Al di là dei commilitoni, degli ufficiali subalterni, di qualche sottufficiale, il comandante della compagnia rimane secondo me la persona con il maggior ascendente e un riferimento costante nella quotidianità della vita militare. Ogni soldato della compagnia potrebbe riconoscere il timbro di voce del proprio capitano, tratteggiarne i lineamenti, ricordarne la postura, il passo e soprattutto il tratto. Questa premessa per dire che un giorno, trovandomi ad Aosta, ho voluto cercare e andare a trovare il mio capitano della 2ª cp. Auc, Roberto Stella, ora generale a riposo. Devo senz’altro ringraziarlo per la sua disponibilità e cortesia. Un breve incontro, dopo più di quarant’anni, che mi ha fatto immenso piacere. Abbiamo scambiato quattro chiacchere e qualche impressione su reciproci ricordi di un tempo. Ci siamo lasciati con una stretta di mano e per un attimo ho avuto la sensazione di essermi incontrato con una persona che avevo lasciato il giorno prima. Grazie capitano Stella.

    Elvio Bonomi Brentonico

    Caro Elvio, in queste righe tu affermi due verità. La prima è che i giovani, anche nella loro immaturità, sanno fiutare il valore degli uomini. Succede anche nella scuola. L’insegnante che si stima maggiormente non è quello di manica larga, ma il più preparato, ossia quello che ti “nutre” davvero. In secondo luogo, i giovani hanno un senso innato nel riconoscere i loro leader di valore. Io porterò sempre nel cuore il sten. alla Sma, Bruno Amateis. Aveva la mia anagrafe o poco più, ma una statura umana che lasciava il segno.