Il canto… della discordia

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    Ho letto sul numero di novembre il tuo editoriale “Commemorare è educare” e fui assolutamente d’accordo. Mi trovo per questo profondamente in disaccordo con la risposta che dai all’alpino Piazza, il quale sotto lo sgradevole titolo “Quelle note stonate”, considera fuori luogo e “abbastanza di sinistra” presenziare come alpini ad una manifestazione alpina in commemorazione dei Partigiani, in cui viene suonata Bella Ciao. E tu gli dai ragione. Successivamente alla lettera della Sezione di Torino “Questione Politica” tu rincari la dose suggerendo di suonare Il Silenzio. Ma questo va bene per tutti i caduti, indiscriminatamente, di qualsiasi fronte. A Viù commemoravano i caduti Partigiani e li ricordavano come esempio alle giovani generazioni. Io sono solidale con la Sezione e con il Capogruppo Teghillo. E mi sento ferito nella mia sensibilità dalla tua risposta che sopisce ma non educa. Come alpino e associato voglio dirti che io sono entrato nell’Ana non solo per rientrare in contatto con miei ex commilitoni ma perché mi riconosco nelle attività di servizio messe in atto con spirito di appartenenza solidale ad una collettività che condivide gli ideali di ripudio della guerra come strumento di offesa. Questo dice la costituzione della Repubblica Italiana cui ho giurato quando ho ricevuto le stellette. La Costituzione è nata dalla Resistenza e commemorare i Partigiani caduti non perché caduti ma in quanto Partigiani è educazione civica. Questa discriminante per me è essenziale per capire se mi trovo nell’Associazione giusta. Cantare Bella Ciao è stare fuori dalle parti politiche, ma dalla parte della Patria. Altrimenti, come si dice… è stato un piacere e ognuno per la sua strada. Ma quella che conduce lontano dalla Resistenza, che ha unito uomini tutti di un pezzo sia di centro, destra e sinistra, non mi piace, non mi piace caro direttore, specie di questi tempi in cui la grancassa della politica la si vuole mescolare alla fanfara degli alpini e qualcuno inizia ad applaudire.

    Giordano Bruno Guerrini Gruppo Genova Centro, Sezione di Genova

    Con tutto il rispetto possibile per ogni realtà associativa, un alpino non ha bisogno d’altro, se non di andare alle proprie origini e alle costituzioni dell’identità associativa, senza bisogno di fermate intermedie.