Il 9° d’oro

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    Con la cerimonia militare nella caserma Pasquali a L’Aquila del 2 luglio scorso si sono concluse in forma solenne le celebrazioni del Centenario della Bandiera di Guerra del 9º reggimento alpini, insignita della Medaglia d’Oro al Merito della Croce Rossa Italiana. Proprio il 1º luglio ricorre il centenario della consegna della Bandiera di Guerra al primo comandante del reggimento, colonnello Remigio Perretti, quando Vittorio Emanuele III suggellava la nascita del reparto – composto dai battaglioni Vicenza, Bassano, Feltre e Cividale – affidando, nel corso di una solenne cerimonia alla caserma Vittoria di Gorizia, il più alto simbolo della nazione.

    «Le gloriose tradizioni del reggimento, la sua storia e il fortissimo legame che lo lega con la sua terra e la sua cittadinanza hanno reso doveroso celebrare questa ricorrenza nella maniera più solenne possibile», ha ricordato il comandante del 9º Alpini col. Gianmarco Laurencig. Il 9º ha attraversato momenti salienti della Seconda guerra mondiale nelle Campagne di Grecia e Russia per poi servire nuovamente la Patria, una volta ricostituito, nel 1944 come battaglione alpini Abruzzi, poi rinominato “L’Aquila”. Dopo alterne vicende, nel 1996, tramite il battaglione Vicenza, la tradizione rinasce a L’Aquila con la ricostituzione del 9º reggimento alpini. E dal 1º settembre 2017 il battaglione Vicenza viene ricostituito all’interno del reggimento in configurazione di unità multifunzionale specializzata in attività di soccorso alle popolazioni colpite da pubbliche calamità.

    Le intense giornate della celebrazione del Centenario sono state organizzate in stretta collaborazione con la Sezione Abruzzi e si sono aperte il 1º luglio nella caserma Pasquali con l’onore ai Caduti da parte del comandante delle Truppe Alpine gen. C.A. Claudio Berto. La Messa presieduta dall’arcivescovo de L’Aquila, cardinale Giuseppe Petrocchi, nella monumentale basilica di San Bernardino da Siena è stata concelebrata dal cappellano militare del 9º Alpini, padre Daniele Di Sipio e da altri cappellani. «Qualunque cosa accada gli alpini ci sono e ci saranno», con queste parole il cardinale Petrocchi ha voluto sottolineare la vicinanza della comunità aquilana agli alpini in armi e agli iscritti all’Ana, durante la celebrazione alla quale ha partecipato, tra gli altri, il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè.

    Nel pomeriggio, a cura della Sezione Abruzzi, si è tenuto un convegno storico presso l’auditorium del Parco del Castello, opera realizzata dall’architetto Renzo Piano e donata a L’Aquila dalla Provincia di Trento dopo il sisma del 2009. Al contempo in piazza del Duomo è stata aperta la mostra statica di attrezzature militari e di protezione civile a cura dei nuclei di Protezione Civile dell’Ana, con mezzi, materiali e uomini dei battaglioni L’Aquila e Vicenza del 9º Alpini. Al convegno, condotto dal giornalista Massimo Alesii, hanno partecipato le principali autorità civili aquilane e abruzzesi.

    Nella sua relazione il col. Laurencig ha voluto sottolineare come il 9º sia oggi «un reggimento ispirato ai valori e alle tradizioni alpine, montanare, quali sono anche quelle aquilane, tenaci, vigorose, orgogliose e caratterizzate da fortissima resilienza e dalla volontà di essere e rimanere sempre propositivi, pronti a ripartire, come per il sisma del 2009, così per tutte le altre calamità occorse, fino ad arrivare all’attuale pandemia da Covid-19. Un reggimento molto amato sul territorio, molto amato dalla sua città, molto legato all’Ana, in particolare alla Sezione Abruzzi, con cui ha sviluppato una sinergica collaborazione, che si è concretizzata in varie esercitazioni di protezione civile».

    La resilienza delle Truppe Alpine, il reclutamento alpino nella Seconda guerra mondiale e i fattori antropologici sono stati argomenti centrali della relazione del giornalista e ricercatore storico Francesco Fagnani che ha voluto rendere omaggio al case study del reduce abruzzese Valentino Di Franco. Il Presidente della Sezione Abruzzi Pietro D’Alfonso ha evidenziato come questa ricorrenza sia anche l’occasione per ricordare i 92 anni della Sezione e come Ana e 9º Alpini abbiano lavorato fianco a fianco nel terremoto del 2009 a L’Aquila, in quello del 2012 in Pianura Padana e in altre occasioni fuori dalla regione. Anche nel periodo della pandemia la Sezione Abruzzi ha operato insieme alle Truppe Alpine nell’assistenza alla popolazione, nell’allestimento e nella gestione dei centri vaccinali, con un impegno che ha superato le 25.600 giornate/uomo.

    «La vitalità della Sezione con i suoi 198 Gruppi e 10.374 iscritti – ha concluso D’Alfonso – dimostra che in tutti questi anni gli alpini ci sono sempre stati, con attenzione umana e capacità solidale, pronti a contribuire al progresso e al benessere del nostro territorio e del nostro Paese». Al mattino del 2 luglio, di fronte allo schieramento dei battaglioni L’Aquila e Vicenza comandati dal col. Laurencig, la storica Bandiera di Guerra del 9º è stata insignita dal comandante delle Truppe Alpine gen. Berto, della Medaglia d’Oro al merito della Croce Rossa Italiana. Alla celebrazione, che ha visto una densa partecipazione dei gruppi alpini abruzzesi uniti sotto il Labaro e il vessillo della Sezione Abruzzi, hanno partecipato il Presidente nazionale Sebastiano Favero e il vice Presidente e Consigliere nazionale della Croce Rossa Italiana Rosario Maria Gianluca Valastro, oltre al sindaco de L’Aquila Pierluigi Biondi e a Marco Di Norcia, referente Aisla L’Aquila, che ha portato i saluti della sua associazione, di cui le Truppe Alpine sono ambasciatrici.

    Il requisito per il riconoscimento al merito della Medaglia d’Oro della Croce Rossa Italiana è stata l’eccezionalità per l’attività di soccorso alla popolazione svolta dal 9º Alpini nelle emergenze che hanno colpito il territorio e per il supporto logistico al Comitato Cri L’Aquila per l’attività sociale e di protezione civile, in piena condivisione con i principi e i valori del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Nel suo intervento il Presidente Favero ha reso un commosso saluto al reduce Di Franco e ha sottolineato alle truppe schierate che al loro fianco vi è una grande Associazione che vuole bene agli alpini.

    Gli ha fatto eco il gen. Berto, concludendo la cerimonia con queste parole: «La solidarietà che oggi celebriamo è la pietas che ci hanno tramandato gli antichi e che noi portiamo nelle nostre missioni militari all’estero. Noi che siamo un popolo che ha sofferto capiamo le sofferenze degli altri e siamo riconosciuti per questa qualità. Ed è qui il continuum con l’operare silenzioso dell’Associazione Nazionale Alpini».

    m.a.