I quattro coordinatori

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    Ci sono delle immagini che da sole rappresentano la storia recente e fanno volare i nostri ricordi. Ripercorrendo le vicende della Protezione Civile del 1º Raggruppamento dell’Ana, che riunisce le unità sezionali di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, ci piace evidenziare la foto scattata in occasione dell’ultimo (a causa della pandemia) raduno di Savona del 2019. Ritrae i quattro coordinatori che si sono avvicendati negli ultimi 22 anni alla guida della Protezione Civile di Raggruppamento: Gian Franco Giaj Arcota, Bruno Pavese, Gianni Gontero e Paolo Rosso.

    Volti e momenti che possiamo richiamare alla memoria grazie al contributo di due persone che, esse stesse, hanno vissuto attivamente questo lungo lasso temporale: Mauro Barbano, per lungo tempo segretario e Gianni Ravera, Presidente da molti anni della Sezione di Casale Monferrato. «Gian Franco Giaj Arcota, classe 1937, ‘alpinista’ della Sezione di Torino, Gruppo di Giaveno- Valgioie – ricorda Gianni Ravera – fu nominato coordinatore dai Presidenti del 1º Raggruppamento, andando a sostituire l’alpino Perrucchietti, iscritto alla stessa Sezione, nel corso della riunione, tenutasi ad Alessandria il 6 febbraio 1999, giusto pochi giorni dopo la mia elezione a Presidente sezionale».

    A Gian Franco subentrò Bruno Pavese, classe 1944, della Sezione e del Gruppo di Alessandria, nominato il 2 febbraio 2008, quindi l’attuale Coordinatore nazionale Gianni Gontero, classe 1965, della Sezione Valsusa, Gruppo di Sant’Ambrogio, nominato il 6 febbraio 2016, ed infine, il 15 luglio 2017, l’assemblea dei Presidenti nominò l’attuale Coordinatore, Paolo Rosso, classe 1950, della Sezione di Vercelli, Gruppo di Porta Torino. Davanti a questa fotografia altre immagini affollano la mente: sono i ricordi dell’impegno di tanti volontari della Protezione Civile, delle esercitazioni e delle emergenze condotte assieme.

    Ritornano alla mente i volti di molti amici, ancora oggi compagni nelle file dell’Associazione e di quelli che in questi anni hanno “posato lo zaino a terra”. Tutti presenti nella memoria a testimoniare il valore della partecipazione e della dedizione alla grande famiglia alpina.

    s.m.