I cimiteri dimenticati

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    Caro don Bruno, innanzi tutto complimenti a te e alla redazione per come trattate gli argomenti che poi troviamo nella nostra rivista. Da qualche tempo mi sto dedicando ad una ricerca sui cimiteri della Grande Guerra, per intenderci non sui Sacrari o sugli Ossari, questa ricerca l’ho già fatta anni fa, bensì sui luoghi di sepoltura nelle immediate vicinanze delle prime linee o degli ospedali da campo. Le difficoltà che ho incontrato e incontro sono tantissime, quando si pensa che questi luoghi di sepoltura iniziale ammontavano a più di 3.000, perché coloro che ho interpellato, Onor Caduti, o assessorati regionali alla cultura ove si sono svolti gli eventi bellici non danno corso alle richieste. Meno male che c’è Google e qualche libro su cui cercare, per cui le ricerche sin qui effettuate mi hanno dato soddisfazione, qualche cosa ho trovato. Fra le varie località identificate ho scoperto che alcuni cimiteri dismessi alla fine della guerra sono stati ripristinati e tenuti in ordine dal gruppo alpini del luogo. Sono pochissimi, molti altri completamente abbandonati, probabilmente si è più portati a ripristinare trincee e gallerie, cosa molto nobile (sono uno di quelli che hanno operato a Casara Andreon con l’amico Bruno Ostacchini) tralasciando i luoghi delle sepolture. Se ben ricordo una legge dello Stato ha definito questi luoghi sacri in perpetuo, anche i cimiteri di guerra dismessi. Ti porto un esempio per tutti, sul Monte Grappa, nelle vicinanze di Malga Pat ci sono i resti di un cimitero su cui pascolano regolarmente le mandrie. Basterebbe tanto poco, porre una croce, una targa a ricordo, creare una piccola recinzione, arriveremmo così a mettere veramente in pratica il nostro motto “Ricordare i morti aiutando i vivi”. Lancio perciò un appello ai Gruppi, alle Sezioni che hanno sede i quei luoghi o nelle vicinanze, cercate i resti di quei cimiteri e ripristinateli, sarebbe una cosa bellissima per ricordare al meglio chi è caduto per la Patria. Concludendo vi chiedo di scrivermi, inviatemi i nomi delle località dove erano questi cimiteri così potrò terminare la mia ricerca, espero.alpino@alice.it

    Espero Carraro, Gruppo di Bresso, Sezione di Milano

    Caro amico, c’è tanta nobile passione in quello che stai facendo. È vero che le cose da fare sono sempre tante, ma il rispetto dei morti ha una sua valenza morale e di civiltà che va coltivata, sia pure con i tempi necessari e le poche energie disponibili. Mi auguro davvero e spero che tanti prendano a cuore la tua proposta.