Gli alpini sono sempre un passo avanti

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    Sono un vecchio alpino della 62ª cp., btg. Bassano, sezione di prova di San Bonifacio. Leggo sempre attentamente le lettere al direttore e stavolta sono stato attratto dalla lettera “Uno stile diffuso”. Sono d’accordo quando scrive che si tratta di un degrado culturale molto diffuso, per cui la ragione lascia il posto all’arroganza e all’emotività. Ma poi penso che non sia tutta farina del loro sacco. Non passa giorno che la tv ci informi con nomi e cognomi di politicanti e magistrati corrotti, di manager pubblici che dichiarano di prendere 300mila euro invece ne prendono 650, un magna magna indescrivibile, mentre il nostro debito pubblico ormai è fuori controllo. C’è uno sperpero di denaro pubblico che supera abbondantemente l’evasione. Vorrei ricordare che gli alpini sono: agricoltori, artigiani, commercianti, piccoli impresari che devono lottare tutti i giorni con il mercato e la burocrazia. Ci vorrebbe un decreto molto severo di vilipendio alla Nazione, scritto in modo chiaro, che non si possa interpretare, così chi ruba o si fanno leggi a loro favore a nostro danno siano severamente puniti, aggiungo anche chi offende il Capo dello Stato. In autunno cosa succederà se si va avanti con questo andazzo?

    Giovanni Battista Marconi

    Caro Giovanni Battista, dici cose vere sia pure con un certo candore. È vero che il nostro Paese boccheggia per via di un debito che appare insanabile. È vero che la lotta all’evasione non sembra all’altezza di quanto dovrebbe essere fatto in un Paese civile. È vero che c’è una cultura della corruzione, il magna magna, che sembra sfacciatamente inarrestabile. Ed è vero che, se non stiamo attenti (ecco perché ho parlato di candore) anche noi alpini rischiamo di finire dentro a questa cultura, attraverso l’arte di arrangiarsi, facendo il proprio interesse e infischiandosene del bene comune. Ci vuole determinazione e coraggio per dire di no a certe logiche. Ma anche in questo gli alpini potrebbero dare prova di una cultura civile superiore.