GEMONA – Solidarietà reciproca

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    “Nel 1976, quando abbiamo vissuto il terremoto, i cantieri di Bergamo ci hanno dato una mano concreta e ora spettava a noi ricambiare”. Con queste parole, apparse sulla stampa il sindaco di Gemona Roberto Revelant ha espresso la vicinanza della sua comunità con quella bergamasca; una vicinanza che si è concretizzata con la disponibilità da parte di Gemona nell’accogliere alcune decine di salme affinché venissero cremate. Infatti, in quei giorni drammatici, le vittime provenienti dalla città di Bergamo erano troppe; per poter essere cremate in tempi ragionevoli l’amministrazione bergamasca ha inviato decine di richieste in tutto il Centro-Nord Italia per chiedere un supporto.

    Subito la città di Gemona ha garantito la propria disponibilità ad operare in tal senso, memore soprattutto della solidarietà ricevuta dopo il terremoto del 1976 attraverso l’attività degli alpini volontari che operarono nel Cantiere n. 4. Infatti in questo cantiere, erano impegnate le Sezioni di Bergamo, Brescia, Breno (ora Vallecamonica) e Salò. Così, in un clima surreale, a fine marzo, nella nostra città sono giunti i convogli militari che trasportavano le bare provenienti dalla città di Bergamo e provincia.

    Nonostante fosse stato il periodo più acuto della pandemia, la città di Gemona ha saputo garantire un’accoglienza dignitosa e adeguata. Ad accoglierli erano presenti il sindaco Roberto Revelant con la fascia tricolore e il vice sindaco Loris Cargnelutti, affiancati dal vice Presidente e Capogruppo Ana Gabriele Gubiani, dal Capogruppo di Ospedaletto Adriano Brollo e dal responsabile della Protezione Civile comunale Giuseppe Turchetti.

    A manifestare il delicato momento e la vicinanza emotiva tra queste due città sono stati portati un mazzo di rose rosse ed è stato affisso uno striscione realizzato dai bambini. È inutile nascondere come questa sia stata un’esperienza che non ha mancato di segnare gli animi; il veder giungere tutti quei convogli non poteva lasciar indifferente nessuno. Ma di fronte a questa enorme gravità la comunità di Gemona ha saputo reagire mantenendo fede a quanto ci si era ripromessi subito dopo le scosse del 1976: garantire un aiuto a tutti coloro che all’epoca si prodigarono per aiutarci a ripartire, dando così concretezza al famoso slogan “Il Friuli ringrazia e non dimentica”.

    Ivo Del Negro