Il terremoto in Molise. Dal giorno dopo gli alpini della Protezione civile dell’ANA erano nei paesi ad allestire le tendopoli, preparare i pasti, assistere anziani e bambini E a portare coraggio e una nota di buonumore.
Una panoramica della tendopoli a Rotello. In primo piano la struttura della cucina da campo della Sezione Abruzzi.
Ancora una volta gli alpini sono accorsi sui luoghi di un terremoto. Accadde in Friuli nel ’76, poi in Armenia, poi in Umbria. E ora nel Molise, nei paesi devastati da un tragico terremoto che ha seminato morte e distruzione. Gli alpini sono in tanti paesi dove la gente aspetta una nuova casa. Le ruspe hanno incominciato ad abbattere le case più pericolanti, altre saranno ridotte presto in macerie sotto gli occhi degli abitanti che in pochi, lunghissimi e tragici minuti hanno perso tutto sin dalla prima scossa di terremoto, avvenuta alle 11,30 di giovedì 31 ottobre.
Mezz’ora dopo una telefonata è giunta ad Antonio Sarti, il coordinatore della Protezione civile della nostra Associazione. Sono state subito mobilitate le squadre di pronto intervento. Con una variante: per la prima volta gli alpini non hanno operato autonomamente ma nelle colonne di soccorso delle Regioni: Abruzzi, Friuli, Emilia Romagna, Veneto, Liguria e Lombardia. Rispetto all’intervento dopo il terremoto in Umbria anche la Protezione civile nazionale, il coordinamento che fa capo al nuovo responsabile nazionale Bertolaso, ha adottato criteri suggeriti dalle negative esperienze dell’Umbria, dove i terremotati sono stati trasferiti nei container rivelatisi assolutamente inadatti anche per il protrarsi oltre ogni limite accettabile della ricostruzione.
Le tendopoli allestite in tanti paesi saranno limitate al periodo di prima emergenza. Già migliaia di persone sono state trasferite negli alberghi, nei centri turistici sulla costa. Altre alloggeranno negli chalet che vengono montati in aree preparate. Si tratta in ogni caso di una situazione che perdurerà il tempo necessario alla ricostruzione .
Ciò che si vuole da parte del coordinamento di P.C. ha detto ancora Sarti e che ci trova consenzienti, è che i terremotati non rimangano sul posto, nelle roulottes o nei containers proprio come è avvenuto in Umbria. In quest’ottica non è stato impiegato il nostro ospedale da campo: poiché l’emergenza è ormai cessata, si è preferito fare riferimento agli ospedali e alle altre strutture sanitarie delle varie località in cui sono stati sistemati i terremotati .
Permangono sul posto, per quanti hanno la casa inagibile o in attesa dell’agibilità e che vivono nei campi di emergenza, le colonne mobili regionali: quella abruzzese è composta per la quasi totalità da alpini della sezione Abruzzi come pure è composta da alpini la colonna della Regione Veneto. Metà dei volontari della colonna lombarda è composta da alpini, presenti anche nelle colonne della Liguria, del Friuli ed Emilia Romagna.
Gli alpini abruzzesi, con il presidente della sezione Capannolo e il responsabile del settore della PC Cianci, gestiscono il campo di Rotello, allestito sino dal 1º novembre. Ci sono tende con 500 posti letto, la cucina da campo della sezione sforna tre pasti al giorno per 400 terremotati. Annesso alla tendopoli c’è il campo del personale di Protezione civile, gestito dagli alpini friulani che provvedono ai pasti per tutti i volontari del campo e del paese. Friulani anche gli alpini al campo di Morrone dove, come dice il sindaco Maria D’Addario, hanno portato allegria e buonumore . Sempre friulani gli alpini che hanno montato le tende a Castellino e Petrella. Le penne nere sono attese a Casacalenda, nel cui campo di terremotati il responsabile dice che se ce li mandano saranno graditissimi, perché sappiamo quanto valgono .
I veneti hanno allestito il campo a Bonefro, a Santa Croce ci sono le penne nere della sezione Bolognese Romagnola, a Larino ci sono i veneti, con una squadra sanitaria e il valido rinforzo di un alpino della sezione di Napoli che gareggia in entusiasmo. A Montagano ci sono alpini genovesi e savonesi, che hanno allestito il campo e assistono gli anziani e i bambini. La sera del 9 ottobre hanno organizzato uno spettacolo: un coro, fra l’entusiasmo di tutti.
Ultimo, Ripabottoni, un paese del quale si parla poco ma che è stato evacuato perché sono davvero poche le case non lesionate. Ci sono gli alpini lombardi (comaschi e monzesi) e con altri volontari assistono, aiutano, intervengono dove c’è bisogno. Un alpino di Monza, Luciano Fumagalli, responsabile dell’approvvigionamento del campo, ha aperto un sito internet con le notizie sul campo e stampa un notiziario: Ripabottoni notizie , forse il primo notiziario del paese
Tutto ciò per dire che la presenza degli alpini è tutt’altro che di facciata. Forse, in questa breve cronaca che sarà seguita da altre nei prossimi numeri del giornale, avremo trascurato qualche sezione. Ne daremo a fine intervento l’elenco completo, tenendo conto che molto probabilmente per gli alpini ci saranno interventi di ricostruzione, come è avvenuto anche in Umbria, terminata la fase dell’emergenza. A tutti vada un bravi!, per quanto fanno, per come lo fanno.
(foto Nicola Rossi)
Un conto corrente per il Molise >>
Una mensa allestita dagli alpini.
Felicità è un orsacchiotto di peluche A destra: la tenda ambulatorio a Rotello: gli alpini assistono gli anziani.