AUSTRALIA A Wollongong il 20 raduno nazionale

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    La prima sensazione che si prova quando, passato il tropico del Capricorno, si osserva il sole spuntare all’orizzonte è che stia sorgendo dalla parte sbagliata. Un
    segno inequivocabile che il più vecchio continente del mondo dà, anche ad un visitatore distratto, di trovarsi nella terra delle contraddizioni. Dallo spazio che si estende sterminato, arido, inospitale, alle città affollate, con grattacieli arditi e parchi enormi, bene attrezzati e curati. Per non parlare delle campagne tenute come giardini.
    Appena si comincia a passeggiare per le vie di Sydney, Melbourne o Adelaide si scoprono i segni di una storia di appena due secoli: gli edifici fine ottocento, pochi ma eleganti, sono schiacciati dal prepotente sviluppo urbanistico degli ultimi quarant’anni. Le periferie si estendono a perdita d’occhio, per vie perpendicolari, con graziose villette, addossate le une alle altre, e giardini che farebbero la gioia dei botanici di tutto il mondo. La primavera incipiente mostra con discrezione le primizie di un ambiente favorevole alle colture esotiche.
    In questo contesto, dove tutto risente dell’impronta inglese, dall’effige della Regina sulle monete alla circolazione viaria si tiene la sinistra dalle misure in feet (piedi, n.d.r.) alla polizia che non perdona, gli italiani si inseriscono come una componente importante, attiva ed apprezzata in un processo di crescita economica e culturale di grande rilievo.
    Si muovono a loro agio, ricoprono cariche pubbliche, sono parte del mondo imprenditoriale, promuovono iniziative di carattere culturale e sociale e costituiscono una garanzia per il futuro di un Paese che dispone di potenzialità e ricchezze enormi. All’interno della Comunità italiana ci sono gli Alpini, ovviamente, e non sono secondi a nessuno. Ogni città ha il suo monumento con l’aquila dalle ali spiegate. Molti parchi sono segnati dalla presenza delle penne nere con viali, costruzioni, parco giochi e soprattutto all’interno dei Club, che proliferano ovunque, si respira l’aria alpina in mille iniziative umanitarie, gastronomiche o ludiche. Sono presenti a tutte le manifestazioni patriottiche e civili.
    L’avvenimento che riunisce tutte le sezioni A.N.A. è il Raduno Nazionale d’Australia, che quest’anno si è svolto a Wollongong il 4 e 5 ottobre 2002. E’ stato uno spettacolo veramente toccante. Vessilli e gagliardetti scortati da centinaia di penne nere, a ranghi inquadrati da baldi giovani di una volta, hanno sfilato davanti ad un folto pubblico tra il divertito e l’ammirato. Ogni gruppo era in divisa o con giaccone e cravatta rigorosamente verdi. Il cappello alpino, logoro e con le medaglie ossidate, esibito come una gloriosa bandiera.
    Tra i presenti l’alpino più anziano, Agostino Peruch, classe 1915. Di leva nel 1936, finisce in Abissinia nella Sezione Autonoma fino al’39, giusto in tempo per essere rimpatriato e spedito in Albania . Guerra contro la Grecia, occupazione, cattura da parte dei Tedeschi l’8 settembre e gita sul fronte russo, con passeggiata da Lember (Polonia) a Kiev, a scavare trincee e a sperimentare il canto delle Katiuscie. L’ospitalità di una famiglia russa lo salva ma non gli evita la prigionia. Torna in Italia nel novembre del ’45. Licenze fruite: un mese, per matrimonio.
    I riti, le bandiere, la messa celebrata dal vescovo mons. Peter Ingham e dai sacerdoti Giuseppe Canova e Angelo Gagna, hanno fatto dimenticare a tutti quanto lontano fosse il paesello lasciato da oltre quarant’anni. Lì c’era l’Italia con i suoi dialetti friulano, veneto, abruzzese e qualche infiltrazione tosco molisano lombarda, con i ricordi di persone care, di case abbandonate, di vini e formaggi che non si trovano più. E c’era soprattutto l’orgoglio d’essere Italiani e Alpini, di mostrarlo e di sentirsi ancora parte attiva nel Paese.
    Australiani, certo: d’Italia!
    A far cornice alla cerimonia, le donne: l’altra parte dell’universo alpino. Guardavano con ammirata soddisfazione il loro uomo scattare sull’attenti davanti alle bandiere, coinvolte nella ritualità di una cerimonia che sintetizza i momenti topici dell’alpinità: la Patria, la famiglia, il sacrificio, l’altruismo e un comune sentire. Partecipano attivamente alle iniziative delle sezioni e dei gruppi perché la penna ricorda il padre, il nonno, il fratello e forse anche qualche cara amicizia ormai persa nei meandri della memoria. Sono concrete, attente, legate all’Italia in modo viscerale conservandone tradizioni, ricordi, modi di vivere. Accettano con apparente rassegnazione che il loro Alpino sia sempre pronto a calcarsi in capo il suo cappello e a intraprendere viaggi di migliaia di chilometri per un raduno o una ricorrenza. Si allarmano solo quando lo vedono spegnersi davanti al televisore.
    Alla serata di gala del 4 ottobre, con oltre seicento partecipanti, erano presenti il rappresentante del Premier del NSW Colin Markham, un membro del seggio elettorale Di Keira David Campbell e il vice console italiano di Wollongong, Turo Chiodo. Il canto degli inni nazionali e il silenzio fuori ordinanza hanno riscaldato l’ambiente e diffuso un sentimento palpabile di commozione. Le cante di montagna e delle più belle canzoni d’un tempo hanno creato un’atmosfera di genuina italianità, sottolineata da un vibrante discorso del nostro vice presidente nazionale vicario Corrado Perona.
    Nel pomeriggio la convention con i presidenti delle Sezioni e i loro più stretti collaboratori. I temi di maggior interesse sono la comunicazione con la Sede Nazionale e L’Alpino. La nostra rivista è attesa e letta con grande attenzione. E’ il legame con tutti gli Alpini, la sintesi delle attività più importanti e il contenitore delle nostre riflessioni sui problemi delle Forze Armate e sul futuro dell’Associazione in Italia e all’estero. Hanno chiesto che arrivi. Magari in tempi ragionevoli. Abbiamo spiegato che in Italia esistono gli stessi problemi, ma siamo sicuri che il mal comune non li accontenta. A conclusione di due splendide giornate all’insegna dell’italianità, dell’alpinità e dell’amicizia non si può che dire: Bravi Alpini d’Australia e grazie!
    Un plauso particolare merita il presidente della Sezione di Wollongong, organizzatore della convention, Antonio Panozzo, un cimbro dell’Altipiano dei Sette Comuni.