Fiumi Sicuri 2017

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    È normale che in certi momenti e in determinate situazioni, si creino delle aspettative alte. Quando poi si è sul campo e si tocca con mano, succede che la realtà superi quello che ci si è immaginato e allora il semplice orgoglio di far parte della grande famiglia alpina va oltre, diventa emozione. Un sentimento che nasce dentro e ti porta a dire “Complimenti, ragazzi!”. E “Fiumi Sicuri 2017”, è stato questo: l’esercitazione del 2º Raggruppamento nella Bassa Bergamasca, che ha coinvolto 980 volontari di Lombardia ed Emilia Romagna, dispiegati in 17 cantieri nei territori di 12 Comuni con il grande campo base a Scanzorosciate. 

     

    Una serie di interventi di prevenzione, di attività strategica per la Protezione Civile al pari, se non di più, degli interventi emergenziali, di messa in sicurezza di alcuni tratti di fiumi e torrenti considerati maggiormente a rischio, con la realizzazione di 17 cantieri di lavoro finalizzati a liberare gli alvei, gli argini e i manufatti coperti da essenze arboree e arbustive, oltre che dai rifiuti o altro materiale abbandonato che ostacolavano il corretto deflusso delle acque. Si è testata, allo stesso tempo, la capacità dei volontari e l’efficienza dell’apparato operativo nell’organizzazione dell’operazione, simulando le fasi di un intervento emergenziale, allertamento personale, trasferimenti, montaggio del campo e adottando procedure operative efficaci e coerenti con la normativa in materia di sicurezza.

    Un territorio, quello del 2º Raggruppamento, storicamente terra di alpini, con numeri importanti e con una cultura ben definita e particolare. A Bergamo, come peraltro già verificato anche in altre realtà simili, ho visto di più: oltre alle penne nere, che il servizio militare nelle Truppe Alpine ha forgiato, tanti Amici degli alpini e tanti Aggregati che hanno dato l’anima, ho visto donne e giovani lavorare in modo encomiabile negli alvei, pulire e trasportare tronchi. E questo è un merito immenso degli alpini, di quelli con la penna.

    Hanno saputo far nascere, nei loro territori, sentimenti, affetti e attenzioni forti tanto da riuscire davvero a riunire tutti, coloro che la penna la portano sul cappello avendo prestato servizio nelle Truppe Alpine insieme a coloro che, per molteplici ragioni, non hanno avuto questa opportunità, e che quindi la penna la portano nel cuore, contribuendo ad allargare la grande famiglia alpina sotto valori talmente forti da rappresentare un futuro su cui contare. E quindi, anche per questo, complimenti ragazzi, e grazie!

    Gianni Gontero
    pc.coord.naz@ana.it