Un cappello alpino da record, del peso di 3 quintali, svetta dalla sommità della colonna dorica in piazza Zanella a Chiampo (Vicenza) a far da richiamo al raduno del 3º Raggruppamento dell’Ana dal 15 al 17 settembre. Chiampo, posto nel mezzo della vallata omonima, dove l’economia è basata sulla lavorazione del marmo, la lavorazione della pelle, la produzione di miele, il tartufo di Marana, la “cincionela co la rava” (la salsiccia con la rapa, n.d.r.), il vino durello e recioto. E infine l’acqua, dell’Agno e del Chiampo, a far sì che questa vallata sia fertile e rigogliosa. Una vallata che però ha conosciuto le atrocità e la carestia durante i secoli, non soltanto durante la Prima Guerra Mondiale in cui, all’indomani della Strafexpedition le genti furono costrette a sfollare ingrossando le fila del profugato, ma anche subito dopo l’Unità d’Italia.
E proprio questi avvenimenti hanno forgiato il carattere degli abitanti della Valchiampo, rendendoli laboriosi e aperti, pronti ad accogliere gli altri, come hanno dimostrato nei tre giorni del raduno del Triveneto. Il raduno del 3º Raggruppamento è stato l’evento che ha celebrato simultaneamente il 95º anniversario di fondazione della Sezione di Vicenza “Monte Pasubio”, il 95º di fondazione del Gruppo di Montebello Vicentino, il 90º del Gruppo di Arzignano, il 70º del Gruppo di Gambellara, il 30º di fondazione della squadra di Protezione Civile Ana Valchiampo.
Il raduno ha aperto i battenti venerdì 15 settembre con la serata musical-teatrale “E tu Austria” presso l’auditorium comunale, condotta da un gruppo locale di giovani artisti, “I musicanti di Vicolo Zanella”. Sabato 16 settembre la città di Chiampo ha voluto conferire la cittadinanza onoraria all’Ana con una delibera votata all’unanimità dal consiglio comunale nel novembre 2016. Il sindaco Macilotti ha illustrato le motivazioni: “Perché la nostra città e la nostra vallata hanno una vocazione fortemente alpina; perché le penne nere offrono un servizio indispensabile, perché hanno capacità di far memoria; perché sempre presenti quando il nostro territorio mostra le sue vulnerabilità”.
Il Presidente nazionale Favero, ringraziando l’amministrazione comunale e la cittadinanza tutta per questa onorificenza, è tornato a chiedere a gran voce il ripristino della leva obbligatoria, perché la leva sapeva essere momento di educazione e crescita civica dell’essere umano. Nel pomeriggio, alcuni alpini paracadutisti in congedo hanno eseguito lanci ed esibizioni; a seguire, le cerimonie ufficiali di apertura con l’alzabandiera, l’onore ai Caduti e la Messa in duomo. Il sabato sera non potevano mancare i concerti: a Chiampo si è esibita la Fanfara dei Congedati della brigata alpina Tridentina, alternata con il Coro dei Congedati della brigata alpina Cadore, mentre al teatro Mattarello di Arzignano, la fanfara dei Congedati della brigata alpina Cadore.
Il giorno della sfilata del raduno del Triveneto, le cifre parlano della presenza di tutte le 25 Sezioni del 3º Raggruppamento, 15 vessilli di Sezioni ospiti e 5 gagliardetti, 109 gagliardetti della Sezione di Vicenza, 144 volontari delle squadre di Protezione Civile della Sezione di Vicenza che hanno collaborato con la Polizia locale per la gestione della viabilità e curato tutti i collegamenti radio, 3 squadre antincendio che hanno collaborato strettamente con i Vigili del Fuoco, la sala operativa della Pc attiva da prima dell’alba fino al tramonto, le squadre sanitarie composte da 50 volontari della Sezione che hanno approntato e gestito il Posto Medico Avanzato e seguito la sfilata ed il pubblico con le squadre a piedi con a disposizione 6 ambulanze, 39 volontari del Son, 20mila alpini in sfilata con altrettanto pubblico, 250 pullman, 120 camper, 2mila auto; per gli stand gastronomici sono stati coinvolti 15 tra comitati e associazioni, con l’impiego di 330 persone. È stata anche l’adunata delle donne: molte le alpine in armi e in congedo, numerose le non alpine facenti parte delle squadre di Protezione Civile e sanitarie e, per la prima volta, anche il gruppo delle Penne Rosa della Sezione di Vicenza.
La sicurezza è stata garantita dalle Forze dell’Ordine, presenti sia in assetto antiterroristico che in borghese, pronti ad intervenire in caso di necessità. Inoltre i due varchi di accesso alle aree di maggior assembramento sono stati bloccati con autoarticolati privati che le aziende del luogo hanno messo a disposizione, posizionati di traverso sui ponti lungo il torrente. Per il controllo delle auto in arrivo è stato utilizzato un targasystem come previsto dal piano di sicurezza stabilito dalla Questura. Al termine delle celebrazioni si è svolta la cerimonia del “passaggio della stecca” tra la Sezione di Vicenza “Monte Pasubio” e la Sezione di Vittorio Veneto che ospiterà il raduno del Triveneto del 2018.
Monica Cusinato
monica.cusinato@alice.it
ALPINI… IN ROSA!
Le Penne Rosa della Sezione di Vicenza, coordinate da Annalisa Gambaretto, in collaborazione con il gruppo alpini “M. Pagani” di Arzignano, hanno aperto la settimana dedicata al raduno del Triveneto Valchiampo con un convegno tutto al femminile dal titolo “La forza delle donne e i valori alpini”, presso la biblioteca “G. Bedeschi” di Arzignano.
La serata ha avuto lo scopo di far conoscere ad un mondo non più esclusivamente maschile come quello degli alpini, un aspetto inedito dello stesso: la vita militare e familiare vista dalla parte di chi ha scelto di indossare la divisa, ma anche di chi ha scelto un militare come compagno di vita, condividendone i principi, le responsabilità, le preoccupazioni e le emozioni.
La serata, presentata magistralmente da Martina Raso, ha visto l’intervento di sette relatrici: Sorella Anna Appiani, ispettrice del Corpo delle infermiere volontarie di Croce Rossa con Sorella Monica Cusinato, la Signora Stefania, moglie del luogotenente Mario Schiavo del 7º Alpini, il caporale Ilaria Zappa e il caporalmaggiore Lisa Menon del 7º Alpini di Belluno, in rappresentanza delle alpine in armi, Sara Benetti e Giulia Ossato in rappresentanza delle alpine congedate, nonché componenti del gruppo delle Penne Rosa. Il Presidente Luciano Cherobin, consapevole che i detrattori di questa “costola femminile” della Sezione sono molti, ha spiegato il vero ruolo delle Penne Rosa: «Uno dei motti dell’Ana – dice Cherobin – è ‘ricordare i morti aiutando i vivi’, rafforzato e previsto dall’art. 2 dello Statuto dell’Ana: pertanto, compito dell’Ana è di essere l’anello di congiunzione tra i militari e la società civile.
Noi alpini dell’Associazione ci posizioniamo in linea temporale tra chi ha dato la vita per la Patria e coloro che la stanno rischiando per salvaguardare i nostri valori, la nostra libertà e la nostra democrazia: aiutare le famiglie dei soldati con iniziative come quelle messe in atto dalle Penne Rosa, significa assolvere il compito che per statuto abbiamo. Dobbiamo ‘far famiglia’ e stringersi attorno ai nostri militari. E se qualcuno, tra cui molti alpini della Sezione, non aveva capito l’obiettivo di questo team di donne nato nel 2013, questa serata di sicuro ha raggiunto lo scopo di far conoscere l’importanza di averle a fianco in Sezione, e sono sicuro che altre sezioni d’Italia vorranno imitarci». m.c.