Fameja Alpina festeggia il cinquantesimo… a scuola

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    Dopo quella di Luino, una seconda conferenza di giornalismo è stata organizzata a Treviso

    Si può celebrare il cinquantesimo di fondazione di un periodico della stampa alpina, senza indulgere alla semplice rievocazione? Si può ricordare una storia pur gloriosa guardando al presente e al futuro del giornalismo alpino?Si può fare, se la cerimonia diventa un’intensa e operativa occasione di studio della tecnica giornalistica. È il caso del 50º anniversario di Fameja Alpina , voce degli alpini della sezione di Treviso, che il 9 ottobre 2004 ha riunito per il convegno triveneto della stampa alpina i rappresentanti di 15 periodici (su 30 contattati), nella cornice di villa Rubbi Serena di Paderno di Ponzano Veneto.

    Relatore del convegno è stato Giangaspare Basile, caporedattore de L’Alpino, presenti il presidente sezionale Luigi Casagrande, il direttore di Fameja Alpina Piero Biral, il presidente del consiglio comunale di Ponzano Veneto, Lucio Favretto, nelle veci del sindaco e il capitano Usai, addetto stampa del Triveneto per il Comando Truppe alpine, proveniente dal 7º rgt. di Feltre.

    Basile ha illustrato alcuni aspetti del mestiere, un utile promemoria per i partecipanti, giornalisti sì, ma solo per spirito di servizio alpino. Preciso ed esauriente, a volte ironico e pungente, ha parlato del lavoro redazionale: il ruolo del direttore, il timone e il menabò, la selezione delle fotografie, la struttura della pagina, l’impaginazione del giornale, la scaletta dell’articolo, la comunicazione con l’esterno e la comunicazione multimediale.

    Come elemento di fondo, il rispetto di un fondamentale criterio quasi un impegno etico di chi scrive: il dovere della chiarezza, unito alla capacità di sintesi.
    Richiamandosi al filosofo Ludwig Wittgenstein, ha infatti affermato: Tutto quanto si dice, si può dire semplicemente .
    Un invito all’onestà intellettuale, coniugata con il richiamo alla costante attenzione alla complessa e mutevole realtà che ci circonda e che impone anche alla stampa alpina di prendere posizione, pur con la dovuta cautela, ai cambiamenti epocali che stiamo vivendo.

    Disponibile dunque a capire i tempi, la nostra stampa non può perciò limitarsi alla sola celebrazione d’un patrimonio di valori, pur essenziale all’identità alpina e irrinunciabile. Significativo è stato anche l’intervento di Simona Pacini, del Gazzettino alla quale è stato assegnato il Premio giornalista dell’anno 2003 , e che dal 2002 per l’edizione di Belluno del suo giornale pubblica una apprezzatissima pagina dedicata agli alpini.

    La giornata di studio si può dire perfettamente riuscita, anche grazie al patrocinio della Provincia di Treviso e al sostegno organizzativo e logistico del locale gruppo degli alpini di Ponzano, che si sono prodigati come Protezione Civile (anche lungo il percorso per indicare la strada ai congressisti) e nell’offrire il pranzo agli invitati. Nella sera del venerdì 8, invece, il piacere di allestire la cena cui ha partecipato anche la redazione di Fameja Alpina e il presidente Casagrande, era spettato al gruppo di Cendon.
    È stata una buona e utile esperienza: peccato per gli assenti, perché, in questo mestiere c’è sempre da imparare .

    La redazione di Fameja Alpina