‘Facciamo adunata, resuscitati dell’Ortigara…!’

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    Il pellegrinaggio sulla montagna sacra agli alpini.

    di Cesare Di Dato

     

     

    Gli onori ai Caduti austro ungarici, con la deposizione di una corona al cippo che li ricorda sull’Ortigara, sulla punta attigua alla Colonna Mozza.

     

     

    Cosa dire dell’Ortigara che non sia gi stato scritto?Penso pi nulla, in quanto tragedia nella tragedia immane della prima guerra mondiale che insisto a definire,
    con l’esperienza di oggi, la prima guerra civile europea.
    Perci cosa difficile descrivere con parole nuove la cerimonia, opportunamente chiamata pellegrinaggio, che gli alpini di Asiago, Marostica e Verona organizzano al Monte Ortigara e, subito dopo, a Monte Lozze.
    Ma conviene tentare: alle otto del mattino del 14 luglio 2002 sulla cima dell’Ortigara S.Messa officiata da don Rino Massella, cappellano alpino della sezione di Verona e deposizione di corone a quota 2105 e al cippo austriaco; consueta doppia cerimonia a significare come la contesa di ieri sia ormai svanita nel nulla per lasciar posto, nei nipoti dei contendenti, a sentimenti di reciproca stima.
    Vorremmo tanto che la stessa accadesse per i contrasti che tuttora dividono alcuni italiani che 57 anni fa uscirono dalla ben peggiore guerra civile nazionale.
    Tre ore dopo, lo scenario si sposta alla chiesetta del Lozze, dove nel frattempo era convenuta, ma non una novit, una grande folla proveniente direttamente da Asiago.
    Dopo gli onori al Labaro Nazionale, il presidente della sezione di Marostica, Roberto Genero legge, soffocando a stento la commozione, la lettera che il tenente Adolfo Ferrero, del battaglione Val Dora scrisse ai genitori il 18 giugno 1917 poche ore prima di cadere da eroe; lettera di sublime bellezza per la serenit che promana pur nella certezza della sicura morte incombente: un documento che andrebbe letto nelle scuole al fine di convincere le giovani generazioni che esistono ben altri eroi oltre a futili campioni del volante o a mercenari del pallone.
    Corrado Perona, vice presidente nazionale vicario, tiene da par suo l’orazione ufficiale trascinando pi volte il pubblico all’applauso; un discorso che tocca i pi reconditi sentimenti, diretto specialmente ai giovani e tra questi ai giovani volontari del 2 reggimento genio guastatori di Trento, che prestano servizio d’onore. Osservo la loro espressione: sono seri, compresi, dimostrano di seguire quelle parole che, mi auguro, tra qualche anno germoglieranno in alcuni di loro sotto forma di nuove idee e di nuove iniziative per la nostra Associazione. Conclude la messa, celebrata ancora da don Massella, che nell’omelia pronuncia elevate parole di amor di Patria e di attaccamento alla penna.
    Tra i numerosi ospiti meritano un cenno gli immancabili Kaiserschuetzen con le fastose uniformi da parata e con i vessilli della loro associazione, guidati dal senatore Klaus Wittauer. Da sottolineare la presenza, numerosa e festosamente rumorosa, di molti giovani alpini, ottimo segno per il nostro futuro.
    Il coro di Monte Galletto di Bussoleno (VR) e la fanfara Monte Grappa di Bassano hanno assicurato l’accompagnamento di tutta la manifestazione.
    Ritengo doveroso, per la memoria dei 12.500 alpini Caduti sull’Ortigara, appartenenti a 22 battaglioni, concludere con le parole tratte da un magistrale articolo che Paolo Monelli scrisse nel 1920 proprio per l’ANA, allora ancora ai suoi primi passi:
    mi rividi sperduto per la sassaia maledetta, nella busa formicolante di putridume e di vita devastata, incenerita, isterilita, oscena di neve e di marciume, di mughi morti e di materiali abbandonati, abbacinata da quelle vampe fragorose: l’altare della nostra passione, alpini che avete avuto la sventura e la gloria di superarlo di corsa, sotto quel destino sguaiato che tirava gi manate di mitraglia e saette di fucileria.
    B, facciamo adunata risuscitati dell’Ortigara e mettiamoci a ricordare insieme. Che cosa importa se sembreremo monotoni, se ripeteremo parole a cui il troppo uso tolse ogni crudezza: mitraglia, granata, bomba a mano, le parole che suonano s sconce nella bocca dei profani e scocceremo ancora una volta il prossimo con gli eterni Ti ricordi?
    E parliamo della battaglia dell’Ortigara, della nostra vera battaglia, alpini dallo spirito di Corpo modesto e scontroso, la battaglia dei sacrificati e dei senza gloria. Il bollettino del Comando supremo non dedic che poche righe, in due volte, alla nostra passione; ma vi ricordate come parlarono per pi di un mese le colonne degli annunci funebri del Corriere?
    Quello fu un ruolino ragazzi! Pareva che non ci fossero pi che alpini sulla fronte, tutti l in fila per quattro, un passo avanti chi deve morire o lasciarcene un pezzo. dopo due anni di dura guerra ventidue battaglioni scavalcarono senza un ostia! le rocce della Caldera, si gettarono fuori dall’ultimo reticolato, presero le posizioni che c’era l’ordine di prendere, vi si inchiodarono sopra, vi rimasero in olocausto per venti giorni perch il resto dell’azione non ebbe l’esito sperato e manc il coraggio, in alto, di richiamare indietro a tempo mentre sarebbe stata minor follia buttarli ancor pi avanti. e parecchi battaglioni furon distrutti due volte: ch quelli disfatti i primi giorni rientrarono alla Caldera, si rimpolpettarono con le reclutine delle ultime classi spedite su in fretta da Arsi e Primolano, e tornarono fuori. Pi tardi cercavamo invano il novantotto e il novantasette nei battaglioni. Risposta: se ne sono andati tutti all’Ortigara
    Meditiamo su queste parole scritte da un grande scrittore che partecip all’azione in prima persona. A 85 anni di distanza l’unico omaggio che possiamo fare alla memoria di tutti i partecipanti di allora.
    Che questo ricordo continui nei decenni a venire.

     

    La chiesetta di Lozze. Nell’ossario vengono ancor oggi portati resti di combattenti italiani e austro ungarici recuperati sulla montagna teatro di lunghissimi e terribili scontri.

     

    Un momento della Messa al Lozze, alla quale hanno presenziato migliaia di penne nere.

     

    Il picchetto armato di alpini che hanno assistito alla Messa alla chiesetta del Lozze. Era presente anche una rappresentanza di Kaiserjaeger austriaci guidata da un consigliere del Tirolo.

     

     

    (fotoservizio di Guido Comandulli)