La quarta edizione di Vardirex, Various Disaster Relief Management Exercise, l’esercitazione di Protezione Civile condotta in modo congiunto tra gli assetti delle Truppe Alpine e le squadre specialistiche formate dai volontari della Protezione Civile dell’Ana, si è tenuta a novembre. Ha coinvolto i Comuni di Monza e Cesano Maderno, per quanto concerne lo scenario idrogeologico, Salò e Toscolano Maderno per lo scenario sismico, mentre per le telecomunicazioni la base della Colonna mobile nazionale Ana è stata allestita a Campiglia dei Berici, in provincia di Vicenza.
Lo scopo di Vardirex 2021, del resto molto simile a quello delle edizioni precedenti, recitava: “Accrescere i presupposti per il conseguimento di una sinergica capacità di risposta alle situazioni emergenziali complesse tra l’Associazione Nazionale Alpini e le Forze Armate quale concreto strumento integrato a supporto del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile”. Possiamo affermare, senza timore di essere smentiti, che gli alpini sono andati ben oltre il livello di eccellenza. L’esercitazione ha dimostrato come la sinergia operativa tra le componenti sia un patrimonio acquisito da conservare e, laddove possibile, da accrescere.
Pc Ana ed Esercito hanno schierato più di 350 persone, assetti specialistici, numerosi mezzi e materiali tecnici provenienti principalmente dalla brigata alpina Taurinense e Julia, militari e volontari del sistema di Protezione Civile. Il documento di impianto di Vardirex 2021, infatti, pur evidenziando l’intento di andare a testare e verificare l’operatività sinergica e la capacità di intervento delle varie strutture specialistiche delle componenti militari e di volontariato della nostra Protezione Civile, di fatto poneva l’attenzione su due assetti specifici della Pc Ana: la specialità droni e le telecomunicazioni. Le squadre droni, con i loro velivoli a pilotaggio remoto, sono state impiegate per la prima volta nello scenario sismico di Toscolano Maderno per la ricerca sul territorio di persone scomparse, facendo uso anche di termocamere per evidenziare le differenze di calore e, grazie agli strumenti messi in campo dalla sottocommissione Tlc, inviando le immagini alle varie sale operative sul territorio e alla “sala decisioni” a Campiglia dei Berici, consentendo la corretta trasmissione delle informazioni e di conseguenza il corretto flusso decisionale.
Innovativo e rivoluzionario per il mondo delle telecomunicazioni, è stato quello che la sottocommissione Tlc ha reso disponibile proprio a Campiglia dei Berici, dove è stata allestita una sala radio configurata in modo da poter testare e gestire una rete di comunicazione mista civile-militare in ambito di protezione civile, tramite infrastrutture ibride, con software di proprietà dell’Ana. In tal modo è stata resa disponibile una struttura facilmente gestibile in tempo reale per connettere tra loro reti radio operanti su sistemi e frequenze diverse, compresi i dispositivi di telefonia cellulare, così da consentire le comunicazioni immediate e dirette fra i vari operatori dislocati sul territorio.
Un sistema rivoluzionario, nemmeno immaginabile in passato, che ha ricevuto il plauso del comandante delle Truppe Alpine, gen. C.A. Ignazio Gamba, che ha esclamato: «Questo sistema lo vogliamo anche noi!». Positive sono state le considerazioni raccolte dai vertici Ana. «Vorrei ringraziare tutti i volontari che dall’inizio della pandemia ad oggi e, anche domani, continuano nel loro operato giornaliero, tante volte a scapito dei loro familiari – ha dichiarato il Consigliere nazionale e responsabile della Commissione di Pc Alessandro Trovant. L’importanza di questa esercitazione rende onore all’Ana ma, in particolare, a tutti i volontari per l’impegno profuso».
Anche il vice Presidente Giancarlo Bosetti è sulla stessa linea di pensiero: «Direi che ormai, in queste quattro esercitazioni congiunte, e nelle altre che abbiamo fatto sul territorio nazionale, tra Esercito e alpini c’è veramente un grande feeling e spero che, con l’Esercito e gli alpini da una parte e il Dipartimento che ci appoggia e ci supporta sempre, si riescano a fare cose egregie anche in futuro per il nostro Paese che ha bisogno di noi».
Il Presidente nazionale Sebastiano Favero, dopo aver sottolineato la consolidata positività del rapporto tra Ana, Dipartimento di Protezione Civile e Truppe Alpine, ha ricordato dimensioni ed efficacia dello strumento di Protezione Civile Ana, che conta «su circa quattordicimila uomini tutti addestrati e qualificati». Il Presidente ha sottolineato che esercitazioni come Vardirex, «lanciano messaggi fondamentali, soprattutto ai giovani il cui impegno è di grande importanza per il Paese ed ha ricordato l’esperienza formativa dei campi scuola per ragazzi e ragazze dai 16 ai 25, avviata quest’anno dall’Ana, in cui i giovani si sono confrontati con le realtà degli alpini e della Protezione Civile, traendone esperienze giudicate unanimemente positive».
Lo scenario di Monza e Cesano Maderno
In Brianza è stata condotta la pulizia preventiva dell’alveo del fiume Lambro al fine di scongiurarne eventuali esondazioni e il pompaggio delle acque mediante idrovore ad alta capacità nel Parco di Monza. «Qui a Monza Brianza – illustra Luca Brandiele, referente nazionale per la specialità idrogeologica – abbiamo realizzato questo sistema di pompaggio ad alta capacità; abbiamo allestito 1.700 metri di tubazioni, con tre pompe Godwin provenienti dai tre Raggruppamenti, proprio per andare a realizzare un bypass a seguito di uno smottamento di una parte di argine che poteva mettere in pericolo la città di Monza. Questo intervento è servito per scaricare la pressione a monte e riportarla a valle, dopo il lavoro, eseguito nell’altro cantiere, di movimento terra per la pulizia e la messa in sicurezza del Lambro». Attività che, all’interno del Parco reale di Monza, hanno avuto un prologo qualche giorno prima di Vardirex, quando è stata realizzata un’esercitazione idrogeologica che ha coinvolto i volontari dell’Ana e i militari delle Truppe Alpine e tutte le componenti del sistema di Pc provinciale di Monza Brianza.
Lo scenario di Salò e Toscolano Maderno
Sulla sponda lombarda del Lago di Garda un sisma di magnitudo 5.6 della scala Richter con epicentro tra Salò e Vobarno (intensità teorica all’epicentro dell’8° grado della scala Mercalli), ha interessato 66 Comuni, determinando 2.202 sfollati. Le montagne circostanti, purtroppo, sono molto poco avvezze agli scossoni e, dunque, una serie di frane hanno interrotto la viabilità ordinaria con la conseguente difficoltà per i soccorsi sanitari di raggiungere le strutture nosocomiali della zona. Inoltre, la stretta Valle delle Cartiere è completamente isolata e si registrano persone disperse e potenzialmente ferite. La necessità di allestire un Posto Medico Avanzato di 2° livello costringe la Sanità Alpina del Gimca a raggiungere la zona via lago, a bordo del traghetto tra Torri del Benaco e Maderno. Una volta attraversato il lago, la colonna della Sanità Alpina, completata da alcuni mezzi dell’Esercito a supporto logistico, prende la strada di Gaino, dove vengono installate le tende e le strutture del Posti medici avanzati, mentre affluiscono, sempre via lago, autoambulanze e mezzi di soccorso. A Gaino i volontari della Sanità Alpina, guidati dalla direttrice sanitaria Federica De Giuli e dal direttore logistico Antonio Tonarelli, in poche ore rendono operativa la struttura che si preoccuperà di accogliere i feriti, di stabilizzarli e di decidere se trasferirli presso un centro ospedaliero vicino in ambulanza oppure utilizzando l’elicottero messo a disposizione dall’Aves. Intanto i droni, i velivoli a pilotaggio remoto, scandagliano la Valle delle Cartiere, con videocamere tradizionali e con termocamere: le immagini vengono rimbalzate in tempo reale alle varie sale operative e alle sale decisioni, grazie al supporto fornito dalla sottocommissione Tlc. Il primo disperso avvistato si trova in un punto completamente inaccessibile da mezzi o da velivoli, stante il versante della valle e la vegetazione. Se ne occupa un militare del plotone dell’Esercito sloveno (i militari sloveni sono ospiti e osservatori invitati dal comando delle Truppe Alpine). Operazione riuscita, ma a causa delle condizioni critiche del ferito (un manichino), viene richiesto l’intervento dell’elicottero dell’Aves che non potendo atterrare a causa della vegetazione, preleva il ferito con il verricello e lo porterà al Posto medico avanzato della Sanità Alpina per le valutazioni cliniche e terapeutiche del caso. Un’operazione complessa, questa, che verrà ripetuta pochi minuti dopo, quando anche il secondo ferito verrà rilevato dai droni e trasportato in elicottero. Nel pomeriggio alcuni sfollati, nel comune di Toscolano Maderno, vengono evacuati via lago attraverso dei barchini a chiglia rigida, oppure a mezzo di una teleferica montata sulla foce del torrente Toscolano; per il loro triage viene predisposto, sulle rive del Benaco, un ulteriore Posto medico avanzato. Per tutta la durata dell’esercitazione Vardirex 2021, per accogliere sia i volontari della Pc Ana, sia i militari delle Truppe Alpine, è stato predisposto a Salò in località Cunettone, un campo completo, attrezzato di cucine e refettorio.
Presente e futuro
Mentre in autostrada rientro verso casa, mi trovo a pensare come sia curiosa la nostra società civile: sto pensando a quante polemiche circa quel passaggio “rendi forte le nostre Armi”, contenuto nella nostra meravigliosa Preghiera dell’Alpino. Le nostre armi non sono fucile e moschetto, ma la competenza, la solidarietà, lo spirito di sacrificio, la disponibilità e la generosità verso il prossimo, il nostro innato senso del dovere, armi che hanno decretato anche il successo di Vardirex. Queste sono le armi degli alpini, questi sono gli alpini dei quali il nostro Paese ha bisogno. Spenti i riflettori sugli scenari teatro della quarta edizione di Vardirex, è facile pensare che in un futuro prossimo, Ana e Truppe Alpine, dovranno affrontare un percorso di lavoro per redigere un’unica documentazione da adottare in caso di assetto misto in situazioni emergenziali complesse. Ottimizzare il supporto all’Esercito Italiano in attività emergenziali di competenza della Protezione Civile, in caso di allertamento per pubblica calamità, non è che un primo passo compiuto. L’obiettivo ora, sulla base dell’esperienza fatta, è di regolamentare tale collaborazione. «Dobbiamo prevedere la creazione di regole per poter utilizzare questo tipo di assetto misto – spiega il Coordinatore nazionale della Protezione Civile Ana Andrea Da Broi – confrontandoci con il Dipartimento, con lo Stato Maggiore Esercito e capire come gli obiettivi di integrazione raggiunti possano essere resi attuativi in caso di necessità reale. Un traguardo fondamentale, da raggiungere nel corso del 2022».
Stefano Meroni