Erano alpini?

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    Il 28 settembre di 75 anni fa si concludeva a Cefalonia, Corfù e Santa Maura l’eccidio della divisione di fanteria da montagna Acqui. Faceva parte della grande unità il 33º rgt. artiglieria campale e, in considerazione della qualifica della Divisione, due suoi gruppi erano someggiati ed uno carrellato. A suo tempo lessi il libro di padre Formato su quei tragici avvenimenti e l’ho riletto in questi giorni. Mi sono soffermato sulle fotografie degli artiglieri e tutti avevano il cappello alpino, curiosando sui vari siti che ricordano quei giorni ne ho avuto conferma. Anche il col. Romagnoli Movm, comandante del rgt., è riportato con il nostro cappello. Questi artiglieri si possono considerare alpini? (Il 33º si formò a Fossano e si compattò in Val Stura). Personalmente considero la sfortunata impresa della Acqui il primo atto della Guerra di Liberazione del Regio Esercito che proseguì nei balcani con la divisione Garibaldi, a Montelungo e via via in tutta Italia sino al 19 aprile 1945 a Poggio Scanno alle porte di Bologna, ad opera dei bersaglieri del btg. Goito. L’eccidio fu dimenticato per lungo tempo, poi è stato commemorato dai Presidenti della Repubblica Ciampi e Napolitano ma, ultimamente, ho l’impressione che sia caduto nuovamente nell’oblio.

    Placido Guerra

    Da quanto mi risulta solo il gruppo someggiato, ossia che si serviva di quadrupedi per il trasporto, usava le stesse armi usate dagli artiglieri alpini e quindi anche il cappello. Il quale era identico nella forma ma diverso nel fregio. E quindi non sono considerabili alpini.