Nel mese di novembre l’ennesima allerta meteo ha visto colorare di rosso il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, siamo rimasti con il fiato sospeso ricordando i giorni di Vaia, ma fortunatamente nonostante l’intensità della perturbazione sia stata importante, l’impatto sul territorio non ha causato gli stessi effetti lasciando tuttavia svariati piccoli smottamenti ed esondazioni di corsi d’acqua secondari.
Purtroppo però, come ormai di consuetudine, altri territori sono stati gravemente colpiti e questa volta è toccato alla Toscana, in particolare alla zona nord di Firenze. Nella notte tra giovedì e venerdì 3 novembre sono iniziate le telefonate e gli scambi con il dipartimento per configurare la Colonna mobile in base alle necessità emergenti sul territorio: informazioni confuse e a volte contradditorie come capita di consueto nelle prime fasi dell’emergenza.
Alle 7 di venerdì mattina, comunque, la componente Ana della Colonna mobile regionale Lombardia con il nucleo pompaggio ad alta capacità diretta, era già sulla strada per Campi Bisenzio (Firenze), una delle aree che risulterà maggiormente colpite. Viene attivata la sala operativa nazionale di Campiglia dei Berici e attivati i componenti del nucleo di ricognizione con appuntamento, entro tarda mattinata, per la riunione di coordinamento. Alle 12 il nucleo è in viaggio composto da 5 unità, due ricognitori e tre di supporto (segreteria e telecomunicazioni) sul mezzo Ucl (Unità di coordinamento locale) destinazione sala operativa regionale della Toscana a Firenze. Nel frattempo, una prima aliquota di volontari della Cmn con le pompe ad alta capacità, si mette in movimento con destinazione dapprima incognita, poi dopo gli incontri in Regione e le prime ricognizioni, viene definita la destinazione: Campi Bisenzio, ad affiancare la componente Ana della Lombardia già operativa.
La prima notte, grazie all’infinita disponibilità della Sezione di Firenze, l’abbiamo passata nelle stanze della sede sezionale in pieno centro a Firenze, dove abbiamo anche consumato un superbo rancio alpino; alle 4 sveglia e partenza per la destinazione assegnataci: all’arrivo si ci ritroviamo in un quartiere completamente allagato con la gente in preda alla disperazione, 50 cm d’acqua di media sulle strade in un’area di circa 1 km x 1 km. Una sacca, una situazione estremamente complicata in quanto il problema maggiore è dove scaricare l’acqua. Dopo una breve ricognizione e un confronto si decide di pompare nei canali, distanze medie tra i 500 e 1000 m, si iniziano a mettere in batteria le grosse pompe.
L’attività prosegue giorno e notte e in 36 ore, insieme alla componente di Regione Lombardia, si riescono a pompare 85.000 metri cubi nei canali e si iniziano a rivedere le strade e la speranza che compare nei volti degli abitanti che continuano a dire: «Incredibile che siano venuti a salvarci gli alpini» e che lavorano al nostro fianco aiutandoci nelle attività con attrezzi e mettendo a disposizione le proprie abitazioni, portando un caffè o qualcosa da mangiare ai ragazzi che lavorano senza sosta rendendo onore alla divisa che portano e alla nostra Associazione. Le attività continuano turnando volontari da tutti i Raggruppamenti, la sala operativa organizza e gestisce l’emergenza con briefing di coordinamento giornalieri tra i coordinatori di Raggruppamento e le componenti tecniche coinvolte e passando attraverso le fasi di svuotamento cantine, raccolta masserizie, pulizia delle strade.
Con i moduli Antincendio boschivo la nostra attività di superamento della prima fase di emergenza si esaurisce e la Colonna mobile nazionale sabato 18 novembre rientra. Quindici giorni intensi che hanno messo alla prova i nostri volontari ma che hanno evidenziato la grande capacità delle componenti provenienti dai quattro Raggruppamenti di fare squadra a partire dal coordinamento fino al volontario operativo in loco, aggiungendo poi il supporto logistico della Sezione di Firenze; non da ultima la presenza della prima allieva uscita dai campi scuola ed entrata nelle fila della Protezione civile Ana che ha operato egregiamente, ovviamente coccolata dai veci, veterani nelle attività di emergenza.
Andrea Da Broi