Emergenza maltempo

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    Definire apocalittici gli scenari che il maltempo, alla fine del mese di ottobre, ha determinato su buona parte del Nord Est, e soprattutto in Veneto, tra l’Agordino e il Cadore, può a giusto titolo, apparire riduttivo. Partendo dal territorio di Feltre (dove il maltempo ha distrutto i viali alberati per i quali la città era conosciuta) questo fenomeno straordinario ha provocato danni ingenti. Risalendo le valli del bellunese e dell’Agordino, gli effetti devastanti delle piogge intense che hanno determinato le piene dei fiumi e diversi fenomeni idrogeologici vanno a sommarsi ai disastri determinati dai venti impetuosi che hanno soffiato attorno ai 200 km orari, lasciandosi dietro devastazione, tetti scoperchiati, tralicci elettrici piegati, alberi abbattuti, dai più sottili alle piante secolari. Sono probabilmente diversi milioni gli alberi abbattuti nelle vallate sopra Alleghe, su alcuni versanti è difficile trovare un abete o un larice rimasto in piedi. In certi punti, sembra che una mano gigantesca abbia accarezzato i pendii e le piante, mettendole a terra come fossero stuzzicadenti su una tovaglia. Tanti gli abitanti, i Comuni e le frazioni rimasti isolati, senza elettricità, acqua potabile, senza possibilità di comunicazione essendo saltate le linee telefoniche e cellulari; impensabile la connessione alla rete dati e a internet. Territori in ginocchio, quelli dove sono intervenuti gli alpini. Per giorni, settimane, le motoseghe dei volontari della Pc Ana hanno risuonato per le valli dell’Agordino, concentrando i loro interventi sulla viabilità locale nei comuni di Rocca Pietore e di Col Santa Lucia, liberando dai tronchi caduti le sedi stradali e consentendo di raggiungere le frazioni che risultavano isolate da giorni, portando sollievo alle popolazioni residenti. Un lavoro ciclopico ed estremamente attento e professionale, quello dei nostri volontari che oltre al ripristino della viabilità, ha garantito la messa in sicurezza dell’intero sistema territoriale, evitando nuovi problemi connessi con i tronchi abbattuti in attesa della rimozione. Tutte operazioni che, viste le dimensioni numeriche e la loro collocazione sul terreno, impiegheranno diverso tempo per essere completate. E per scenari apocalittici, la Protezione Civile Ana ha messo in campo numeri impressionanti. Gli ultimi dati rilevati – non totalmente aggiornati, in quanto le attività sono ancora in corso al momento di andare in stampa – ci danno conto dell’intervento in Veneto di 2.713 volontari, attivati in parte in seno alla Colonna mobile nazionale Ana, in parte alla Colonna mobile regionale del Veneto (circa 2.500) e alle Colonne mobili regionali di Abruzzo, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte, determinando un complessivo di quasi 4.500 giornate/uomo di lavoro. «Abbiamo numeri ciclopici per quantità di volontari coinvolti e per giornate di lavoro prestate, una mobilitazione in tempi ridottissimi, una operatività realizzata in modo professionale e attento, soprattutto sotto gli aspetti essenziali della sicurezza», ha commentato il Coordinatore nazionale, Gianni Gontero che ha accompagnato il Presidente nazionale Sebastiano Favero in visita ai cantieri nell’Agordino. «Va sottolineata – prosegue Gontero – la grande collaborazione che ha coinvolto i volontari della Pc Ana e l’Esercito, anch’essi accorsi sui teatri dell’emergenza: quel sogno di una sempre più marcata interazione tra Ana ed Forze Armate divenuta realtà solo pochi giorni prima con l’esercitazione Vardirex, ha avuto continuità nel corso dell’emergenza maltempo, determinando sinergie vincenti a vantaggio della collettività, dimostrandoci, ancora una volta, quale sia la strada migliore da percorrere per il futuro». Anche se le dimensioni e la gravità degli scenari ne hanno catalizzato l’attenzione, gli interventi in Veneto, però, non hanno costituito le uniche emergenze. In Friuli, diversi nostri volontari hanno partecipato alle operazioni inseriti nella Colonna mobile della Regione Friuli Venezia Giulia, mentre il territorio ligure ha visto intervenire l’unità di Protezione Civile della Sezione Ana di Genova a Rapallo, Santa Margherita Ligure e Portofino, attività alle quali si riferiscono le immagini a corredo, e a Savona la locale unità sezionale. Anche le Sezioni di Firenze e quella di Massa Carrara – Alpi Apuane hanno effettuato alcuni interventi sul loro territorio, in seguito all’ondata di maltempo che in misura minore ha colpito la Toscana. Per l’emergenza maltempo occorre precisare che innumerevoli sono stati gli interventi condotti e portati a termine anche dalle varie unità sezionali su attivazione di enti locali e prefetture.

    Stefano Meroni