Ho letto nell’editoriale di giugno, la “difesa”, che mi è parsa corretta, circa l’intento di voler caratterizzare gli alpini come pericolosi molestatori. È senz’altro una inaccettabile forzatura, anche se bisogna guardarsi da un eccessivo auto incensamento. Tutti quelli che hanno fatto la naja, anche alpina (io come sten. nell’artiglieria alpina) sanno che vi erano tra noi anche elementi eccessivamente “nature” o poco raccomandabili. Inoltre, adesso, con la fine del servizio militare obbligatorio, la conseguente riduzione degli alpini congedati e l’accesso alle sedi dei simpatizzanti, si aumenta la possibilità che vadano ai raduni anche persone che partecipano del diffuso degrado antropologico in atto nella nostra società. Con stima ed un cordiale saluto.
Mario Tonini Bossi
C’è tanto intelligente equilibrio, caro Mario, nel tuo scritto. E quando parli del “diffuso degrado antropologico” dici una verità sacrosanta. Degrado che ha finito per lambire tutti i mondi, compreso quello femminile, che talvolta dà l’impressione d’essere la prima causa dei propri disagi.