La Sezione di Imperia, riconosciuta inizialmente con il nome di “Sezione Alpi Marittime” nel novembre 1922 e divenuta operativa all’inizio del 1923, ha festeggiato i cento anni dalla sua costituzione. E lo ha fatto per tutto il 2023, in quanto tutti gli eventi della Sezione e dei Gruppi che la compongono si sono svolti sotto l’egida di questo eccezionale traguardo e sono culminati il 29 e 30 settembre e il 1º ottobre con il raduno del centenario a Pieve di Teco. Terra dei celti e antico crocevia di scambi con il Piemonte sulla Via del sale, a Pieve di Teco, borgo di milletrecento abitanti, tutto conduce agli alpini, dal suo nome che ricorda il famoso battaglione, alla Valle dove si colloca che ci rammenta il battaglione alpino Valle Arroscia, al Monte Saccarello con i suoi 2.200 metri che segna il confine con Cuneo e Nizza, da cui prese il nome il battaglione Medaglia d’argento al V.M. che combatté le due battaglie dell’Ortigara.
Gente ligure con l’anima bifronte, con uno sguardo al mare e l’altro all’eroica agricoltura delle terrazze. È stato facile scegliere il paese dove concludere il centenario, grazie anche alla disponibilità della vecchia e della nuova amministrazione comunale e delle scuole con i plessi già impegnati venerdì mattina nella sala della caserma Manfredi dove il gen. Marcello Bellacicco, oggi componente del Consiglio direttivo sezionale, ha tenuto una conferenza sulla storia delle Truppe Alpine e ha raccontato le esperienze al comando del contingente italiano nelle missioni di pace, parlando del valore morale degli alpini anche in condizioni estreme.
Grazie agli ampi spazi concessi dal Comune, a metà mattinata, è stata inaugurata nella piazza principale, la Cittadella militare e la parete d’arrampicata. La cerimonia dell’alzabandiera e dell’onore ai Caduti si è svolta doverosamente al Colle di Nava, alla chiesetta che custodisce le spoglie del gen. Emilio Battisti, ultimo comandante della divisione Cuneense. Sabato è iniziato con la riunione dei presidenti del 1º Raggruppamento, mentre il pomeriggio è stato animato dalle cerimonie di apertura del raduno, alla presenza del presidente nazionale Sebastiano Favero, dei consiglieri nazionali e della fanfara dei congedati della Taurinense.
In occasione di una ricorrenza così significativa l’amministrazione comunale di Pieve di Teco ha voluto concedere la cittadinanza onoraria alla Sezione di Imperia e al 1º Reparto comando e supporti tattici della Taurinense. La cerimonia, semplice e con un tono quasi familiare, si è tenuta nella bella e strapiena sala consiliare: il sindaco Enrico Pira ha consegnato le chiavi della città al presidente sezionale Giovanni Badano e al ten. col. Francesco Perri, accompagnato dal gen. Enrico Fontana, comandante della Taurinense. Prima del “rompete le righe” c’è stato tempo per la proiezione di un filmato storico sulle esequie del sottotenente Giacomo Brunengo, Medaglia d’oro al V.M., avvenute a Pieve alla fine della guerra. Una delegazione ha anche reso gli onori all’ufficiale che riposa nel cimitero locale. La celebrazione della Messa nella bella chiesa neoclassica e il concerto del coro sezionale Monte Saccarello hanno concluso la giornata.
Domenica mattina, nella grande piazza Borelli, accaldati da temperature ferragostane, si è formato lo schieramento con la fanfara sezionale Colle di Nava che ha aperto la sfilata. Ci sono le autorità civili dell’imperiese, i sindaci della Valle Arroscia e il presidente della Provincia. L’arrivo del Labaro è un lampo di luce che lascia col fiato sospeso e un groppo in gola. Il corteo sfila per le antiche vie tra la gente. Sotto le mura della caserma Manfredi che ospitò il battaglione Pieve di Teco parlano le autorità.
Il sindaco Pira ha espresso tutta la soddisfazione per lo sforzo organizzativo concertato con gli alpini, mentre il presidente Favero ha rievocato i fasti e il sacrificio del battaglione Pieve di Teco in Russia e si è soffermato sul senso del dovere che costituisce il sentimento primo di questi uomini e fa notare quanto oggi esso manchi, riaffermando la necessità di un servizio obbligatorio che non è uno sfizio dell’Associazione ma una necessità. Il presidente sezionale Badano ha invece riassunto la storia della Sezione.
Il 18 novembre 1922 Gian Carlo Daneo, Vico Pagliano, Amedeo Dulbecco, Aroldo Falciola, Giuseppe Donte e Nino Anselmi, già soci della Sezione di Genova, si riunirono per dare vita alla Sezione Ana di Porto Maurizio che assunse quasi subito il nome di “Alpi Marittime” e iniziò la sua attività effettiva all’inizio del 1923, contando tra i suoi soci settanta alpini che vennero indicati come soci fondatori. Ai primi iscritti, quasi tutti di Porto Maurizio, se ne aggiunsero altri provenienti da Oneglia, Sanremo e Ventimiglia.
Tutti furono iscritti al Gruppo di Porto Maurizio (Imperia, nata dalla congiunzione con Oneglia, esisteva da pochi giorni) per il momento unico della provincia. Una delle prime manifestazioni a cui la Sezione prese parte ufficialmente fu la visita del principe Umberto di Savoia, il 13 dicembre 1926. In quell’occasione fu consegnato il gagliardetto al ricostituito battaglione Pieve di Teco, offerto proprio dalla Sezione Alpi Marittime. Seguirono importanti raduni a Diano Marina, Ospedaletti, Triora e Riva Santo Stefano con la conseguente crescita associativa tanto da arrivare, nel 1927, a 406 soci e 6 Gruppi.
La guerra interruppe ogni attività associativa ma la Sezione non cessò, in ogni caso, di operare e in quegli anni fu di sostegno alle famiglie occupandosi attivamente di pratiche di guerra e dell’invio dei pacchi agli alpini sparsi sui vari fronti. Gli alpini imperiesi, affrettatamente ribattezzati “alpini di mare”, furono eroici e si distinsero per il loro senso pratico e il loro coraggio sia nella Prima sia nella Seconda guerra mondiale. Dopo il grande conflitto, per iniziativa del Gruppo di Sanremo la ricostituita Sezione di Imperia, unitamente a quelle di Savona e Genova pose mano alla costruzione del sacrario del Col di Nava, dedicato alla divisione Cuneense e inaugurato il 17 settembre 1950. La Sezione oggi conta circa 1.400 soci, divisi in oltre 30 Gruppi; dodici i presidenti che si sono succeduti alla sua guida.
Enzo Daprelà