Custode delle memorie

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    Il 24 gennaio scorso, nell’austera cornice del tempio della Madonna del Conforto di Cargnacco (Udine) dedicato ai Caduti della campagna di Russia e custode delle memorie di migliaia di nostri soldati, rimasti in quelle desolate steppe, a cura della Sezione di Udine, si è svolto in forma molto ristretta, quasi in sordina, l’annuale cerimonia in memoria del sacrificio alpino.

    Un breve cenno, in attesa di poter dare quanto prima ai nostri Caduti il doveroso ricordo che spetta a quanti hanno dato anche la vita per la Patria. Assente giustificato il Labaro che quest’anno avrebbe dovuto presenziare alla cerimonia friulana, che a rotazione condivide con quella di Muris, sul monte di Ragogna e del monumento Faro Julia sul Monte Bernadia sopra Tarcento. Non è però mancata la presenza del Labaro dell’Unirr, accompagnato dal Presidente sezionale friulano Paolo Pascolo e dal Presidente della Sezione di Udine, Dante Soravito de Franceschi, accompagnato dal vessillo sezionale e da alcuni gagliardetti che formavano l’esigua rappresentanza alpina presente alla cerimonia; a testimoniare la volontà di continuare anche in momenti particolari come questo, dove la componente alpina è sempre presente, giorno dopo giorno, tra le persone bisognose e in tante altre situazioni: per un aiuto concreto oppure anche solo per un sostegno morale.

    A rappresentare il Commissariato generale per le onoranze ai Caduti, vi era il luogotenente Alessandro Lepore. Presente anche la bandiera dell’Arma di cavalleria, che ha la propria sede nel comune di Pozzuolo del Friuli. La mattinata ha avuto inizio con la celebrazione della Messa domenicale, officiata alla presenza di fedeli della zona e di pochi partecipanti per la successiva cerimonia dell’alzabandiera. Al termine della sacra funzione, il sindaco di Pozzuolo, Denis Lodolo, ha pronunciato brevi parole di saluto e di conforto, incoraggiando ad avere fiducia in un domani migliore. Il Presidente Soravito ha quindi letto la preghiera ai Caduti e Dispersi in Russia, al termine della quale i presenti si sono portati all’esterno del tempio per la breve cerimonia dell’alzabandiera e la posa di una corona d’alloro, nel ricordo di Nikolajewka.

    Nel piazzale don Carlo Caneva, antistante il Tempio, l’alzabandiera, seguito dalla deposizione della corona di alloro e chiusa dalle note del Silenzio. In un’atmosfera quasi irreale, pareva di sentire solo il garrire del Tricolore al vento, sulla cima dell’alto pennone alla cui base marmorea possiamo leggere i nomi dei reparti che parteciparono a quella insensata campagna militare. Tra i nomi dei reparti, si snoda l’immagine del percorso che i nostri soldati dovettero percorrere, fino a Nikolajewka ed oltre, per poter rientrare in Patria. Circonda la base del pennone, un pregevole gruppo bronzeo che rappresenta un mazzo di girasoli, a grandezza naturale, opera dello scultore Gianfranco Malisan.

    Il girasole, coltivazione tipica della campagna russa, vuole ricordare quella fiammella di speranza per un ritorno a casa di tanti nostri soldati, sperduti in quelle immense distese di grandi fiori gialli. Pennone per la bandiera, con la base e relativo gruppo bronzeo sono stati donati nel settembre del 1998 dalla Sezione di Udine in occasione della giornata del Caduto e del Disperso sul fronte russo, che annualmente si tiene a cura dell’Unirr.

    Paolo Montina