Cuore al passato, sguardo al futuro

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    Cuore al passato, sguardo al futuro Sembra ieri ma sono già passati due anni da quando l’assemblea dei delegati mi ha eletto alla massima carica della nostra amata Associazione. Sono stati due anni intensi, percorsi nella continuità con chi mi ha preceduto, nel rispetto dei nostri valori fondanti ma, come naturale, anche con l’apporto delle mie, seppur modeste, capacità per permettere all’Ana di guardare al presente ma soprattutto al futuro con la giusta fiducia e serenità. 

    Nella mia relazione morale, che troverete all’interno di questo numero de L’Alpino, ho cercato di evidenziare ciò che ci caratterizza e ci contraddistingue facendo dell’Ana un qualcosa di speciale per quanto fa e per come è presa a simbolo ed è amata dalla gente. Sono il nostro senso del sacrificio e del dovere, il nostro desiderio di giustizia e di onestà, il nostro attaccamento alla bandiera ed alla Patria, la nostra profonda umanità ed anelito di pace, la nostra capacità nel dare senza chiedere che fanno dell’alpino sia in guerra che in pace un qualcosa di unico che merita di non essere disperso ma invece tramandato alle nuove generazioni.

    Non dobbiamo e non possiamo considerarci delle icone ma essere piuttosto uomini capaci di attirare a noi, con tutta la forza ed il calore umano di cui disponiamo, quanti condividono i nostri valori e sono disposti a camminarci a fianco con particolare attenzione ai giovani. In buona sostanza dobbiamo essere alpini come lo sono stati i nostri veci sapendo stare al passo con i tempi senza venir meno alla nostra identità. A nessuno di noi viene chiesto di rinunciare a qualcosa ma piuttosto, con disponibilità e se necessario con coraggio, fare in modo che l’Ana possa crescere e rafforzarsi e continuare ancora per tanti anni ad essere ciò che è stata: sintesi perfetta di memoria e di solidarietà.

    È chiaro che questo mio è un invito rivolto a tutti i nostri soci per riflettere e valutare con oggettività e serenità sui temi del nostro futuro associativo avendo come solo ed unico obbiettivo l’esclusivo bene della nostra Associazione. Non sarà certo il presidente a decidere da solo ma gli organi che il nostro Statuto e regolamento ci hanno messo a disposizione e cioè soci, Gruppi, Sezioni, Cdn ed assemblea dei delegati ciascuno per il proprio livello di competenza.

    Quello che mi auguro, nell’esclusivo interesse dell’Ana è che il confronto avvenga in modo costruttivo e civile come dovrebbe essere nello stile alpino. Quest’anno ricorre per l’Italia il centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale, centenario che anche noi dell’Ana ricorderemo con varie iniziative tra le quali il progetto rivolto alle scuole de “Il Milite… non più ignoto” e la presenza come coadiutori a titolo gratuito di nostri soci nei sacrari di Cima Grappa, Redipuglia, Oslavia e Rovereto, in forza di una intesa stipulata con Onor Caduti.

    Vorremmo concludere il tutto il 4 novembre 2018 per ricordare non solo a noi ma a tutti gli italiani, se possibile compresi coloro che ci governano, che il 4 novembre 1918 si compì l’Unità d’Italia, data che meriterebbe il giusto rilievo nel calendario nazionale come era ai tempi della mia gioventù. Per non dimenticare. Chiudo nel ricordo di quanti sono “andati avanti” e dei Caduti da ambo le parti nella Prima Guerra Mondiale come nelle altre guerre e con un saluto a tutti i soci, ai loro familiari, ai nostri reduci e a quanti ci stimano e ci vogliono bene. Un affettuoso abbraccio.

    Sebastiano Favero