CUNEO – Il legno racconta

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    Questa bella storia è nata nel mio piccolo paese di montagna, Roccasparvera. È stata forse voluta da chi tanto ha sofferto e lottato per la libertà di cui noi oggi godiamo. Sei anni fa scolpii un tronco di castagno e realizzai una scultura che ritraeva i miei due zii dispersi in Russia, Matteo e Sebastiano Giraudo. Visto il successo di questa iniziativa e per continuare questo capolavoro chiesi aiuto al mio amico e compagno di naja Sergio Falco che mi sostenne materialmente e moralmente.

    Oggi abbiamo concluso i lavori: sei grandi sculture che rappresentano la storia della mia famiglia e delle sue vicissitudini nelle due guerre mondiali. Nella prima opera è rappresentato il capostipite, mio nonno classe 1883, che combattè nella Grande Guerra e subì la prigionia in Prussia; è rappresentato seduto, ormai vecchio con il suo cappello alpino appeso al muro. Sta trattenendo il suo primogenito, mio padre Bartolomeo, che ricevette ben sette cartoline di precetto nell’ultima guerra. Quest’ultimo è rappresentato con il cappello alpino in mano e lo zaino affardellato ai suoi piedi pronto a partire per l’ennesima volta. Nella seconda opera sono rappresentati i due fratelli deceduti in Russia con l’aquila simbolo del cappello alpino e il mulo compagno della disavventura russa.

    Nel terzo memoriale il figlio Giuseppe, catturato e fatto prigioniero in Germania (fu alpino Imi n. 12.700 nel campo di Mering), è rappresentato mentre esce malridotto ma vivo dal campo di lavoro tedesco; il suo cappello è a terra, calpestato e vilipeso. Nella quarta opera, non poteva mancare mia nonna, angosciata, seduta sull’uscio di casa con il fazzoletto in mano per asciugare le tante lacrime versate per i suoi quattro figli. Io sono nato nel 1949 perciò non ho vissuto quel travagliato periodo di guerra, le vicende mi sono state raccontate, infatti nel quinto monumento è rappresentata mia mamma intenta a raccontarmi questi fatti, che mai ho dimenticato. Nell’ultima opera è rappresentata la Madonna con il bambino, che tutti protegge.

    Antonio Giraudo e Sergio Falco