Cosenza per gli alpini

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    Il cuore di Cosenza batte per gli alpini. La città dei Bruzi ha ospitato per tre giorni il raduno del 4º raggruppamento Centro Sud e Isole, promosso dalla Sezione di Napoli Campania Calabria con il supporto del gruppo alpini di Cosenza e Castrovillari e fortemente sostenuto dall’amministrazione comunale. Sono venuti a Cosenza da ogni dove gli alpini che la città del filosofo Bernardino Telesio ha finito con l’adottare. Lo hanno sottolineato i continui battimani e le attestazioni di affetto con cui è stato accompagnato su Corso Mazzini il loro passaggio fino a piazza Bilotti, punto di arrivo dell’isola pedonale cittadina.

    Qui si è tenuta la parte conclusiva dello sfilamento e il passaggio della stecca tra le Sezioni di Napoli e Firenze di cui fa parte Assisi, città che dal 25 al 27 settembre 2020 ospiterà il prossimo raduno. Una cerimonia solennizzata dalla presenza, accanto al sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, di Stefania Proietti, primo cittadino di Assisi. Tanti i vessilli da tutta Italia a sfilare sotto il palco di Piazza Bilotti, alla presenza di una rappresentanza di sindaci dei Comuni della provincia di Cosenza, anche la Sezione alpini di Roma, quella di Latina, gli alpini della Protezione civile, pronti ad accorrere per primi in ogni situazione di emergenza, piccola o grande che sia, e le sezioni di Bari, Puglia, Basilicata e Sicilia, quest’ultima orgogliosa di avere tra le sue fila l’alpino Andrea Adorno, Medaglia d’Oro al valore Militare conseguita durante la missione in Afghanistan nel 2010.

    Alfiere del Labaro, scortato dal Presidente Sebastiano Favero, è stata la prima donna in assoluto ad essere arruolata nelle Truppe Alpine e la prima in armi ad entrare a far parte dell’Associazione: Loredana Petitto, calabrese di Girifalco. Accanto a loro c’era il vice comandante delle Truppe Alpine, gen. Marcello Bellacicco, il comandante della Julia gen. Alberto Vezzoli e un picchetto 9º Alpini. Le penne nere confluite a Cosenza si erano dati appuntamento sul Ponte di Calatrava, progettato dall’archistar spagnola Santiago Calatrava e intitolato a San Francesco di Paola. Magnifico il colpo d’occhio offerto man mano che i vessilli delle Sezioni, i gonfaloni dei Comuni, della Provincia e della Regione e il Labaro dell’Ana prendevano posto nel lungo corteo.

    A guidarlo, il gonfalone della città di Cosenza, preceduto dai ragazzi della scuola primaria degli Istituti comprensivi “Zumbini” e “Negroni”. La solennità del cerimoniale ha previsto dapprima l’alzabandiera, mentre la fanfara alpina “Abruzzi” e gli allievi delle scuole elementari dell’Istituto comprensivo “Zumbini” hanno eseguito l’Inno di Mameli, alla presenza delle autorità, del sindaco Occhiuto e del Presidente Favero che hanno deposto una corona d’alloro al monumento ai Caduti. Nella sala “Quintieri” del Teatro Rendano, gremita non solo dagli alpini, ma anche dai ragazzi delle scuole medie degli Istituti comprensivi “Zumbini” e “Negroni”, la portavoce del sindaco, Iole Perito, ha coordinato i saluti.

    Per il Presidente nazionale Sebastiano Favero, indossare il cappello degli alpini oltre che un motivo di orgoglio è quasi un atto dovuto e, insieme, una garanzia «perché – ha detto col sorriso – quando ho il cappello in testa ragiono bene, quando non ce l’ho sono un discolo ». Scherzi a parte, Favero è rimasto favorevolmente colpito dalla grande accoglienza che la città ha riservato agli alpini: «Siamo stati accolti con amicizia e simpatia, sentimenti che restituiremo con altrettanta disponibilità».

    Poi ha rivolto la sua attenzione ai ragazzi delle scuole seduti nella sala “Quintieri” del Rendano: «Quando vi vedo mi si apre il cuore. Voi siete il futuro di questa nostra Italia che noi alpini amiamo fino in fondo. Quello che ci preoccupa è di poter trasmettere alle nuove generazioni un messaggio forte: far capire ai ragazzi di oggi che quello che è importante è saper dare, perché chi sa dare riceverà molto di più. In Calabria – ha aggiunto – ci sono anche tante montagne e ho scoperto, perché me lo ha riferito il rettore dell’Università, che l’arco calabro è costituito da frammenti di catena alpina, per cui la Calabria è alpina fino in fondo e noi siamo venuti qui proprio per questo e perché sappiamo che ancora oggi tra gli alpini in servizio ci sono tanti calabresi».

    Prima di Favero era intervenuto Marco Scaperrotta, Presidente della Sezione Napoli Campania Calabria che ha ricordato come Napoli abbia dato i natali al Corpo degli Alpini perché l’atto costitutivo venne firmato proprio nel capoluogo campano a Palazzo Reale il 15 ottobre 1872. Scaperrotta ha sottolineato anche l’opera svolta dagli alpini nel campo della protezione civile, protesa al coinvolgimento dei giovani che, soprattutto partecipando ai campi scuola dell’Ana, imparano il senso del rispetto verso le persone e la società. La chiusura dell’incontro al Rendano ha avuto ancora una volta protagonisti i ragazzi delle scuole, prima con una serie di poesie dedicate agli alpini e con una serie di domande sugli alpini, le aree operative, gli avanzamenti di grado, le origini delle penne nere: «Il cappello primigenio a forma di bombetta – ha spiegato il Presidente Favero – era chiamato modello alla calabrese». Prima di lasciare la sala “Quintieri” lo scambio dei doni tra sindaco e Presidente dell’Ana: una copia della Stauroteca, la croce reliquiario donata da Federico II alla città nel 1222, per gli alpini; lo stemma del centenario dell’Associazione per il sindaco.

    Importante corollario al raduno è stata la mostra fotografica, allestita dalla Sezione di Vercelli, nel chiostro di San Domenico; un unicum per l’importanza del materiale fotografico in esposizione. Gli scatti del dottor Paolo Barelli, ufficiale medico di Santhià, appassionato di fotografia che con la sua Rolleiflex, all’epoca la Ferrari delle macchine fotografiche, ha immortalato alcuni momenti di vita al fronte, prima in Francia, poi in Grecia e in Albania: fotogrammi di momenti drammatici ma anche di quelli ludici. Un posto particolare hanno avuto le fotografie del cosiddetto periodo francese, perché dell’inizio del secondo conflitto mondiale esistono poche testimonianze che possono essere considerate delle rarità assolute o quasi.

    Significativa, poi, la presenza degli alpini nella cattedrale di Cosenza, in occasione della Messa solenne, celebrata dall’arcivescovo di Cosenza-Bisignano mons. Francescantonio Nolè, nel corso della quale la Sezione di Vercelli ha donato al presule una reliquia del Beato alpino don Secondo Pollo.

    Giuseppe Di Donna

     

    INAUGURATA LA SALA MULTIFUNZIONALE A CASTELSANTANGELO SUL NERA

    Il 28 settembre scorso una delegazione di alpini marchigiani, in rappresentanza dei vertici Ana impegnati per il raduno del 4º Raggruppamento a Cosenza, si è recata a Castelsantangelo sul Nera, nell’alto maceratese, in occasione della cerimonia d’inaugurazione del centro aggregativo di Gualdo, piccola frazione che sorge 1.000 metri, i cui abitanti sono costretti in soluzioni abitative di emergenza. La realizzazione dell’intervento nel piccolo Comune terremotato situato nel cuore dei Monti Sibillini, è avvenuta grazie al contributo della Croce Rossa Marche – Comitato di Osimo (Ancona) – e della nostra Associazione che, insieme ad altri partner hanno reso possibile l’idea di progetto espressa dal sindaco Mauro Falcucci: una sala multifunzionale delle dimensioni di 80 metri quadri che intercettasse le necessità della popolazione, per soddisfare le attività sociali, culturali e ricreative degli abitanti di Gualdo. L’intervento dell’Ana riguardò, lo scorso aprile, la realizzazione delle fondazioni e dei relativi sottoservizi, con l’esecuzione della platea ad opera degli alpini della Sezione di Bassano del Grappa (nella foto sotto), su progettazione dei volontari della Sezione Marche.

    Mauro Corradetti