Con il cuore in mano

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    Già alle 8 di sabato mattina un folto gruppo di alpini e accompagnatori era in paziente attesa di entrare al Teatro Nuovo Giovanni da Udine per l’incontro della presidenza con le Sezioni all’estero. L’accoglienza rumorosa ma composta emoziona sempre: calorosi abbracci e strette di mano si sono ripetuti a oltranza, fino a quando son dovuto entrare in teatro per terminare gli ultimi preparativi. Che forza questi alpini all’estero! Tanti trattengono a stento le lacrime e la commozione quando tornano in Italia.

    La sala si popola velocemente. Vessilli, gagliardetti, alpini e accompagnatori, ogni posto a sedere viene occupato in un attimo, nell’attesa che l’incontro abbia inizio. Guardo il foglio che riassume i numeri dei partecipanti e sono colpito perché sono tanti, venuti da ogni parte del mondo, sopportando notevoli sacrifici per esserci. Sono presenti 20 Sezioni e 2 Gruppi autonomi per un totale di circa 460 persone. In sala anche i delegati dell’Ifms, delle truppe straniere da montagna, che osservano, curiosi, i volti composti ma entusiasti dei nostri alpini dell’estero.

    L’incontro inizia con il saluto alla Bandiera, seguito dalla presentazione dell’evento da parte dello speaker Manuel Principi e dal saluto delle autorità. Tutte rivolgono un caloroso benvenuto e un ringraziamento per la massiccia partecipazione.

    Il presidente nazionale Sebastiano Favero ricorda con commozione i begli anni passati da ragazzo in Australia, dove vivono ancora alcuni suoi parenti. Rammenta inoltre che gli alpini e le loro famiglie sono i rappresentanti positivi dell’Italia all’estero poiché portano lontano i nostri valori, la nostra inventiva e l’orgoglio di essere italiani. Favero ha quindi donato i medaglioni dell’Adunata ai rappresentanti delle Sezioni all’estero e ai militari stranieri e ha consegnato ufficialmente il vessillo associativo ad Alessandro Zazzeron, presidente dell’ultima Sezione nata, la Slovacchia.

    Nelle parole degli alpini intervenuti è bello sottolineare l’orgoglio di partecipare nuovamente all’Adunata e l’auspicio che l’Ana non li dimentichi perché, anche se non sono numerosi, serbano l’Associazione tra i primi posti nel cuore.

    Gian Mario Gervasoni