Non capita tutti i giorni di ricordare un proprio eroe: è quanto è successo a Fenegrò, borgo a sud di Como, dove una piazza è stata dedicata al ten. degli alpini Giovanni Piatti, caduto a Nikolajewka e la cui Medaglia d’Oro orna il Labaro dell’ANA. C’erano due vessilli (Como e Aosta) e 45 gagliardetti, otto sindaci, il consigliere nazionale Silvio Botter, il presidente della sezione Achille Gregori, le scolaresche di Fenegrò, la fanfara di Asso e la banda cittadina, nonché una rappresentanza degli alpini veronesi, in quanto è stato ricordato anche l’alpino Giuseppe Uboldi, Medaglia di Bronzo, caduto sui monti di Bagolino nel 1915, appena una settimana dopo l’entrata in guerra dell’Italia.
Nel suo discorso il capo gruppo Antonio Guffanti ha detto tra l’altro Lo sforzo profuso dagli alpini di Fenegrò (cittadina antichissima, la Finis Agrorum dei Romani n.d.r.) vuole essere un esempio di come interpretare il ruolo dell’alpino moderno che ricerca nella memoria i valori del passato . A Giuseppe Uboldi, è stato dedicato un masso erratico, recuperato dal capogruppo in una cava di Fenegrò, dal profilo simile a un Cervino stilizzato.
Alla cerimonia era presente l’alpino Enrico Mognoni, reduce di Nikolajewka, carico di anni e di gloria, che, pur costretto su una sedia, ha voluto salutare militarmente la Bandiera che saliva sul pennone: un gesto che non ci è sfuggito e che ci dice tante cose su un passato fondato su valori oggi ritenuti superati. Altri discorsi sono stati pronunciati dal presidente della sezione di Como, Gregori, dal sindaco Saibene e dal consigliere nazionale Botter.
Ha concluso il parroco, don Virgilio Vergani, che ha detto: Gli alpini sono operatori di pace: essi sono per la fraternità e la solidarietà, concetti che provengono dalle nostre radici cristiane . Il giorno precedente, presente Gregori, era stata inaugurata una mostra di cimeli alpini con materiale proveniente dal gruppo della Val di Rhêmes (Aosta).
Cesare Di Dato
