Commento ai fatti del CISA 2005

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    di Cesare Di Dato

    Il 9º CISA di Imola si è chiuso positivamente sia per i partecipanti (115), sia per le testate presenti (59 sezionali e 8 di gruppo), sia per gli interventi (31): in tal modo sono stati superati i primati precedenti. C’è di che esserne soddisfatti. Ma ciò che maggiormente salta all’occhio è il contenuto degli interventi: tolti cinque o sei oratori che si sono lasciati prendere la mano dalla foga e hanno disquisito su temi non pertinenti, tutti gli altri hanno trattato l’argomento chiave del convegno, cioè come agire per rendere sempre migliori le nostre riviste sia come contenuto sia come aspetto. In questo molto hanno giovato gli incontri organizzati dal nostro caporedattore Basile lo scorso anno.

    Inoltre occorre dare atto al Comitato di direzione de L’ALPINO di aver approfondito, nei mesi precedenti, gli argomenti che potevano riscuotere l’interesse dei partecipanti elaborando alla fine un ordine del giorno che non ha dato adito a dubbi. Né va dimenticato il tema del convegno: Togliamo il punto interrogativo dal futuro dell’ANA che, ripetendo il motto lanciato dal presidente Perona a Rovereto nel giorno del suo insediamento, è stato costantemente tenuto presente dagli oratori. Quattro le proposte degne di essere prese in considerazione:

    Bottinelli, presidente di Luino, propone l’italianizzazione delle parole inglesi nell’informatica per salvaguardare il nostro idioma dall’imbarbarimento. Ciò non è possibile viste le dimensioni ormai globali del fenomeno, ma la proposta, almeno per le nostre riviste, può riversarsi sul linguaggio comune eliminando tutte le parole e i modi di dire stranieri (ce ne sono persino mutuati male dal giapponese!) laddove esiste il corrispettivo italiano.

    De Cesare, capogruppo di Sulmona, è per l’apertura sui giornali alpini di un colloquio con i lettori attraverso un’apposita rubrica. D’accordo, purchè botta e risposta siano brevi e stringate per riscuotere l’interesse del lettore.

    Botter, consigliere nazionale, vorrebbe che le sezioni che dispongono di più testate di gruppo organizzassero dei CISA in miniatura per discutere dei problemi al loro livello e per trasferire in esse le esperienze tratte dal convegno nazionale. Ottima idea che va coltivata anche per sopperire alle oggettive difficoltà dei gruppi di intervenire al convegno.

    Sabatino, sezione Abruzzi, insiste sulla necessità di avviare, sezione per sezione, contatti concreti con i giornali e le TV del luogo per evidenti motivi di visibilità. Discorso ormai ciclico che è opportuno riportare sempre alla memoria.

    Un buon CISA, dunque; sono ormai lontani i tempi dei convegni fissi a Milano, ridotti a una sola, affrettata giornata, dove il dibattito non usciva dal colloquio da casa di ringhiera. Un buon CISA, ottima premessa al decimo che si terrà a Imperia.