CIVIDALE – Uomini contro carbone

    0
    61

    Nel 1946 venne avviata tra il governo italiano e quello belga l’operazione “uomini contro carbone”, che prevedeva il trasferimento di 50mila giovani italiani con meno di 35 anni da destinare ai lavori in miniera. Le zone di montagna subirono il maggior numero di partenze, così iniziò lo spopolamento delle vallate del Natisone che, anche a causa della cortina di ferro, offrivano ben poche opportunità. Tra il 1946 e il 1963 nelle cavità belghe morirono 890 italiani.

    Il simbolo di queste tragedie è l’8 agosto 1956 quando a Marcinelle rimasero intrappolati 262 operai, tra cui 136 italiani (7 friulani e 51 alpini). Grazie a Eraple/Acli e alla Regione Friuli-Venezia Giulia è stato possibile per gli alpini di Cividale con il coro sezionale Monte Nero partecipare alle annuali cerimonie alla miniera di Bois du Cazier. Curiosità e stupore sono stati i primi sentimenti degli alpini appena giunti in questo luogo patrimonio dell’umanità. Alle ore 8 dell’8 agosto è iniziata la lettura dei nomi delle vittime, scandita dai 262 rintocchi della campana: si è creata un’atmosfera surreale con il silenzio magistralmente interrotto dal Signore delle Cime eseguito dal coro. Lacrime di sincera commozione sono scese dai volti dei presenti, tra loro anche il gen. Gamba, comandante delle Truppe Alpine ed il gen. Panizzi, delegato al comando Nato di Bruxelles.

    Dopo gli interventi delle autorità, sono scattate le foto, libere da riti e circostanze, abbracci sinceri e strette di mano per ricordare e non dimenticare. Ultimo atto la deposizione delle oltre 200 rappresentanze di fiori e corone al monumento dei Caduti: c’è stato spazio anche per gli alpini del Belgio, con il presidente Agnoli, e per quelli di Cividale, accompagnati dai due generali presenti (nella foto). Al termine il lungo viaggio di rientro, non prima di aver consumato presso le Acli di Charleroi il tradizionale rancio insieme agli amici del Belgio ed aver intonato gli ultimi canti per cementare la fratellanza nata in questa incredibile esperienza umana.

    Pierluigi Parpinel