CIVIDALE Ottant'anni ben portati

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    Sono passati 80 anni da quando alcuni alpini cividalesi, guidati dall'allora capitano del btg. Cividale Eugenio Cucchini, diedero vita alla sezione di Cividale. Correva l'anno 1924 e la nube di morte e distruzione sollevata dal primo conflitto mondiale non si era ancora completamente dissolta, ma gli alpini hanno sempre saputo trarre forza dalle sciagure e dalle avversità: non c’è da meravigliarsi, quindi, che l'iniziativa di pochi volenterosi sia diventata ben presto una realtà in rapida crescita, impegnata a ricordare ed o­norare i Caduti, collaborare con le truppe in armi e soprattutto diffondere l'autentico spirito alpino.

    Quando il secondo conflitto mondiale riapre le ferite di un'umanità ancora provata, la giovane sezione di Cividale riesce a mantenere i collegamenti con le truppe in armi della Julia, assicurando loro un aiuto materiale e soprattutto morale. Gli anni che seguono sono anni duri resi ancora più difficili nelle nostre zone da chi vuole smembrare e togliere all'Italia le nostre amate vallate di confine. Superati con sacrificio e dedizione questi problemi, gli anni seguenti sono per la nostra associazione quelli del raggiungimento della maturità; gli anni che vedono ricomporsi tessera su tessera il magnifico mosaico di una sezione che prende il nome di un binomio del glorioso passato: ‘Monte Nero Alberto Picco’.

    L'avvento nel 1958 alla presidenza del compianto Aldo Specogna dà ulteriore impulso all'attività della sezione che cresce sia come numero di soci che come qualità delle iniziative.
    Oggi con i suoi 39 gruppi la nostra sezione è una grande realtà, pronta ad affrontare i problemi del nostro tempo. L'abolizione della leva obbligatoria, la drastica riduzione delle truppe alpine, che vede ancora una volta il nostro btg. Cividale nell'occhio del ciclone, sono sfide difficili, ma che non devono fare paura se si pensa alle vittorie del passato.

    Con questo spirito è stato commemorato l’80º di fondazione della sezione durante la due giorni che ha portato a Cividale del Friuli, tante penne nere, autorità civili e militari a dimostrare il legame tra alpini in congedo, truppe in armi e popolazione. Il sabato si è tenuta presso la chiesa di San Francesco una rassegna corale con la partecipazione del coro della sezione Palmanova ed il coro ‘Monte Nero’ del Circolo Culturale Alpino di Premariacco. Il giorno successivo, sotto una pioggia fastidiosa e preceduti dalla fanfara sezionale di Orzano, hanno sfilato per le vie cittadine il vessillo sezionale, i nostri gagliardetti, le autorità e un gruppo nutrito di alpini.

    Dopo un doveroso ‘Onore ai Caduti’, si sono tenuti i discorsi ufficiali. Il sindaco di Cividale Attilio Vuga si è detto emozionato nel ricordare le motivazioni che hanno portato alla nascita della sezione di Cividale ed ha sottolineato come da sempre gli alpini sappiano dare senza mai chiedere. Il consigliere nazionale Dante Soravito De Franceschi ha espresso la sua preoccupazione per la riduzione delle truppe alpine, riduzione che toglierà inevitabilmente linfa alle nostre sezioni. Ha chiuso la celebrazione il presidente sezionale Rino Petrigh, che ha ricordato le tappe fondamentali che hanno scandito la vita della sezione, le difficoltà ma anche le conquiste delle penne nere cividalesi che dovranno essere un incentivo per il futuro. In segno di gratitudine per quanto fatto in passato, sono state consegnate delle targhe ricordo agli ex presidenti Luciano Calligaris e Gianni Cedermaz e, in segno di amicizia e reciproca collaborazione al sindaco di Cividale, al consigliere nazionale Soravito e all' 8º reggimento alpini.

    E che la strada sia ancora costellata da ostacoli lo dimostrano le ultime notizie sulla sorte dell’8º reggimento: a Cividale dovrebbe rimanere soltanto il comando di reggimento con la Bandiera di guerra e una compagnia di alpini. Il resto del reggimento, che mantiene la denominazione di Ottavo, dovrebbe essere spostato a Venzone, dove verrà sciolto il 14º reggimento alpini. Saranno così portati a sei i reggimenti in forza alle due brigate alpine.
    Abbiamo usato il condizionale, perché ancora di deciso non c’è nulla. Per ora (c.s.)