“Cessate di uccidere i morti, non gridate più! Non gridate se li volete ancora udire, se sperate di non perire. Hanno l’impercettibile sussurro, non fanno più rumore del crescere dell’erba, lieta dove non passa l’uomo”. Chi meglio di Giuseppe Ungaretti poteva sfornare una poesia che trafigge come una spada, lui che ha vissuto in prima persona l’orrore della Grande Guerra. Sono parole che pesano come un macigno e quando sei a Cima Grappa, dove riposano 22.800 soldati morti senza rendersi conto che, dando la propria vita per questioni più grandi di loro, sono entrati nell’immortalità, qualche brivido lo senti. Partendo da queste considerazioni, in questo giorno nel quale abbiamo dato un contributo ad Onorcaduti, svolgendo principalmente un lavoro di prevenzione e sicurezza affinché i visitatori non entrassero nell’area dell’ossario, perché inagibile data la quantità di neve, ci siamo sentiti piccoli piccoli ripensando a loro che un secolo fa, in questo luogo martoriato di bombe, granate e shrapnels, vivevano giornate drammatiche. Questo giorno è stato un piccolo contributo e omaggio rivolto ai soldati di tutti gli scenari di guerra, non aggiungiamo nulla di più del tanto già detto, ma la nostra giornata passata all’ombra di uno dei più grandi monumenti-ossario, ci ha avvicinato ai nostri giovani soldati italiani e austro-ungarici una volta di più. Per concludere, ricordiamo a quanti volessero visitare, quando si salgono i gradoni dell’ossario e si entra in questo luogo sacro, il silenzio e il rispetto sono assolutamente necessari e doverosi. “Giovani soldati del Grappa” non sarete mai soli!
Enzo, Daniele, Fabio, Giancarlo Gruppo di Ponzano Veneto, Sezione di Treviso
Ascoltare la voce dei Caduti domanda l’atteggiamento dei contemplativi. Per andare oltre, ci vogliono cuore e silenzio. Fermarsi a guardare non basta. Ecco perché i poeti sanno dire l’indicibile.