Chi mi aiuta coi muli?

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    Su L’Alpino di maggio è stata pubblicata una lettera di Sergio Boem, padre alpinista e alpino, scrittore e ricercatore di vicende che, come definisce lui stesso, “sono la base del nostro presente e possono essere spinta per il nostro futuro”. Concordo pienamente su quanto esprime Boem nella sua lettera e anch’io, con rammarico, condivido alcuni aspetti del disappunto che esprime sul cambiamento della società, anche alpina, sempre più individualista e in certi aspetti meno propensa a condividere i valori cardine del Corpo degli alpini. Nel mio caso, faccio riferimento ai miei due muli, che accudisco ormai da 15 anni, con dedizione, passione e anche finanziariamente (ho un piccolo contributo della mia Sezione, che ringrazio) per condurli ad Adunate e manifestazioni alpine. Con amarezza, com’è accaduto anche a Udine, fatico o addirittura non riesco proprio a reclutare alpini disposti ad aiutarmi: trattasi di assistenza di sola forza umana, necessaria per gli allestimenti dimostrativi (bocca da fuoco – bauli portavivande) da caricare in groppa ai muli (da solo non ci riesco proprio!) e condurli con me in sfilata. Sarei ben lieto, come scrive Boem, di portare testimonianza viva nelle scuole coi miei muli, esponendo anche la mia esperienza durante il periodo di leva assieme a questi animali. Desidererei raccogliere volontari che, con me, si rendano disponibili alla divulgazione di quel passato, che compone sì i libri di storia, ma manca di quell’emozionalità che solo l’essere umano in presenza sa imprimere e lasciare così nel cassetto dei ricordi scolastici. Questa mia lettera vuole essere uno spunto propositivo per nuove attività e obiettivi del Corpo degli alpini, per camminare a fianco del mondo che evolve.

    Aldo Serraiotto, Cassola (Vicenza)

    Caro Aldo, confesso che questa tua lettera mi sorprende un po’. Fatico infatti a credere che in una terra di vocazione alpina come la tua sia difficile trovare un gruppetto di volontari per affiancarti nella gestione dei tuoi bellissimi muli, non certo quotidianamente (per quello sono più che certo che basti tu), ma almeno nelle occasioni pubbliche: è facilmente immaginabile quale sia la capacità di questi animali che appartengono alla nostra storia di calamitare l’attenzione. E in un mondo che vive sempre più di immagine questa è una dote impagabile. Mi auguro che attraverso la pubblicazione della lettera tu possa trovare risposta a questa legittima quanto importante richiesta di aiuto alpino.