Cesco Tomaselli

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    Seguendo lo spirito interventista di molti coetanei, allo scoppio della Grande Guerra Francesco “Cesco” Ugo Tomaselli (Venezia, 14 gennaio 1893 – Milano, 12 novembre 1963) si arruolò volontario combattendo con il battaglione Vicenza del 6º Alpini e guadagnandosi sul campo una Medaglia d’Argento e una di Bronzo al Valor Militare. Di quell’esperienza anni dopo scrisse in Gli “ultimi” di Caporetto, dedicandolo “a questi cavalieri della fedeltà, a questi eroi (…). Di molti non si saprà il nome, non si conoscerà mai le gesta: segnalati ai comandi superiori con l’equivoco termine di dispersi, essi sono i più ignoti tra gli ignoti, perché nessuno è tornato di chi li vide cadere (…) e solo la madre che sa di averli educati nella legge del dovere, coltiva nel suo dolore l’orgoglio di pensarli non indegni di quella uniforme che essi onorarono cadendo”. Al termine della guerra si laureò in lettere e nel 1921 iniziò a collaborare prima con Il Gazzettino poi a Milano con Il Secolo e quindi al Corriere della Sera dove rimase per quasi quarant’anni e lavorò come inviato speciale, assistendo a molti dei grandi eventi del Novecento. Nel libro del 1929 L’inferno bianco racconta da testimone la spedizione del viaggio polare del Norge, nel 1936 è in Etiopia, quindi sul fronte occidentale con l’Armir. Raccoglie impressioni dirette e testimonianze nel libro Battaglia sul Don con l’intento di “mostrare l’intrepidezza, la perseveranza, l’abnegazione, i triboli, i sacrifici del nostro soldato (…) nella più grande battaglia invernale che sia stata finora combattuta”. Lo ritroviamo nella Spagna della guerra civile, nella Cina di Mao, in Unione Sovietica, Giappone. Esperienze che racconterà nella sua intensa produzione letteraria. Di ritorno dai suoi lunghi viaggi Tomaselli, appassionato alpinista, amava soggiornare a Cortina e Zermatt o più in pianura, a Borgoricco (Padova), paese in cui la moglie Anna Maria Bressanin possedeva una grande villa, oggi trasformata in un centro residenziale per anziani. Proprio Borgoricco ha dedicato a Tomaselli un Premio giornalistico, mentre porta il suo nome una via ferrata nel gruppo di Fanes, sulle Dolomiti.