Cargnacco: il pensiero corre alla Julia

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    La mole candida ed imponente del Monte Canin, che tanti ricordi rievoca nella storia della Patria, nella mattinata tersa e glaciale di domenica 23 gennaio, faceva da quinta naturale con le altre cime carniche alla cerimonia che si stava svolgendo sul piazzale antistante il Sacrario di Cargnacco. Sotto la regia della sezione di Udine con il concorso della brigata Julia, si sono ricordati quanti, con mostrine di vari colori ma sotto un’unica bandiera, sacrificarono la vita nelle steppe russe.

    Dei 90.000 morti solo 9.000 hanno avuto la possibilità di rientrare in Patria e riposano in questo Sacrario. C’erano il vice presidente nazionale vicario Marco Valditara con il presidente della sezione di Udine Dante Soravito de Franceschi. Altamente significativa la presenza di una decina di reduci, testimoni di quell’immane tragedia che fu la Campagna di Russia.

    Terminato il rituale della deposizione dei fiori ai cippi dei reparti che costituivano l’ARMIR, la cerimonia è proseguita all’interno del Tempio con i discorsi delle autorità nei cui interventi non hanno potuto non citare il parallelismo esistente tra la cerimonia di Cargnacco e quelle svolte nei giorni e nei mesi precedenti per i ragazzi caduti in Afghanistan, di cui l’ultima proprio nella settimana che stava chiudendosi. A seguire la Messa e la deposizione di una corona al Soldato Ignoto.

    Luigi Renzo Rovaris

    Pubblicato sul numero di marzo 2011 de L’Alpino.