Cantare contro la paura

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    Caro direttore, in questi giorni in cui sono obbligato a restare dentro casa mi è venuta la voglia di parlare con lei, che risponde sempre alle domande fatte nelle Lettere al direttore. In questo momento tutta l’Italia sta cantando dai balconi, per sconfiggere la paura e farci sentire più uniti. La cosa ci aiuta a capire perché e come sono nati tanti canti degli alpini. Lo scopo era quasi sempre quello di sconfiggere la paura, facendosi coraggio. Non ci resta che pregare. Io ho la mia Madonnina casalinga e comincio da qui. Un saluto cordiale da un umile alpino.

    Roberto Casagrande Sernaglia della Battaglia (Conegliano)

    Caro Roberto, tu dici esattamente quello che dice da sempre il nostro Bepi De Marzi (al quale mandiamo un grandissimo abbraccio) il quale sostiene che gli alpini in guerra cantavano esattamente per le ragioni che tu hai detto. Si trattava spesso di canti che avevano imparato in chiesa. Altri erano fatti di parole cucite addosso a musiche note. L’importante che sapessero infondere coraggio e creare un po’ di ottimismo. Oggi gli scienziati della mente ci danno anche la spiegazione scientifica di questo fenomeno. Si dice che riducendo l’ansia e creando un po’ di allegria avvenga nel nostro cervello quello che viene chiamato ribilanciamento parasimpatico. Avviene cioè che migliorando le condizioni di serenità noi produciamo dei neurotrasmettitori nel cervello, che producono la serotonina e le endorfine, che sono le sostanze che ci fanno vedere il bicchiere mezzo pieno. Scusa per questi paroloni da dottori, ma era solo per sottolineare l’importanza delle tue riflessioni. Ricambio il saluto.