Cantare bene

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    Ti scrivo dopo aver cantato al concerto di chiusura del convegno sulla Coralità Alpina di Montecchio Maggiore.

    Ho avuto la fortuna e il privilegio di aver cantato durante la naja, nell’ormai lontano 1988, nel coro della brigata alpina Julia e sono ormai 27 anni che canto con i congedati della Julia. In tutti questi anni da “addetto ai lavori”, ho avuto l’opportunità di assistere a molti concerti di cori Ana e anche di aver cantato in varie rassegne e ti devo dire che ho potuto ascoltare buone performance, ma purtroppo anche esibizioni scarse ed altre addirittura inascoltabili; è un fatto, però, che tutte le canzoni eseguite, sia con risultati buoni che con risultati pessimi, hanno avuto l’identica ovazione da parte del pubblico, tutto questo perché chi le cantava portava il cappello alpino. Tributando immancabilmente un successo ormai troppo spesso immeritato si nega ai cori stessi la voglia e gli stimoli di migliorare e di crescere. Troppe volte ho sentito maestri di cori Ana trincerarsi dietro il “ma noi diamo emozioni perché cantiamo con il cuore”. Non condivido questo modo di porsi: un coro, in primis, deve cercare di cantare bene, o al massimo delle sue possibilità, altrimenti è inutile fare convegni e conferenze.

    Ernestino Marchini, Monticelli d’Ongina (Piacenza)

    Un applauso non lo si nega a nessuno. Magari solo per carità cristiana, ma credere di essere bravi solo perché ti battono le mani, è segno di poca professionalità e di superficiale esibizionismo.