Boschi? No, Milano

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    Violento e difficilmente prevedibile. Sono le caratteristiche principali del nubifragio con forte vento e grandine che la notte tra il 24 e il 25 luglio scorso ha colpito la Lombardia e in particolare il suo capoluogo. Milano si è risvegliata con migliaia di alberi abbattuti o spezzati che hanno impedito in vaste zone della città la circolazione di auto, tram e bus. Gli allagamenti hanno contribuito ad aumentare i danni che il sindaco Giuseppe Sala ha stimato attorno ai 50 milioni di euro. Per sgomberare le strade e consentire il ripristino della viabilità sono state attivate le Colonne mobili regionali e provinciali, compresa la Protezione Civile Ana del 2º Raggruppamento che è intervenuta a supporto del Comune di Milano.

    I volontari, abilitati all’impiego della motosega, hanno operato con turni diurni e notturni al taglio e alla rimozione di grossi tronchi crollati sulle carreggiate e nelle vie cittadine. Le attività, iniziate il 25 luglio, sono terminate lo scorso 30 agosto e hanno coinvolto 352 volontari di varie Sezioni lombarde, con turni giornalieri che hanno abbondantemente superato le 7/8 ore. La durata dell’intervento è dovuta anche al fatto che molti alberi sono risultati pericolanti e il Comune ha dovuto predisporre nell’immediato la chiusura di tutti i parchi recintati e il divieto di accesso ai parchi non recintati e alle aree alberate aperte.

    Divieti che sono via via stati rimossi anche grazie alle operazioni di messa in sicurezza dei volontari dell’Ana nelle zone verdi e in particolare ai parchi Lambro e Trenno, al giardino Aido e ai parchi Annarumma, Forlanini e Cascina Bianca. I forti temporali hanno interessato anche altre zone del Milanese, del Varesotto, della Brianza e del Bergamasco, zone che hanno visto altre squadre della Protezione Civile Ana locali intervenire su richiesta delle Province o dei Comuni colpiti dal nubifragio.

    Ettore Avietti