BOLOGNESE ROMAGNOLA – Un sogno che si realizza

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    Tutto cominciò nel febbraio del 1999 quando un gruppo di alpini, capitanati da Piero Mariani, fecero un sopralluogo per capire se fosse fattibile il recupero del rudere della chiesa, per farne un memoriale da dedicare agli alpini romagnoli “andati avanti”. Seppur della chiesa originale rimanesse ben poco, e lo stato del rudere risultasse tale da scoraggiare chiunque, si decise che si poteva fare, a patto che la manodopera necessaria fosse prestata gratuitamente dagli alpini e amici degli alpini.

    E fu così che il 18 ottobre 2000, partirono i lavori di recupero. In quel periodo assieme al cantiere prendeva vita anche l’associazione denominata “Memoriale Alpini Romagnoli Rondinaia”; all’inizio si partì con 5 gruppi soci, i quali elessero il primo Presidente, Antonio Ortali del Gruppo di Forlimpopoli, poi nel tempo si aggiunsero altri gruppi fino ad arrivare agli attuali 23 gruppi soci. I lavori partirono in un clima di entusiasmo e armonia e ogni volontario lavorava spalla a spalla con persone fino a quel momento sconosciute che poi si sono rivelate amici fraterni: come il cemento ha legato queste pietre, così fatica e sudore hanno unito noi che abbiamo creduto in questo progetto.

    L’inaugurazione ebbe luogo il 15 giugno 2003, in quell’occasione si inaugurò anche il monumento dedicato a tutti gli alpini “andati avanti”, composto da tre rocce poste in verticale, due provenienti dal Monte Ortigara e la terza dal nostro Appennino. Ai suoi piedi una targa recita “Mai più guerre”. Tre anni dopo si decise di recuperare anche il rudere accanto alla chiesa, la nuova costruzione fu inaugurata il 13 giugno 2009 e diventò la Casa dell’Alpino.

    In questa struttura che oggi è a disposizione dei soci, vengono spesso ospitati ragazzi delle scuole con i loro professori, per tramandare i nostri valori alle nuove generazioni. È doveroso ricordare che sono stati oltre 120 i volontari che si sono prodigati per questo recupero e noi li vogliamo ancora una volta ringraziare. Purtroppo, molti sono “andati avanti” e con immutato affetto, e proprio in loro onore e memoria è nato il “Bosco delle penne mozze”: una pianta con la targa che ricorda nome e cognome degli alpini volontari che non sono più fra noi.

    Il 12 giugno scorso, a vent’anni dall’inizio dei lavori, abbiamo inaugurato il monumento all’aviatore americano, precipitato con il suo bombardiere proprio sotto la Rondinaia, nell’aprile del 1944: si tratta di un’elica con le sue tre pale, recuperate nel tempo da luoghi diversi. È stata una giornata molto partecipata, da autorità civili, religiose e militari, nonché dagli alpini con le loro famiglie, e allietata da un ottimo pranzo e musiche alpine. Rispettiamo questo meraviglioso luogo di pace, vogliamogli bene, al pari di coloro che costruirono tutto questo.

    Giancarlo Poggioli