BELLUNO – Ottant’anni per il museo del Settimo

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    Il 13 dicembre 1939 fu inaugurato il museo del 7º Alpini voluto dal comandante col. Carlo Ghe per ricordare i Caduti del Reggimento. Ma dal settembre 1943, sciolto il 7º, alla caserma Salsa di Belluno si temette che i suoi reperti finissero in mano agli occupanti. Per celebrarne gli 80 anni la Sezione di Belluno, con il coordinamento del consigliere sezionale Ezio Caldart, ha organizzato una serata a Villa Patt di Sedico, oggi sede del Museo, in collaborazione con le Sezioni di Cadore e Feltre e con il patrocinio di Provincia, Comune di Sedico e 7º Alpini. I cori Ana Adunata, Ana Piave e Cadore, specchio delle realtà territoriali della provincia e dei battaglioni storici del 7º, hanno eseguito celebri canti dell’epopea alpina. Intervenendo, il Presidente della Provincia Roberto Padrin, il sindaco di Sedico Stefano Deon, il comandante del 7º col. Stefano Fregona e il Presidente nazionale dell’Ana Sebastiano Favero hanno auspicato che al più presto la convenzione, oggi allo studio tra Provincia, Sezione di Belluno e Truppe Alpine, possa consentire una gestione duratura che permetta la necessaria fruibilità del museo a visitatori e scolaresche.

    Al termine della serata meritati riconoscimenti per la valida conservatrice Cristina Busatta e al cap. magg. capo Federico Patelli, suo appassionato collaboratore. La ricostruzione dei fatti storici dal 1939 ai giorni nostri ha messo in luce i momenti nei quali il museo rischiò di essere smembrato e portato altrove. A iniziare dal 1944 quando, temendo che esso fosse portato a Vienna, Amedeo Burigo, economo comunale e vecchio ufficiale del 7º, con uno stratagemma e rischiando la pelle, fu autorizzato dagli occupanti a far uscire il patrimonio museale dalla “Salsa”, sotto scorta armata per paura di un blitz dei partigiani, per essere poi custodito in magazzini comunali! Dopo estenuanti trattative, quando nel 1953 fu ricostituito il 7º nei ranghi della neonata brigata Cadore, il museo fu affidato al maresciallo Rino Cazzoli sino alla soppressione del Reggimento (1975) e della Brigata (1997).

    Dal 1997 il museo fu di nuovo a rischio dispersione. Le Sezioni di Belluno, Feltre, Cadore e Valdobbiadene si batterono per difenderlo sino a che, scartate le ipotesi delle caserme cittadine “Tasso” e “Fantuzzi”, nel 2005 la Provincia offrì la soluzione di Villa Patt a Sedico. Arrivarono nel frattempo i contributi di Regione Veneto e Fondazione Cariverona e il 2 giugno 2007 fu tagliato il nastro della struttura museale ideata dall’arch. Alberto Erseghe. Dopo due anni un furto fece sparire alcuni pezzi di pregio.

    Il museo, gestito dal Servizio Cultura della Provincia, ripartì grazie anche alla collaborazione del personale del 7º e a importanti donazioni. Furono inventariate, digitalizzate e catalogate foto storiche e cartoline militari. Si allestirono nuove sale tematiche e pannelli didascalici anche per non vedenti, gigantografie, installazioni video. Al piano terra campeggia uno splendido plastico multimediale sulla Grande Guerra in provincia di Belluno: un’applicazione consente di utilizzare lo smartphone come audioguida multimediale. Inoltre vi si svolgono laboratori didattici per le scuole e vengono ospitate mostre, rassegne cinematografiche, convegni, presentazioni di volumi e di progetti di ricerca con cadenza annuale.

    Il museo è stato soggetto coordinatore del censimento dei beni della Grande Guerra della provincia di Belluno per conto della Regione del Veneto, potendo contare sulla disponibilità degli alpini della Sezione di Belluno per le aperture domenicali. Ora ci si attende il decisivo “salto di qualità”. L’appello è rivolto a tutti gli alpini d’Italia: venite a visitare questo Museo che racconta la nostra storia, non solo quella del 7º Reggimento!

    Dino Bridda

    Per informazioni: Cristina Busatta, tel. 0439/438355 (Museo etnografico della provincia di Belluno), c.busatta@provincia.belluno.it
    Video promo: www.youtube.com/ watch?v=D3DzMPBRKNM&vl=it