Avanti sempre!

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    Domenica 13 febbraio rimarrà una giornata indelebile nella memoria degli alpini reggiani, per la ricorrenza del 79º anniversario della tragica battaglia nella steppa russa, in cui il gen. Luigi Reverberi, figlio della generosa Emilia, decise fulmineamente di partecipare personalmente all’attacco. Con un gesto che rimase leggendario, degno di un soldato valoroso e di un comandante capace e trascinatore, strappò i suoi alpini dalla sacca mortale in cui il nemico li aveva obbligati, indicando con un gesto leggendario “di là, l’Italia!”, guidando verso la salvezza quello che rimaneva del contingente italiano dell’Armir.

    La cerimonia ufficiale è stata impreziosita dalla presenza del Labaro, scortato dal Presidente nazionale Sebastiano Favero, dai Consiglieri e dal comandante delle Truppe Alpine gen. C.A. Ignazio Gamba. A loro si sono aggiunte autorità civili e militari da tutta la provincia, 13 vessilli e ben 42 gagliardetti, oltre alla bandiera dell’Istituto del Nastro Azzurro e delle associazioni d’Arma del territorio. Non potevano mancare i tanti alpini reggiani e i volontari di Pc guidati dal Presidente sezionale Albert Ferrari. La cerimonia ufficiale ha avuto inizio a Cavriago, paese in cui Luigi Reverberi nacque nel 1892.

    Davanti al monumento eretto in memoria sua e di tutti i Caduti di Nikolajewka, sono sfilate le massime autorità che hanno visto salire il Tricolore lungo il pennone per mano del Capogruppo di Cavriago Mattia Zurli, al canto del nostro amato Inno nazionale, accompagnato dalla banda musicale di Cavola. Tutti sull’attenti e accanto alle autorità anche il nostro bandierone tricolore a ricordare il 225º anno della nascita del Tricolore proprio qui in terra reggiana. A seguire, la deposizione della corona di alloro al monumento e la resa degli onori a tutti i Caduti e infine le prime allocuzioni delle autorità.

    Particolarmente importanti le parole del gen. Gamba che ha spiegato la sua necessità di partecipare alla cerimonia per respirare direttamente i valori del generale Luigi Reverberi a supporto del suo importante mandato. Ha ricordato apertamente che il gen. Reverberi era famoso per le sue peculiarità caratteriali, ma prima di tutto era un grande soldato e un comandante con grande senso strategico e ha ripetuto a memoria gli ultimi passi della motivazione della Medaglia d’Oro “coscienza di capo, eroico valore di soldato”.

    Il Presidente Favero ha ripreso invece con forza il ruolo degli alpini nella loro opera a sostegno della società, ricordando come lo Statuto indichi la missione di fare memoria, di ricordare, ma anche di spendersi per gli altri e ha richiamato il ruolo e la necessità di esserci come presenza forte per la Patria. Ha incitato a tenere tutti in mente come la difesa della pace non sia un valore scontato, ma che anzi debba essere dimostrato con coraggio quotidianamente, a fianco della popolazione, a sostegno della nostra Bandiera.

    La cerimonia è continuata a Montecchio Emilia, in cui riposano le spoglie mortali del gen. Reverberi, nel cimitero monumentale annesso al bellissimo santuario della Beata Vergine dell’Olmo. I partecipanti si sono quindi ritrovati nel grande sagrato parrocchiale, da cui è cominciata la sfilata. Al ritmo del “Trentatré” intonato dalla banda musicale, il corteo si è diretto verso l’ingresso del campo santo e poi fino alla cappella di famiglia. Sulle note de “La leggenda del Piave”, è stata deposta una corona d’alloro e le massime autorità hanno reso gli onori al generale che, all’età di cinquant’anni, nella gelida steppa russa, 79 anni fa, non abbandonò i suoi ragazzi e al grido di “Tridentina avanti!”, riuscì a compiere uno degli atti eroici più importanti della nostra storia bellica, salvando migliaia e migliaia di ragazzi e portando a casa il ricordo e l’onore di migliaia di altri ragazzi che da quel fronte non riuscirono purtroppo a tornare.

    Doverosa la lettura della motivazione della Medaglia d’Oro a lui concessa. Poi il ritorno con ordine al santuario per la Messa, officiata dal cappellano don Giuliano Guidetti. La celebrazione ha visto tre momenti importanti: il ricordo dei 150 anni di fondazione delle Truppe Alpine impegnate sia sul fronte militare ma anche per l’emergenza Covid- 19; la consegna durante l’offertorio da parte di un ragazzino col cappello alpino al parroco del cappello del nostro reduce di Russia Gino Ugolotti di Montecchio Emilia “andato avanti” poche settimane fa e che a marzo avrebbe compiuto 100 anni e la lettura della Preghiera dell’Alpino da parte del Capogruppo di Montecchio-Canossa, Erio Fioroni con in sottofondo il Coro Ana Canossa che intonava il canto “Signore delle Cime”.

    Al termine della funzione religiosa, sono seguiti i saluti finali del Presidente Ferrari, del generale Gamba e del Presidente nazionale Favero, che davanti alla fotografia del generale Reverberi sorridente anche se in partenza per il fronte russo con di fianco il suo consigliere personale, il Beato don Carlo Gnocchi, così tanto amato da noi alpini, ha ribadito con vigore i valori di dignità, fedeltà alla Patria e del coraggio di tanti alpini, soprattutto in questo periodo di pandemia, valori che non devono essere dimenticati e cadere nell’oblio. Allo scambio di omaggi e doni finali, è seguito il “sciogliete le righe”.

    Agli alpini reggiani e a tutti i graditi ed illustri ospiti, rimarrà il ricordo di una giornata importante di memoria, un ponte ideale tra il passato e il futuro, ricordando il nostro amato conterraneo generale Luigi Reverberi. La giornata è terminata con un bel pranzo alpino, piena di canti e buoni piatti emiliani, rifondendo ottimismo e speranza che, l’allentamento delle norme anti-Covid, possano essere di auspicio a una forte ripresa delle attività associative, per poterci così rivedere in tutte le nostre ricorrenze e nelle attività di volontariato, al grido di “Viva gli alpini, viva l’Italia”.

    Davide Silvestri