All’Ossario del Grappa

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    Ci sta che sia stata una bella stancata. Però sei contento, di esserci andato. Di aver visto tutta quella gente: tre ore sotto il sole a picco. Tutti presenti: autorità, alpini, gli altri Corpi, protezione civile, forze dell’ordine, servizio d’ordine, associazioni d’arma straniere. Parlano di crisi dei valori: io però questi li ho visti stagliati sui gradoni del sacro Ossario: tenevano sulla destra il labaro o il gagliardetto, la fascia tricolore o azzurra a spalla, il cappello o il berretto fieri in testa, la divisa in bell’ordine. E i valori li ho visti nelle auto tutte ben parcheggiate nei posti prefissati, nel silenzio e nel rispetto che accompagnavano i discorsi e poi la Messa; nell’alpino antico il quale, pur arrancando, la salita alla cima se l’è voluta far tutta da solo; nella partecipazione composta di centinaia e centinaia di persone, di intere famiglie con bambini anche piccoli. Un giorno lontano questi bambini diranno ai loro figli “mio padre, mio nonno il 2 agosto mi portava qui” e non dovranno dare tante spiegazioni: i piccoli del futuro basterà che osservino i valori in piedi per ore sotto il sole sui gradoni. E capiranno. Dal bellunese, dal vicentino, dalla Marca trevigiana: ma anche da tante altre parti d’Italia sono venuti. E poi da Salisburgo, da Budapest, da Praga. Bravi questi discendenti dei Käiserjager o della Honved o dell’Alpenkorps ad arrivare fin qui. E “Schöne (bella) tromba alpini” mi disse uno di loro a cerimonia conclusa, però molto “schöne” era pure la banda della città di Mozart, mentre al cospetto del cimitero austroungarico tanti composti ma sinceri “danke” e “köszönöm” venivano rivolti nelle commemorazioni in tedesco ed ungherese agli amici dell’Ossario e a tutti gli italiani, per gli inviti puntuali al 2 agosto e per l’accoglienza che ogni volta i nostri ospiti ricevono qui da noi. “Grazie per la vostra grande umanità amici italiani, grazie per aver dato riposo ai nostri poveri ragazzi, grazie per la cura estrema che continuate a dare anche al nostro cimitero”. Ventitremila ragazzi europei morti e sepolti qui? Risalendo la statale Cadorna il 2 agosto per trovarci in tanti quassù, tra i gradoni, fermi sotto il sole? Andiamo a salutare Francesco, Calogero, Hans, Zsòlt, Pavel, James, Étienne, Jimmy che una volta avevano vent’anni? Che sia questa, la vera preghiera?

    Mariano Sartore, Cartigliano (Vicenza)

    Caro Mariano, ricordiamo ai nostri lettori che stiamo parlando dell’Ossario del Monte Grappa, dove giacciono i resti di 23mila Caduti. È davvero pedagogico quello che tu dici verso le nuove generazioni. Se avremo la costanza di portare i nostri bambini, saranno loro stessi a raccontare un giorno ai loro figli la storia che si custodisce in questi luoghi, pieni di memorie e di insegnamento.