Al Bernadia alpini, sloveni e austriaci

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    Centinaia di alpini si sono ritrovati il 2 settembre scorso sul monte Bernadia – che sovrasta Tarcento (Udine) – per il 54° raduno al monumento-faro che sorge presso il vecchio forte della grande guerra. Novità dell’incontro di quest’anno, la presenza di delegazioni austriache di Arnolstain, Klagenfurt, Lannach e slovene di Bovec e Nova Gorica, che hanno presenziato con i loro labari, assieme a rappresentanze italiane e austriache in divise d’epoca.

    Sulla scalea del monumento erano schierati una quindicina tra labari e vessilli alpini e una settantina di gagliardetti alpini, provenienti dal Triveneto ed oltre; tra le Sezioni presenti, ricordiamo Cividale, Gemona, Modena, Pordenone, Vicenza, assieme alle sezioni estere di Francia e di quella australiana di Brisbane.

    Rappresentavano le associazioni combattentistiche e d’arma, i labari della Sezione mutilati e invalidi di Tarcento, la similare sezione di Monfalcone assieme alla consorella slovena “Društvo voinh invalidov sp” di Nova Gorica, guidata dal suo presidente Franc Anderlicˇ; il labaro della sezione friulana reduci di Russia, assieme a quelli degli artiglieri, aviatori, carabinieri, lagunari, marinai. Era presente la M.O.V.M. Paola Del Din, sorella del sottotenente Renato Dal Din, Medaglia d’Oro alla memoria.

    Tra le autorità civili, il senatore Pegorer, la europarlamentare europea Debora Serracchiani (che ha avuto parole di plauso per il recupero del vicino forte, auspicando un suo prossimo utilizzo come centro di pace) assieme all’assessore regionale Molinaro con il consigliere Baiutti e quello provinciale Piuzzi; i sindaci di Attimis, Faedis, Lusevera, Magnano in Riviera, Tarcento, Tricesimo, il vice sindaco di Udine Martines.

    Tra le rappresentanze alpine, il consigliere nazionale Cedermaz, il comandante della brigata Julia, gen. Manione, il presidente della sezione di Udine Soravito de Franceschi il presidente del “Comitato Monumento-Faro” Cenedella e i generali C.A. Job e Boriero. Particolari attenzioni sono state rivolte ad alcuni reduci e ai famigliari del capitano Massimo Ranzani, Caduto in Afghanistan.

    Un picchetto in armi dell’8° Alpini e la fanfara della Julia hanno reso gli onori ai Gonfaloni, tra i quali quello del comune austriaco di Lannach. Quindi l’alzabandiera, con le bandiere italiane, austriaca e slovena al suono dei rispettivi inni nazionali. Nazioni che nel secolo scorso erano in guerra, come ha ricordato il presidente del Comitato Faro Cenedella e che oggi sono accomunate nella patria comune Europa.

    Il sindaco di Tarcento Cossa, alpino, ha ricordato la storia del Faro. Soravito de Franceschi, presidente della sezione di Udine, ha commemorato i Caduti nelle missioni all’estero e il 70° anniversario della partenza, principalmente da San Giovanni al Natisone, dei nostri battaglioni alpini inviati in Russia, “con le disastrose conseguenze che tutti conosciamo”.

    Il consigliere nazionale Gianni Cedermaz ha portato il saluto del presidente nazionale Perona, ringraziato le autorità per la loro presenza e affermato che “il meglio della nostra alpinità è qui rappresentata dagli alpini in armi assieme a quelli in congedo”. Infine il saluto del generale Manione a nome di tutti gli alpini della Julia. Poi la Messa, concelebrata dal cappellano della Guardia di Finanza don Costalonga e da mons. Tonini.

    Al termine del rito, concluso con la “Preghiera dell’Alpino”, è stata deposta una corona d’alloro al sacrario del monumento (che conserva le salme di sei nostri Caduti) affiancata da due mazzi di fiori, delle delegazioni austriaca e slovena.

    Paolo Montina