Afghanistan: iniziata la missione Nibbio

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    Entro i primi di questo mese di marzo il contingente sarà al completo La base è
    a 10 chilometri da Kost, al confine con il Pakistan Gli alpini dividono il campo
    con gli americani. (foto Bianchi ANSA)


    Il ministro della Difesa Martino alla caserma ‘Pasquali’, a L’Aquila, mentre passa in rassegna i militari in partenza per l’Afghanistan (foto Bianchi ANSA).


    La neve che folate di vento gelido faceva mulinare tutt’intorno rendeva ancora più reale e vicino l’Afghanistan, la destinazione degli alpini schierati nell’ampio cortile della caserma Pasquali, a L’Aquila, la mattina di giovedì 30 gennaio.
    Il ministro della Difesa Antonio Martino ha passato in rivista il reggimento, accompagnato dal capo di Stato Maggiore della Difesa ten. generale Rolando Mosca Moschini e dal capo di Stato Maggiore dell’Esercito, tenente generale Gianfranco Ottogalli.
    Ha reso omaggio alla Bandiera di guerra del 9 rgt. alp. decorata di due M.O.V.M. che gli alpini porteranno in Afghanistan ed è passato lentamente davanti allo schieramento, comandato dal colonnello Claudio Berto. Un saluto ufficiale, solennizzato dalla presenza del Labaro dell’Associazione Nazionale Alpini, scortato dal vice presidente vicario Corrado Perona, e dai consiglieri nazionali Gian Carlo Romoli e Vito Peragine: una presenza significativa e solidale. Peccato che a differenza del generale Iob il ministro e i due capi di Stato Maggiore si siano dimenticati di rendergli i dovuti onori. In tribuna i presidenti della Commissione Difesa del Senato e della Camera on. Ramponi e on. Contestabile, il senatore Ottaviano Del Turco (abruzzese) e le massime autorità della Regione.
    C’erano anche tantissimi alpini della sezione Abruzzi, con il presidente Ornello Capannolo, e duecento familiari degli alpini in partenza, ai quali si è rivolto il ministro che, cogliendo la loro apprensione, si è rivolto direttamente a loro: State assolutamente tranquilli ha detto perché andiamo con la consapevolezza che si tratta di una missione impegnativa per la quale i nostri soldati sono stati addestrati in maniera esemplare . Non ha nascosto i pericoli: La missione è rischiosa ha detto nel senso che in quel territorio operano bande di criminali comuni. I rischi ci sono, ma i nostri soldati sono pronti ad affrontarli .
    E ancora, rivolgendosi agli alpini schierati: Le istituzioni e la gente sono con voi. In Afghanistan avrete modo di dimostrare le vostre capacità. Non avete nulla da invidiare a nessuno .
    È poi entrato nel merito dell’operazione Nibbio , che gli alpini condurranno nell’ambito della missione multinazionale Enduring freedom (libertà duratura).
    Sconfiggere il terrorismo è l’obiettivo vitale del mondo civile ha continuato il ministro I dispersi accoliti di Al Qaeda devono sapere che non potranno più riorganizzarsi in quella terra tormentata e che vi saranno braccati fino alla sconfitta definitiva .
    Un breve saluto è stato portato anche dal capo di Stato Maggiore della Difesa. Vi aspetta un lavoro arduo e complesso ha detto rivolgendosi agli alpini che metterà alla prova le vostre capacità professionali e umane. Opererete in un ambiente aspro, fortemente caratterizzato da aggressività e turbolenza. Le Forze Armate vi sono riconoscenti e vi seguiranno con la massima attenzione .
    Il ten. generale Ottogalli si è rivolto ai familiari degli alpini: Vi siamo grati per il sostegno che sapete assicurare ai vostri cari in partenza per questa nuova missione . Ha assicurato che è stato fatto ogni sforzo per consentire al nostro contingente di operare nel migliore dei modi all’altezza dei più moderni eserciti del mondo e secondo una linea di sviluppo tecnologico che sarà, presto estesa a tutto l’Esercito italiano .
    Fra gli alpini, anche quattro ragazze e una giovane parà. Un primo scaglione, un centinaio di uomini, è già partito; gli altri seguiranno ed ai primi di questo mese di marzo il contingente sarà schierato al completo, anche se avrà bisogno di qualche settimana prima di essere operativo.
    Completeranno l’organico di mille uomini, carabinieri della 2ª brigata mobile, unità del Genio per il rilevamento delle mine e degli agenti NBC e paracadutisti d’assalto del reggimento di stanza a Livorno.
    I mille uomini sono acquartierati a otto chilometri da Kost, a 150 chilometri da Kabul, al confine con il Pakistan. La loro base è stata chiamata Salerno , per ricordare la città nella quale sbarcarono gli americani il 9 settembre del 1943 per ricacciare a nord i tedeschi. È composta da tre caseggiati, un tempo usati come stalle per le capre. La Salerno è al centro di una tendopoli occupata da circa 800 americani che dispongono anche di un piccolo aeroporto per gli elicotteri Black Hawk.
    La missione italiana durerà sei mesi, nel corso dei quali ci sarà periodicamente un ricambio di personale. Il contingente italiano sarà agli ordini del brigadier generale Giorgio Battisti, comandante della Brigata Taurinense, che ha già compiuto missioni a Kabul: sarà lui il tramite con il comando multinazionale ed avrà autonomia operativa, nell’ambito della missione che sarà quella di impedire infiltrazioni di terroristi e di presidiare il territorio.
    Nessuno si nasconde la difficoltà di questi compiti apparentemente facili. Gli alpini opereranno in un territorio nel quale prima i russi e poi gli americani e gli inglesi non hanno certo avuto vita facile, per la turbolenza delle tribù locali e le caratteristiche del territorio, particolarmente adatto alla guerriglia. Il ricorso alle armi non è escluso, nel caso i nostri soldati venissero attaccati: la garanzia di un mondo privo di terrorismo giustifica tuttavia questo rischio.