Nell’ambito delle celebrazioni dei cento anni di autonomia comunale, l’amministrazione di Castelvecchio Calvisio (L’Aquila), in collaborazione con gli alpini del locale gruppo e con la sezione ANA Abruzzi, ha organizzato Il giorno della memoria: il ricordo di Don Gnocchi nel 50º della sua morte . A ricordo dell’avvenimento, il Comune ha promosso la pubblicazione della ricerca Don Carlo Gnocchi: gigante della carità , curata dai professori Luigina Antonacci e Maurilio Di Giangregorio.
La manifestazione è stata anche l’occasione per conferire la cittadinanza onoraria a Silvio Colagrande, con la seguente motivazione: Nominato direttore del Centro S. Maria alla Rotonda della Fondazione Don Gnocchi di Inverigo, accettò l’incarico ed oggi è ancora lì, come direttore del Centro che si occupa di bambini cerebrolesi, con deficit motori e mentali, operando in questo modo per la prosecuzione della nobile opera di Don Gnocchi .
La storia di Silvio Colagrande e dell’incontro con don Gnocchi inizia nel 1952, quando aveva soli 8 anni. Durante l’estate, mentre giocava nel cantiere di Colle Fracido di Sassa (L’Aquila) dove il padre stava costruendo la casa, incautamente gettò l’acqua in una fossa di calce viva. Fu investito da un’esplosione e uno schizzo di calce lo colpì in un occhio facendogli perdere la vista. Ospitato per le cure in un centro romano conobbe don Gnocchi. E fu proprio in punto di morte, il 27 febbraio 1956, che don Carlo lo prescelse insieme ad Amabile Battistello, una giovane di Cinisello Balsamo, per l’intervento di trapianto della cornea che fu eseguito il 29 febbraio dello stesso anno dal prof. Galeazzi, primario dell’Oftalmico di Milano.
Silvio racconta: Vivo da 50 anni con la cornea di don Gnocchi. Lui l’aveva portata per altri 54 anni, e ci vedo bene. Subito dopo l’intervento ebbi un assestamento nella vista con un calo di 2 gradi e 60 decimi, che fino ad oggi non è cambiato. Leggo normalmente senza occhiali, anche se lo scorso anno a causa dell’età ho avuto un piccolo problema nella vista da lontano. Svolgo normalmente le funzioni di direttore del Centro S. Maria alla Rotonda di Inverigo (Como), della Fondazione don Gnocchi .
E ha continuato: Sono ormai trascorsi 50 anni dal mio ingresso alla Fondazione don Gnocchi: rimanere legato alla sua opera mi è sembrato l’unico modo di rispondere a quel gesto ricevuto senza neanche una parola. Ho cercato in tutti questi anni di esprimere nel quotidiano quello spirito di servizio e solidarietà che avevo conosciuto da ragazzo alla Rotonda, quando insieme alla cornea ho ricevuto una fortissima educazione di esempi, non di parole, a praticare attenzione verso gli altri e ad esprimere in azioni quotidiane il senso della solidarietà umana e cristiana .
Durante la breve permanenza, Silvio Colagrande, insieme alla moglie signora Anna e al figlio Samuele, ha avuto modo di visitare il monumento a don Carlo Gnocchi a San Benedetto dei Marsi (L’Aquila), realizzato in pietra bianca della Maiella dallo scultore Vincenzo Tarquini e posato dal locale gruppo alpini. È l’unico monumento nel centro sud dedicato alla memoria di don Gnocchi.