A Kabul, per costruire la pace

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    La missione dei nostri alpini in terra afgana, dove operano gli alpini del 1 rgt. da montagna, del 3 Alpini e i parà del 4 rgt. alpini paracadutisti.

    Dai primi giorni di ottobre oltre trecento tra uomini e donne del 1º reggimento artiglieria da montagna di Fossano sono impegnati in Afghanistan nell’Operazione ISAF, al comando del col. Francesco Figliuolo. Si tratta della seconda missione in terra afgana per gli artiglieri del 1º, che con i commilitoni del genio, dell’N.B.C. e delle trasmissioni, hanno assunto un importante compito: fornire sicurezza alla popolazione ed aiutarla nella importante opera di ricostruzione di questo Paese martoriato da decenni di conflitti.

    Anche per questa nuova missione, il colonnello Figliuolo prima di partire ha avuto un importante appoggio da parte dei gruppi alpini, che hanno organizzato la raccolta di aiuti umanitari da portare in Afghanistan: tonnellate di beni d’ogni genere che raccolti da alcune sezioni e tanti gruppi, consegnato al comando del reggimento e trasportati con aerei militari nella zona d’operazione degli nostri alpini. Oltre al valore dell’offerta in sé, si tratta anche di un modo per fare sentire agli alpini in armi la solidarietà degli alpini in congedo e dell’Associazione.

    Giunto oramai a buon punto del mandato, il personale di Italfor Kabul può fare un primo bilancio di ciò che è stato fatto e di ciò che può ancora fare prima di lasciare il Paese per rientrare in Patria, alla fine del mese di febbraio 2005.
    Tra le numerose opere costruite, da citare una scuola nei pressi della Base italiana ed un sistema fognario in una delle zone più povere della città, lavori che il Genio dell’Esercito ha portato a termine sempre in tempi ristretti, visto che spesso è stato interessato in altrettante attività operative, come quella relativa alla data del 7 dicembre, giorno in cui l’Afghanistan ha visto insediarsi il suo primo presidente eletto democraticamente.

    Oltre agli importanti compiti di carattere umanitario, che vedono impegnata la cellula di cooperazione civile militare (CIMIC), le penne nere del 1º reggimento hanno il delicato compito di garantire la sicurezza al quartier generale della missione ISAF, dove circa 150 tra uomini e donne vigilano giorno e notte contro possibili atti ostili. Questo mentre altri alpini pattugliano costantemente il centro nevralgico della capitale afgana. Nell’area infatti sono presenti numerose ambasciate, tra cui quella italiana, quella statunitense ed altre ambasciate europee.

    Da non dimenticare anche le importanti attività che hanno visto l’Esercito Italiano impegnato durante le elezioni presidenziali svoltesi ad ottobre. In quell’occasione, infatti, oltre al personale del 1º reggimento a Kabul ha operato il battaglione Susa , del 3º reggimento alpini di Pinerolo, ed un plotone del 4º reggimento alpini paracadutisti che hanno costituito il grosso della Task Force Cobra , rientrata a fine novembre dopo aver pattugliato le strade della capitale e della sua provincia per oltre due mesi.

    È dunque una missione molto qualificante e importante quella condotta dalla brigata Taurinense al comando del generale Claudio Graziano.
    Con il rientro dall’Afghanistan, tra circa un mese, non si concluderà tuttavia l’impegno all’estero del 1º reggimento. Una batteria del reggimento sta infatti partendo in questi giorni per il Kosovo dove opererà per circa sei mesi in una terra ben conosciuta dal col Figliuolo. Nel 2000, infatti, comandò il gruppo Aosta in missione di pace in Kosovo. Da allora, ogni anno, il 1º reggimento, unità alimentata solamente con professionisti, è impiegato all’estero per portare sicurezza e quell’umanità che caratterizzano la nostra gente e soprattutto gli alpini.

    Bruno Vio
    tenente del 1 rgt art. da montagna