A Firenze l'annuale convegno delle sezioni europee

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    di Cesare Di Dato

    Possiamo ben dire che l’incontro con le sezioni europee, quest’anno tenutosi in Firenze il 23 e il 24 ottobre, ha dato risultati più che soddisfacenti. Determinante la diluizione del lavoro in due mezze giornate, il sabato pomeriggio e la domenica mattina. Ci si augura che questa prassi sia adottata anche per il futuro.

    Luogo dell’incontro la caserma Simoni, un tempo convento, ove è sistemato il Centro Amministrazione dell’Esercito, messa a disposizione dal comandante, Colonnello Guglielmo. Più precisamente nel Cenacolo , un tempo sala riunione delle monache, in uno scenario medievale arricchito da begli affreschi alle pareti, purtroppo deteriorati dal tempo. Qui si sono dati convegno cinque presidenti, Giovanni Sambucco Germania, Bruno Roncarati Gran Bretagna, Giuseppe Massaro Svizzera, Ido Poloni Nordica, Renato Zuliani Francia, un vice presidente, Ludovico Lombardi Lussemburgo, in luogo di Eleuterio Turra e il tesoriere sezionale Binotto, Belgio, in luogo di Roberto Del Fiol. Per la sede nazionale, il presidente Corrado Perona, il vice presidente vicario Vittorio Brunello, delegato per le sezioni all’estero, il consigliere Cesare Lavizzari, il tesoriere Edo Biondo.

    Tutti i presidenti hanno messo l’accento sul fatto che i ranghi si riducono anno dopo anno, il che purtroppo non è una novità. Ma ad accrescere la loro preoccupazione è che per le sezioni all’estero vi è un valore negativo aggiunto: quello della totale mancanza di rincalzi per la sparizione dell’emigrazione di nostri connazionali. Il che, se da una parte è un bene perché significa che il tenore di vita in Italia si è elevato, dall’altra porta all’inesorabile calo di iscritti.

    È a questo punto che è entrato in lizza il generale Lombardi con due proposte dirompenti. La prima sulla figura dell’amico degli alpini che, per le sezioni all’estero, è determinante. Il generale riesuma il suo vecchio progetto di ammettere gli amici anche a cariche sezionali solo per le sezioni all’estero, è bene ribadirlo, progetto qualche anno fa valutato dalla sede nazionale forse in modo non appropriato e bocciato dall’assemblea dei delegati probabilmente colta alla sprovvista.

    Perona sostiene che il progetto non deve essere una forzatura ma frutto di un meditato studio; ricorda che siamo stati proprio noi, alpini doc, a volere gli amici dopo le prove, altamente positive, fornite ai tempi del terremoto in Friuli. Il progetto non deve essere visto come un grimaldello per far saltare l’organizzazione delle sezioni metropolitane che non vi sono interessate. L’amico, quello vero, è una persona conscia della propria posizione, che non recrimina e che non pretende. Non possiamo lasciar andare le cose senza reagire: un vessillo rinfoderato è come una Bandiera di guerra ripiegata. Sambucco, Zuliani e Roncarati esprimono i loro pareri; Sambucco in particolare ritiene necessario istituire un gruppo di lavoro che studi questo grave problema. Senza perdere tempo Perona nomina una commissione composta da Brunello, Lavizzari, Lombardi e Scarso della sezione Germania. A loro il duro compito di presentare il documento in questione.

    Ma il generale Lombardi non si è fermato qui: egli ha lanciato l’idea di costituire un giornale unico (L’Alpino europeo?) che raccolga le notizie di tutte le sette sezioni in luogo delle cinque testate oggi esistenti.
    Perona invita a esaminare bene il problema perché l’idea non è da respingere. A tal fine Lombardi si incarica di prendere i necessari contatti con i colleghi. La giornata di domenica si chiude qui, ma prosegue con la manifestazione per l’83º compleanno della sezione di Firenze abbinato al 132º della costituzione delle Truppe alpine: semplice cerimonia imperniata solo sulla Messa nella chiesa che sorge presso il Cenacolo.

    La funzione, accompagnata dal pregevole coro ANA della sezione ANA di Firenze Su insieme , è celebrata da don Lamberto Cambi, cappellano della sezione, fiero dei suoi 90 anni e concelebrata da monsignor Luigi Mora, cappellano capo del Presidio e da don Renato Fiaschi cappellano del gruppo di Prato. Presenti 5 vessilli, tra i quali quello dei paracadutisti e 24 gagliardetti tra i quali quello di Fiume. Brevi discorsi rievocativi concludono l’incontro cui hanno partecipato numerosi alpini della sezione; citiamo quello del presidente Gian Carlo Romoli che ha ricordato la lunga storia della sua sezione.

    Era presente il brg. gen. alpino Roberto Peratoner, comandante del RFC della Toscana e il colonnello alpino Rocco Di Taranto, comandante del Distretto militare di Perugia. Ci complimentiamo con Romoli per la sobrietà della cerimonia a tutto vantaggio della concentrazione della mente e dello spirito. Ma ci complimentiamo con lui e con i suoi fedelissimi anche per aver reso possibile questa due giorni che ha confermato che l’alpino è sempre quello, sia esso residente in Italia o all’estero, siciliano o valdostano, toscano o altoatesino. Almeno per quelli che ci credono.