7 Cisa: l’applauso, agli alpini in Afghanistan.

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    7º Convegno della stampa alpina: l’applauso, agli alpini in Afghanistan.

     

    La seconda parte del convegno, domenica mattina è iniziata con un caloroso, lunghissimo applauso agli alpini in missione in Afghanistan, sollecitato ai congressisti dal presidente Brunello. È seguito l’intervento del consigliere nazionale Gian Paolo Nichele, responsabile del portale ANA, relazione il cui sunto viene pubblicato a parte in queste pagine.
    Chiosso (Torino) ha preso lo spunto dalle parole di Nichele per proporre di valutare la possibilità di avere un progetto informatico unitario, per sezioni, in modo da ridurre i costi di gestione. Proposta accolta da Di Vincenzo (Bologna), che ha tuttavia paventato il pericolo di ottenere siti troppo omogenei. Cristel (Venezia) si è detto preoccupato per la salvaguardia dei valori che sono il patrimonio dell’Associazione, interrogandosi sulle prospettive di valorizzazione del potenziale della nostra Associazione in un contesto sociale che si presenta difficile.
    A chi chiedeva di discutere sulla figura dell’amico degli alpini e la possibilità di far portare anche a loro il cappello (per esempio nelle formazioni corali e nella rotezione civile) per riempire eventuali vuoti nei gruppi, ha risposto il vice presidente nazionale vicario Corrado Perona, dicendo senza mezzi termini che non è la stessa cosa . Il modo per assicurarsi nuovi iscritti c’è. In tempi felici ha continuato Perona l’Associazione è cresciuta. Ma erano tempi felici.
    Se siamo quelli che siamo è perché non abbiamo mai dormito sugli allori. Abbiamo trascurato amici che hanno fatto l’alpino ma non erano iscritti: è giunto il momento di andare da loro, soprattutto da loro. Dobbiamo fare uno sforzo in più. I nostri padri ha detto ancora avevano il culto dell’Associazione nel ricordo del servizio alla Patria e di coloro che alla Patria avevano dato la vita. Noi manterremo sempre questo ricordo andando avanti, e visto che abbiamo seminato ora è il momento di raccogliere le migliaia di nostri commilitoni che per indifferenza, distrazione o altro non sono stati con noi, ma che ora possono essere nostri iscritti .
    Quanto alla preoccupazione della caduta dei valori dell’alpinità, Perona ha affermato che spetta a noi, anche attraverso il sostegno e il concorso della stampa alpina, valorizzare il giovane potenziale associativo; e spetta a noi, che da anni partecipiamo alla vita dell’ANA, offrire sostegno attraverso il confronto, la comunicazione l’esempio per favorire lo sviluppo delle idee, salvaguardando i valori e gli ideali del nostro essere alpini .
    E ha concluso: Tenere aperti i contatti con le nuove generazioni favorisce il confronto sulla base di un rapporto che non si basa solo sul racconto delle pur importantissime esperienze, ma soprattutto consente ai giovani di porsi in condizione di affrontare i temi associativi forti di una maturazione che ha preso corpo attraverso l’esperienza della cultura degli alpini. Così adoperandoci avremo la possibilità di fermare il tempo attraverso la memoria della nostra storia, affinché il contenuto dei suoi valori ci aiuti a disegnare il futuro .
    Astorri (Parma) ha portato un dato positivo: le iscrizioni alla sua sezione sono aumentate grazie al lavoro dei capigruppo, ma ha messo in guardia dal pericolo che la ricerca di nuovi iscritti possa penalizzarne la qualità. Quanto al cappello agli amici degli alpini (nei cori e nella Protezione civile), è un problema da portare all’attenzione dei CDN. A questo proposito, ci sono sezioni che si sono date delle direttive, nel rispetto del regolamento, come ha sottolineato Gasparet (Pordenone). Anche se spesso, specialmente nei cori, far portare a tutti il cappello è anche un fattore coreografico, ha detto Marchesi (Milano Centro). E a proposito di visibilità negativa, riallacciandosi a quanto detto da Marian, Marchesi
    si è detto dell’idea di pianificare gli interventi degli alpini, pochi ma buoni, portati avanti con decisione, compatti, d’accordo che chi non se la sente di impegnarsi, zaino a terra e lasci che lo portino gli altri. Solo così potrà essere data un’adeguata risposta al bisogno di ricostruire una coscienza nazionale e il senso dello Stato .
    Valori da difendere, dunque, sui quali sono intervenuti anche Faidutti (Conegliano) e Pellissetti (Pordenone), il quale ha sostenuto con passione l’impegno a difendere i valori che sono propri degli alpini, compresa la vocazione alpina anche nei giovani volontari (ha portato l’esempio di volontari delusi dalle istituzioni) ai quali deve essere garantita la dignità di chi sta facendo un lavoro utile alla società e assicurato un lavoro dignitoso una volta conclusa la ferma.
    Il tema degli amici degli alpini è particolarmente sentito dalle sezioni all’estero, che stanno subendo il ridimensionamento imposto dallo scorrere degli anni. Se ne è fatto portavoce il generale Ludovico Lombardi (Lussemburgo ) il quale, d’intesa con i presidenti delle sezioni all’estero sta studiando un piano da sottoporre al CDN . Voi avete gli amici degli alpini ha concluso lasciate che li abbiamo anche noi . In tema di recupero di nuovi associati Perini, di Palmanova, ha raccontato l’esperienza della sua sezione e i promettenti risultati conseguiti dai vari gruppi nei quali ha tuttavia osservato l’attività sarebbe diversa se non ci fosse l’apporto degli amici degli alpini. A questo proposito il presidente del convegno Vittorio Brunello, dopo aver lodato il contributo che viene dai soci aggregati si è rifatto allo Statuto associativo, promettendo comunque di portare le varie istanze all’approfondimento del CDN.
    Un ritorno storico è stato l’intervento di Raucci (Ivrea), il quale con la verve che gli è consueta ha notato con piacere la riscoperta di Gabriele D’Annunzio. Egli ci parla ancora davanti alle arche dei legionari fiumani, parla ai nostri giovani! . E, a proposito di una discussione sorta anche al convegno per l’inserzione d’una pagina in un grande quotidiano nazionale con la quale viene espressa solidarietà agli alpini in Afghanistan (pagina che aveva sollevato perplessità in alcuni congressisti) ha anticipato il testo di uno striscione preparato per l’Adunata ad Aosta: Ai mille alpini in Afghanistan: siamo con voi! Adriano Rocci, consigliere nazionale e membro del consiglio di direzione de L’Alpino, riferendosi agli alpini in missione ha detto che li sentiamo nostri e li sentiamo più vicini all’ANA . Ed ha proposto di inviare copie dei nostri giornali a Kost, al campo della missione Nibbio.
    Molto applaudito l’intervento del brigadier generale Vincenzo Cardo. Egli dopo aver presentato il nuovo capo dell’ufficio pubblica informazione del Comando truppe alpine ten. col. Maurizio Paissan, ha chiamato il suo autista, che seguiva i lavori tra i congressisti. Getto sale sulle ferite ha esordito Vi presento il caporal maggiore Danilo Acquaviva. Viene da Bari, è arruolato dal 1999. Cercava un posto di lavoro ed è diventato volontario in servizio permanente, a Bolzano. È stato sei mesi in missione in Bosnia, cinque mesi in Albania. Parliamo di valori, che sono il collante che ci tiene insieme nonostante i cambiamenti: ebbene, bisogna fare uno sforzo per andare incontro a questi ragazzi che, vi garantisco, hanno gli stessi valori degli altri perché credono nelle stesse cose nelle quali credono gli alpini in congedo.
    Provate a considerare la possibilità di avvicinarvi ai volontari; perché ha chiesto Cardo i gruppi non frequentano le caserme?Perché non iscrivono gratuitamente i volontari? . Ed ha concluso con l’invito a non arroccarci, ricordando il motto Alpino una volta, alpino per sempre . Cappello alpino maggiormente visibile negli interventi di protezione civile e in altre manifestazioni quali il Banco Alimentare, recupero di chi è stato alpino nella RSI, assemblea
    dei capigruppo per creare un canale diretto con la sede nazionale sono stati alcuni punti toccati da Birone (Genova), tutti argomenti portati spesso nel corso dei due giorni del dibattito.