7° Cisa: il libro verde della solidariet

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    7º Convegno della stampa alpina: il libro verde della solidarietà.

    Anche Sergio Zanca, di Brescia Oggi, ha parlato di come il suo giornale segue l’attività della sezione. Da registrare infine l’intervento di Caramello (Mondovì), il quale ha portato l’esempio del giornale della sua città che ogni settimana si occupa degli alpini. Il libro sulla visibilità è continuato con Giuliano Perini, segretario del CDN e responsabile del Centro Studi ANA. Perini ha annunciato la seconda edizione del Libro Verde della Solidarietà che riporta la sintesi di quanto hanno fatto le ottanta sezioni con la protezione civile e le altre attività di volontariato. Purtroppo ha detto Perini al 31 marzo abbiamo avuto il resoconto di 62 sezioni su 80, 3 hanno comunicato che non avevano nulla da segnalare e 15 non hanno risposto. Dopo aver stigmatizzato il comportamento di queste ultime sezioni, Perini ha concluso con l’invito ad una maggiore collaborazione con il Centro Studi ANA, anche con l’invio di materiale che possa essere utile alla memoria storica dell’Associazione. Adriano Rocci (Torino, consigliere del comitato di direzione de L’Alpino) si è soffermato sulla linea editoriale della stampa alpina, (argomento sostenuto anche da Danieli (Valdagno)
    e sulla necessità di salvaguardare lo spirito alpino nei volontari: compito che spetta anche all’ANA. È necessario ha detto anche allargare la visione all’Europa e alla sua storia, rafforzando i legami nell’ambito dell’IMFS, la Federazione delle associazioni dei soldati di montagna.
    Per Lumello sarebbe necessaria una maggiore informazione sull’attività delle Truppe alpine: sarebbe un motivo per incentivare l’arruolamento dei VFA.
    Molto seguito l’intervento di Alessandro Monzani (Monza), il quale ha parlato dei giovani capigruppo della sua sezione, che hanno portato nuova linfa all’attività associativa. Ha poi messo in guardia dai politici, soprattutto quelli locali, con i quali il rapporto dev’essere di collaborazione ma mai di sudditanza (talvolta può essere anche inconsapevole o dettata dalle circostanze locali) tanto che è necessario saper dire di no, senza scendere a compromessi quando in giuoco siamo noi! . E ha concluso: Nessuno si permetta di cavalcare la nostra tigre. Noi eravamo, siamo e saremo figli di nessuno , come dice la canzone, poveri, laceri ma felici .
    Carlo Balestra ha poi toccato il delicato tasto degli alpini che fanno politica. Ha affermato che darsi alla politica non significa rinunciare ad essere alpini. Siamo alpini anche quando evitiamo di parcheggiare l’auto in divieto di sosta ha detto Lo restiamo anche come politici, che non devono sentirsi isolati ma continuare,
    come tali, a fare gli interessi degli alpini . Sul tema dei politici ha preso la parola anche Leonardo Caprioli, che ha tracciato un solco netto, insistendo in particolar modo sul pericolo di strumentalizzazione da parte dei partiti. E ha denunciato, amaramente, che spesso sono gli stessi genitori, lo stesso padre alpino a dissuadere il figlio dal fare il servizio di leva o il VFA.
    Cesare Lavizzari (Milano Centro) ha affermato che ci sono tuttavia personaggi politici che sono solidali con gli alpini e partecipano alle nostre manifestazioni. E ha citato l’esempio del vice presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Pier Gianni Prosperini, che di recente ha accompagnato la delegazione dell’ANA a Keren, in Eritrea, a rendere omaggio ai quarantamila Caduti italiani che riposano nei cimiteri di guerra di quel Paese. Quanto al Libro Verde, ha stigmatizzato il fatto che non abbia avuto il concorso di tutte le sezioni; affermando che una sezione non può far cadere nel nulla un invito che viene dalla Sede nazionale. Infine, la visibilità: sarebbe opportuno esporre vetrofanie e distintivi, e perfino apporre una penna sul casco degli alpini impiegati in operazioni di Protezione civile, perché non sempre possono portare il cappello mentre sono al lavoro.
    Sergio Bottinelli (Luino) ha rilanciato l’idea di un premio riservato alla stampa alpina, premio peraltro sollecitato anche da Furia (Brescia) ma avversato da Bertolasi (Varese) che parlando domenica mattina ha affermato che sarebbe poco etico premiarsi fra noi, che genererebbe malcontento fra gli esclusi e le sezioni più piccole e i gruppi e che, caso mai, potrebbe essere istituito un premio
    per un articolo su un tema suggerito dal CDN, articolo che dovrebbe essere poi pubblicato da tutti i giornali alpini.
    Marino Marian (Salò) ha paventato il rischio di una pubblicità negativa che può derivare dal frequente ricorso agli alpini per la raccolta di fondi o altro per campagne di solidarietà che non sono iniziativa dell’ANA.