4 novembre 1928: nasce la prima Sezione all’estero

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    Londra 4 novembre 1928, nasce la prima sezione ANA all’estero. A dare la scintilla è l’impennata di orgoglio nazionale provocata dall’impresa del capitano Sora di ritorno dalla spedizione al Polo Nord, alla ricerca dei superstiti del dirigibile Italia. Sono gli anni delle nostre emigrazioni in tutti i paesi del mondo, alla ricerca di lavoro e magari anche un po’ di fortuna. Molti alpini, reduci delle battaglie dal ’15 al 18, allenati alla dura legge del fare, mal sopportano di vedere la famiglia crescere negli stenti e senza prospettive. E partono, con le poche cose che hanno, ma non dimenticano il cappello alpino.

     

    Così anche nel regno di Sua Maestà Britannica si costituisce un gruppo ANA che, diventato in breve sezione, resiste alle vicissitudini della seconda guerra mondiale e oggi festeggia gli ottant’anni ancora in ottima salute. Sul numero di settembre de L’Alpino e sul periodico sezionale Pino l’Alpino è stata ricostruita una sintesi della vita associativa, che ha avuto momenti di grande attività e soci illustri, come la penna bianca Dino Grandi, per anni ambasciatore d’Italia a Londra. Il presidente Bruno Roncarati, con flemma britannica ma cuore emiliano, ha pensato di fare le cose in grande per questa ricorrenza.

    Gli rodeva l’anima che nella terra dove solo i Romani avevano potuto mettere piede manu militari, cioè militarmente, non ci fosse, oltre al Vallo di Adriano, anche un segno della presenza alpina. E cominciò con pazienza a tessere la sua tela, prima chiedendo che, nel 2008, l’assemblea dei presidenti delle sezioni europee fosse tenuta a Londra, poi cercando un bel blocco di marmo di Carrara e un artista in grado di tirarne fuori un’idea alpina.

    Quindi, sotto la stretta supervisione di Ornello Capannolo, delegato del CDN alle sezioni all’estero, mise insieme un programma di manifestazioni così fitto da sfiancare anche i più collaudati frequentatori delle manifestazioni alpine. Venerdì sera, cena organizzata dal gruppo di Londra presso una bella sala dei Padri Scalabriniani, con la presenza del coro ANA Ardito Desio della sezione di Palmanova che, cantati gli inni nazionali inglese e italiano, si è esibito in un repertorio vario e molto apprezzato.

    Quasi come una magia uscita dal cilindro di un regista consumato, cerimonia di gemellaggio tra le sezioni di Londra e Palmanova, con tanto di pergamene firmate dai presidenti Luigi Ronutti e Bruno Roncarati davanti ad un’assemblea di un centinaio di testimoni e controfirmate dal presidente nazionale Corrado Perona. Assistono al rito anche il vicepresidente nazionale Carlo Bionaz e i consiglieri Michele Casini, Ornello Capannolo, Cesare Lavizzari, Fabrizio Balleri e le delegazioni delle sezioni europee. Negli interventi si evidenzia l’importanza dei contatti tra le sezioni all’estero e quelle in Italia per vivacizzare i vincoli di fratellanza tra tutti gli alpini.

    Sabato mattina presso il St. Hermin’s Hotel assemblea dei presidenti delle sezioni d’Europa. Espletate le procedure con la nomina del presidente e del segretario dell’assemblea, con l’approvazione del verbale della seduta precedente e un breve saluto di Capannolo si entra subito nel vivo dell’ordine del giorno con gli interventi di Claudio Minuzzo, gruppo di Romania, per la prima volta presente all’annuale incontro.

    Gli iscritti sono in aumento e si pensa già alla nuova sede. Valerio Re, sezione Nordica (Svezia, Norvegia, Danimarca e Finlandia), segnala un numero d’iscritti senza flessioni e un’attività di routine come del resto avviene in Belgio, dove Mario Agnoli caldeggia una presenza di penne nere per l’8 agosto 2009 a Marcinelle. Giuseppe Massaro, sezione Svizzera, riferisce sulla cerimonia in occasione della festa di San Maurizio e Giovanni Camesasca, in rappresentanza del presidente Giovanni Sambucco per la Germania, sottolinea come i gemellaggi siano particolarmente importanti per le sezioni all’estero.

    Renato Zuliani, sezione Francia, esprime la sua soddisfazione per l’adunata del 1º raggruppamento a Briançon ed elenca le attività in favore di ammalati bisognosi di aiuto. Bruno Roncarati, sezione Gran Bretagna, ringrazia per la presenza il presidente Perona, i consiglieri nazionali, ma soprattutto i tanti alpini presenti all’80º della sua sezione ed elenca le attività dell’anno trascorso. Sull’argomento soci aggregati si apre un ampio dibattito che nella sostanza tende ad evidenziare come all’estero l’aiuto di persone esterne sia quanto mai prezioso. Alla fine, Capannolo dà lettura del documento inviato da Eleuterio Turra, sezione Lussemburgo, impossibilitato a partecipare all’assemblea ed esprime l’auspicio che si arrivi a scrivere una storia delle sezioni all’estero.

    Alle ore 18, puntuali come i tocchi del Big Ben, tutti davanti all’ambasciata italiana dove l’ambasciatore dr. Giancarlo Aragona con varie autorità civili e militari è lì ad accoglierci con l’affabilità di chi ha un occhio di riguardo per le penne nere. Più che l’Ambasciatore d’Italia in Gran Bretagna abbiamo la sensazione di incontrare un vecchio amico. Nell’indirizzo di saluto pubblicato su Pino l’Alpino ha scritto: Molti anni fa ho letto Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern e mi rimase impressa la profonda umanità che lo ispirava …Nella crudeltà della guerra gli Alpini sapevano conservare sentimenti di pietà e solidarietà umana e nell’intervento ha ribadito che i nostri ragazzi in armi sono anche oggi molto apprezzati dai colleghi di altri paesi, come del resto lo sono anche i nostri emigrati.

    Nel ricambiare il saluto Corrado Perona ha interpretato i sentimenti di soddisfazione dei presenti nel trovarsi in una sede diplomatica così prestigiosa, dove pulsa il cuore dell’italianità per festeggiare l’80º di una sezione che accoglie gli alpini della seconda naja. Nel loro zaino c’è anche il peso di un grande amore per l’Italia . In serata cena di gala nel salone d’onore dell’hotel che ospita le delegazioni provenienti dai paesi d’Europa, con scambio di saluti e intermezzi canori da parte del Coro ANA di Palmanova. Ospite d’onore il console generale David Morante.

    La mattina del 26, tutti in periferia nordoccidentale di Londra, presso Villa Scalabrini, una grande struttura per anziani non autosufficienti di origine italiana. La giornata finalmente è londinese: cielo grigio piombo e una pioggerella fine che di tanto in tanto cambia registro e diventa scroscio. Un capannone che serve anche da mensa ci consente di seguire la messa senza disagio. Accompagna il coro di Palmanova.

    Nell’omelia il celebrante parla della carità che si frantuma in piccoli gesti, in momenti di aiuto: c’è sempre qualcuno che è nel bisogno. Gli alpini interpretano così la solidarietà. Alla fine della cerimonia religiosa breve trasferimento nel grande parco, al limite di una distesa di terreno che si perde a vista d’occhio, inaugurazione del monumento all’Alpino, presenti in uniforme gli addetti militari ammiraglio De Biase, gen. B.A. Comelli e col. Portolano.

    Inni nazionali inglese e italiano, scoprimento della scultura, opera dell’alpino Giampiero Viti, della sezione Pisa Luca Livorno. Su un basamento in mattoni scuri, tipici delle costruzioni inglesi, spicca un blocco di marmo bianco di Carrara simile ad una guglia di ghiacciaio. Nel centro, in bassorilievo, si delinea il volto di un giovane alpino con il suo cappello un po’ sulle ventitré.

    Il contrasto tra il colore marrone cupo della struttura portante e il biancore quasi trasparente del marmo esalta in modo emblematico quella testimonianza in terra d’Inghilterra, dove è un po’ difficile incontrare le nude rocce e i perenni ghiacciai . (v.b)

    Pubblicato sul numero di novembre 2008 de L’Alpino.