1 RAGGRUPPAMENTO A Mondov un raduno imponente

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    Per partecipare all’annuale raduno sono arrivati in ventimila dalle tre regioni del 1º Raggruppamento (Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta) e dalla Francia. Una manifestazione che non finisce di stupire per la sua novità, legata alla città in cui si svolge, alla storia del territorio, alle sue caratteristiche, perfino alle condizioni atmosferiche, e non certo ultimo perché primo raggruppamento significa Cuneense. Il raduno di queste Sezioni, per quanto venga organizzato ogni anno e i cerimoniali siano sperimentati, come l’Adunata nazionale è sempre diverso e non finisce mai di stupire.

    Quest’anno si è svolto a Mondovì da venerdì 18 a domenica 20 settembre. Perfetta l’organizzazione, alla quale hanno lavorato per mesi sia il presidente della Sezione Norberto Ricci, che i suoi vice Camperi, Balatti e Viglietti, e poi i volontari della Protezione civile e del servizio d’ordine e tanti altri alpini e amici degli alpini per fare in modo che questo raduno rimanesse nel ricordo di tutti. Non è stato trascurato nulla, dai posti tappa ai servizi di varia natura, alle cucine, organizzate dai gruppi di Carassone, Cortemilia e Giaveno, che hanno fornito migliaia di pranzi e cene sotto una tensostruttura che ha ospitato anche fanfare e cori. In una città imbandierata, venerdì pomeriggio il raduno è stato aperto dall’alzabandiera, presente il Labaro scortato dal vice presidente nazionale Cesare Lavizzari e dai consiglieri; è seguito l’omaggio ai Caduti e quindi il saluto agli alpini da parte del sindaco.

    Poi l’inaugurazione di un percorso dedicato alla Cuneense e a sera spettacolo della compagnia Gruppo Canzone , al teatro Baretti. Nello stesso teatro, sabato mattina, si è svolta la premiazione di un concorso riservato agli studenti. A Mondovì si respirava ormai aria di grande raduno. Nel primo pomeriggio dopo l’alzabandiera, ci sono stati gli interventi ufficiali, il benvenuto del sindaco alle migliaia di alpini e l’intervento del vice presidente Lavizzari il quale, fra l’altro, ha ricordato il sacrificio dei sei paracadutisti caduti in Afghanistan ed il dovere per tutti, sfuggendo alle suggestioni delle ideologie, di onorarli ed essere, nel contempo, vicini ai nostri militari che operano per la pace in territori difficili e a rischio della vita. Poi la breve sfilata fino alla chiesa del Sacro Cuore, dove nel frattempo era giunto anche il presidente nazionale Corrado Perona, che accanto al Labaro ha fatto il suo ingresso in Duomo.

    La S. Messa è stata celebrata in memoria dei Caduti della Divisione martire dal vescovo di Mondovì mons. Luciano Pacomio e accompagnata dai canti della corale Cantus firmus diretta dal maestro Beccaria. A sera concerto del coro sezionale Vecchio alpin e del coro congedati della Taurinense diretto dai maestri Galvani e Mondo. Domenica, già nelle prime ore del mattino, hanno iniziato a confluire nella zona dell’ammassamento le varie Sezioni, in una girandola di vessilli e gagliardetti, striscioni e fanfare, incontri ed abbracci e le vie dell’Altipiano totalmente occupate dagli alpini, grazie al Comune che aveva dirottato il traffico in altre zone. La sfilata in corso Statuto è stata preceduta dai Gonfaloni decorati al Valor Militare e Civile quindi l’arrivo del Labaro, cui sono stati resi gli onori, scortato dal presidente nazionale Perona e dai consiglieri. Sulla tribuna d’onore, le massime autorità.

    Per le Truppe alpine, il generale D. Franco Cravarezza, mentre mancava il tradizionale reparto con fanfara alpina: l’Esercito era in lutto per la morte dei sei paracadutisti, a Kabul, alla cui memoria sono spesso tornati gli oratori durante i tre giorni di raduno. Ventun Tricolori hanno rappresentato i nostri militari che hanno perso la vita nelle missioni di pace, quindi hanno aperto la sfilata gli alpini della sezione Francia con il presidente Zuliani in testa e gli Chasseur des Alpes. E via via lo scorrere delle sezioni piene di storia, Intra, Val Susa, Torino e poi Saluzzo e Cuneo e Ceva fino a Mondovì che per dovere d’ospitalità ha chiuso quel lungo fiume di alpini, dando a tutti appuntamento ad Asti, l’anno prossimo.

    (aeffe)


    La riunione dei presidenti di Sezione

    Sabato 19 settembre i presidenti del 1º raggruppamento si sono riuniti a Vicoforte di Mondovì nei locali del complesso architettonico del Santuario dedicato alla Madonna, per discutere ed affrontare le problematiche associative. Su invito del segretario Gianni Ravera, le sezioni, (quasi tutte rappresentate dal loro presidente) hanno reso gli onori alla Bandiera e dedicato un minuto di raccoglimento ai paracadutisti Caduti a Kabul. Il presidente della sezione di Mondovì Norberto Ricci ha dato il benvenuto ai convenuti, poi il sindaco di Vicoforte Gian Piero Gasco ed il rettore del Santuario don Bartolomeo Bessone hanno ringraziato gli alpini per aver scelto questo luogo per sviluppare temi nei quali sono sempre presenti solidarietà e amicizia.

    La presidenza nazionale è stata rappresentata dal vice presidente Cesare Lavizzari che ha arricchito di motivazioni alcuni passaggi dei vari punti all’ordine del giorno. Quindi il segretario ha letto la lettera di Corrado Perona, nella quale annuncia la sua disponibilità a ricandidarsi per il prossimo mandato alla presidenza nazionale: l’assemblea ha salutato l’annuncio con un lungo applauso e confermato, all’unanimità, il sostegno del raggruppamento. Poi, l’avvio degli interventi, sulle funzioni e caratteristiche del segretario coordinatore nell’ambito dell’organizzazione del raggruppamento, sul ruolo e sui compiti del raggruppamento nell’ambito dell’Associazione nazionale e infine sulla rappresentatività del raggruppamento in Consiglio Nazionale.

    I pareri e le discussioni spaziano a tutto campo, tanto da occupare oltre due ore del tempo a disposizione, come risulta dal verbale a disposizione dei presidenti. La parte finale della riunione, vista la presenza del coordinatore nazionale della Protezione civile Giuseppe Bonaldi, è stata dedicata, fra l’altro, alla costruzione del Villaggio degli Alpini in Abruzzo. (g.r.)

    Pubblicato sul numero di novembre 2009 de L’Alpino.