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giovedì, 9 Maggio 2024

Abbracciarsi ancora

Sul mio tavolo due fotografie: un’immagine in bianco e nero ritrae tre giovanotti forti e sorridenti. Chiaramente in posa davanti a un obiettivo professionale. La divisa perfetta, le fiamme bordate di giallo esclusive dell’Artiglieria da Montagna. L’altra, sistemata lì accanto, è a colori. Gli stessi tre giovanotti cambiati dal tempo. Uno, quello seduto, tiene nella mano la fotografia scattata sessant’anni prima. La mostra con fierezza, con lo sguardo di chi sbeffeggia il tempo come a dire: “Siamo ancora qui!”. Succede così che a distanza di anni ci si ritrovi. Forse per contrastare la malinconia, forse per ritrovare quegli occhi in cui ci eravamo specchiati per dodici, quindici, diciotto mesi o chissà quanti.

La più bella del 2013

È di Joselito Gobbo, del Gruppo di Zero Branco (Sez. Treviso), la più bella foto della rubrica “Obiettivo sulla montagna” pubblicata nel 2013. Così ha deciso la redazione de L’Alpino. Ripubblichiamo la foto, che mostra un tronco sulla cui sommità si è formato un fiore di cristalli di neve. Complimenti a Joselito, che ha fissato l’attimo fuggente prima che il sole sciogliesse questa meraviglia che la natura ci dona.

AOSTA – Un monumento alle Brigate

Si sono svolti ad Aosta i festeggiamenti conclusivi per il 90º di fondazione della Sezione. Per l’occasione, in via Saint-Martin de Corléans è stato inaugurato il monumento alle cinque brigate alpine e al Centro Addestramento Alpino. Sei stele in granito con gli scudetti delle Brigate Taurinense, Orobica, Tridentina, Cadore e Julia, insieme a quella del Cervino e dell’ex Scuola Militare Alpina sono state scoperte alla presenza delle massime autorità civili e militari della Regione, del vice presidente nazionale Renato Zorio e di una folta rappresentanza delle Sezioni e dei Gruppi di Piemonte, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia e Veneto.

Carlo Erba, soldato

“Noi vogliamo glorificare la guerra come sola igiene del mondo. Il militarismo, il patriottismo”. L’esaltazione del conflitto armato risaltava a caratteri cubitali sopra ai manifesti realizzati dai Futuristi: movimento che accostava artisti di ogni genere, pittori, scrittori e musicisti. Essi richiamavano a un atteggiamento nuovo nei confronti del concetto di arte e con forza inneggiavano alla guerra, a prendere le armi unico mezzo per un radicale cambiamento. L’odio verso l’Austria-Ungheria montava nel gruppo degli interventisti, ora dopo ora.

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